Salvezza di M.Rizzo e L.Bonaccorso: giornalismo, fumetti e umanità

Dopo alcune biografie a fumetti come Peppino Impastato, un giullare contro la mafia e Jan Karski, l’uomo che scoprì l’olocausto, l’affiatato duo siciliano composto dal giornalista e sceneggiatore Marco Rizzo e dal disegnatore Lelio Bonaccorso ha deciso di cimentarsi con un tema, oggi più che mai, di grande attualità come quello dei flussi migratori nel Mediterraneo. Tante storie di uomini e donne in fuga che, come dei piccoli torrenti, confluiscono in un mare di disperazione.

Per farlo Rizzo e Bonaccorso si sono imbarcati sull’Aquarius, nave di un’ONG (la SOS Mediterranée) che, grazie anche agli operatori di Medici Senza Frontiere, soccorre i migranti alla deriva al largo della Libia. Un’esperienza vissuta in prima persona, la loro, che ha dato vita a Salvezza, uno dei primi volumi editi dalla neonata costola editoriale di Feltrinelli dedicata al fumetto e diretta da Tito Faraci.

In Salvezza vengono raccontate le tre settimane dei due autori a bordo della nave, tra la quotidianità degli operatori e le dolorose storie dei migranti. Un’operazione di graphic journalism dannatamente efficace: lo storytelling è veloce ed ha alcuni espedienti, sia grafici che di sceneggiatura, di impatto quasi cinematografico. Ed è questo uno dei gol di Salvezza, riuscire ad essere una lettura coinvolgente (e per alcuni, probabilmente, anche illuminante), pur non essendo fiction ma un lucido spaccato del lavoro delle ONG nel Mediterraneo.

La narrazione viene talvolta spezzata da infografiche e cartine, utili per approfondire e comprendere nel migliore dei modi i paradossi, i meccanismi e soprattutto i numeri spaventosi di una tragedia che, giornalmente, continua a perpetrarsi dietro la porta di casa nostra. Le tavole di Lelio Bonaccorso – in cui spicca l’arancione, il colore della Aquarius che equivale per i migranti al colore della salvezza – sono tanto accurate quanto incisive.
Difficilmente i contenuti proposti da Rizzo e Bonaccorso sarebbero riusciti ad arrivare in maniera altrettanto diretta se avessero deciso di raccontare la loro esperienza in altro modo, con un documentario o magari un’inchiesta editoriale. Il fumetto, più di altri media, ha consentito di amalgamare diversi registri visivi e narrativi in maniera molto organica, coniugando un’ammirevole completezza espositiva con gli spaccati di vita di chi fugge dalla propria terra.

Il risultato è un fumetto crudo e delicato che ha una funzione importante: aprire gli occhi di fronte ad una pagina drammatica della nostra storia contemporanea che sembra, purtroppo, ben lontana da un lieto fine. Salvezza non è pensato per spingere alla solidarietà ma è, prima di tutto, un libro utile per ricordarci di non dare mai per scontata la nostra umanità.

Condividi