Il fanboy è lì, ancora inebetito davanti alla TV, e sta piangendo. Piange perché sa che dovrà aspettare quasi 3 mesi per conoscere il tristo destino degli abitanti di Alexandria, uno sparuto gruppo di persone evidentemente destinato all’estinzione per aver deciso, ormai da qualche tempo, di seguire la leadership di un uomo chiamato Rick. Un uomo che è una fucina di pessime idee.
Noi, invece, del fanboy che piange ce ne infischiamo e ci tuffiamo immediatamente in un campo minato di spoiler con la (psico)analisi dello straziante midseason finale di The Walking Dead, un episodio il cui titolo avrebbe potuto essere Nulla di Fatto.
L’inquietante prologo ha per protagonista il secondogenito vessato di Parrucchiera Chiavabile, meglio noto come Sam Becille. Mentre Sam Becille ascolta beato una musichetta anni ’50 che pare uscita da Fallout, il regista di turno ci mostra una scena parecchio disturbante (è una serie horror, mica ve l’eravate scordato?): mezzo biscottone mangiato dalle formiche.
Brividi lungo la schiena dello spettatore.
Mentre le formiche banchettano, Sam Becille sta facendo un bel disegnino: è lui legato ad un albero circondato dagli zombie.
Se ben ricordate nell’episodio 5×13: GLi Abbracci di Suor Carol la Caritatevole, la nostra beniamina esperta in pedadogia, disse a Sam Becille: “Un giorno ti sveglierai e non sarai nel tuo letto, sarai fuori dalle mura. Molto lontano, legato ad un albero e urlerai… perché sarai terrorizzato. Nessuno verrà ad aiutarti, perché nessuno ti sentirà. Anzi, qualcosa ti sentirà: i mostri là fuori. E non potrai scappare quando verranno a prenderti. Ti faranno a pezzi e ti mangeranno. Mentre sarai ancora vivo, e potrai sentire tutto. Dopodiché nessuno verrà mai a sapere cosa ti è successo.”
Ecco, questo è il risultato. Ah, il metodo Montessori…
Easter egg: nella cameretta di Sam Becille, oltre al biscotto, fanno bella mostra degli pseudo-LEGO di Invincible, il fumetto di Robert Kirkman:
Ma lasciamo i turbamenti del giovane Sam Becille e torniamo alla stringente attualità: al crollo di quell’obbrobrio architettonico a forma di torretta…
Se dopo questa ennesima catastrofe (figlia dei reiterati Cazzata Time ® di Rick) vi aspettavate una puntata piena d’azione, sbudellamenti e squartatine, beh allora avete sbaglaito programma. Perché invece è successa una cosa tipo questa:
Mentre Deanna spara qua e là alla cazzo di cane, si danno tutti alla fuga e Maggie Patata si rifugia sulle mura con gli zombie che la assediano avanzando legittime pretese:
Nella confusione generale, Deanna Bignardi viene morsa da uno zombie che usava Polident, ma il gruppetto capitanato da Rick, nonostante tutto, riesce comunque a cavarsela grazie all’ennesimo svarione del solito koala strafatto di crack che fa il montaggio degli episodi…
Vediamo come:
1. Rick e gli Orfani di Cervello © sono inseguiti dagli zombie.
2. Gli zombie arrivano anche davanti. Gli Orfani di Cervello © sono evidentemente CIRCONDATI.
3. Parrucchiera Chiavabile salva la situazione e, ammazzando UNO zombie, consente la fuga degli Orfani di Cervello ©.
4. Gli Orfani di Cervello © si rifugiano a casa Chiavabile.
5. Ampia panoramica dell’esterno della casa. Tutto tranquillo.
A casa Chiavabile, purtroppo, ritroviamo Sam Becille che, siccome ha paura, vede tutto in slow motion. Una specie di moviolone con il commento di Fabio Caressa: “Incredibile Beppe, Deanna è stata morsa ed ora viene adagiata sul letto. Effetto Magnus!”
Per sedare Sam Becille, Parrucchera Chiavabile gli fa un bel discorsetto: “Fai finta di non aver paura. Ok, ti voglio bene. Arrivedecc'”
Che poi che vuol dire “fai finta di non aver paura”? Non era meglio uno scontatissimo “sii coraggioso”?
Intanto nel garage si consuma il Momento Scazzo Puberale con Dawson che, trovandosi davanti Carl che si sente un gran fico coi capelli da Playmobil ed il cappello da sceriffo (?!?), non ne può proprio più e lo mette di fronte alla cruda realtà:
Dawson, a sorpresa, è il primo personaggio in questo serial a rendersi conto di come stanno davvero le cose.
92 minuti di applausi per lui:
Dawson, però, dopo poco degenera ed inizia a parlare di quella volta che suo padre è morto mentre guidava perché gli è cascato il cono gelato e della sua JoeyPotter sperduta nei boschi. Arriva così alle mani con Carl Norris, poi si rompe la finestra, entrano gli zombie e succede un po’ di casino…
Una piccola digressione: va dato atto a Parrucchiera Chiavabile di essere stata proprio un’ottima madre, ha cresciuto due figli che sono uno più testa di cazzo dell’altro: Dawson e Sam Becille.
Lasciamo per qualche istante i ragazzi di casa Chiavabile per dedicare due parole ad uno dei pochi motivi che mi spinge a continuare la visione di The Walking Dead. Sto parlando di Eugenio MacGyver e delle sue faccette imperturbabili:
Mito assoluto.
Mentre Eugenio viene salvato dal cadetto Tette Mahoney e da Rosita la Malvestita, in un’altra casa lì vicino si consuma lo scontro tra lo spirito da crocerossina di Bruce Morgan Lee che difende il prigioniero coi denti marci relegato in cantina, e la sete di sangue di suor Carol la Caritatevole che il tipo coi denti marci invece lo vuole sbudellare. Una tiritera straziante priva di qualsivolgia interesse e di cui sinceramente mi frega cazzi se non fosse pe la presenza della dottoressa Panic Station e dei suoi rotoli di adipe sudaticcio.
Vero mattatore della situazione (e probabilmente miglior personaggio apparso in quest’episodio) è proprio Denti Marci, che si rende protagonista di un discorso memorabile:
Dopo una serie di inutili bim bum bam ed una risible collutazione tra Morgan e Carol, il nostro amico Denti Marci si da alla fuga portandosi via come souvenir la dottoressa Panic Station. Un souvenir alquanto ingombrante, a dire il vero…
Ma torniamo nell’epicentro dell’azione: a casa Chiavabile. Qui scopriamo che ogni tanto The Walking Dead riesce ancora a stupirci. E così, inaspettatamente, arriva il momento più raccapriciante ed orrorifico raggiunto dal serial nelle ultime tre stagioni. L’urlo di Deanna Bignardi:
Lasciamo Deanna a morire e torniamo da Rick a cui viene una bellissima idea che ha letto sul fumetto di The Walking Dead: sbudellare due zombie e cospargersi di interiora per uscire indenni da casa. Perchè, in fondo, che mondo sarebbe senza budella?
Una tattica stealth a cui, se ben ricordate, Rick aveva fatto ricorso anche nella prima stagione…
…ma stavolta c’è una macroscopica differenza di cui lo Sceriffo Sciroccato sembra non tener conto: tra i membri del suo cazzatA-Team ci sono personaggi con il Q.I. di un gibbone e la prontezza di riflessi di una lumaca in coma, come Dawson, Prete Braveheart e, soprattutto, Sam Becille che si rende protagonista di questo epico finale:
Una scena palesemente ispirata a questa:
PS e poi non dimentichiamo la plausibile mossa di nascondere una bambina di un anno sotto un lenzuolo sporco di budella. Una bambina che, non si sa come, non piange!
Ma FERMI TUTTI! Dopo questo finalone adrenalinico, c’è pure la scena post-credit con un tizio che fa il posto di blocco alla camionetta di Zucchero ‘Daryl’ Fornaciari, Sasha Turbamenti ed Abrahamo Minchion (che, tra l’altro, è ancora vestito da generale Putzersofen). Il tizio dice “i vostri averi adesso appartengono a Nigan“.
E qui, all’amarezza per la banalità di questo midseason finale, si aggiunge l’amarezza per la pronunica ‘mmerigana “Nigan”… io l’ho sempre chiamato Negan, e mi sento profondamente turbato. Comunque sia, per la seconda parte di stagione (in arrivo il 15 febbraio) non resta che augurarsi solo una cosa: che Negan, anzi Nigan, li faccia fuori tutti. Tutti tranne Eugenio.
Concludo con una breve polemica a margine: qui su TWR si scherza ed io sono una persona pacata che accetta il contraddittorio, ma non venitemi a dire che è stato un bel finalino di stagione, o più in generale che è stata una bella prima parte di stagione… perché vi vengo a cercare a casa, vi rigo la macchina e vi lascio Sam Becille in affidamento.
Con questo vi saluto e vi ricordo che prima di rituffarci, a febbraio, nelle mediocri avventure degli Orfani di Cervello © di Rick, avremo molto altro di cui parlare e, tra poco più di due settimane, si torna in quella certa galassia lontana lontana…
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