TWR la (psico)analisi di Robocop, vivo o morto tu tornerai al cinema!

Gli anni ’80 ci hanno regalato film indimenticabili: si concluse la trilogia di Star Wars e poi arrivarono in ordine sparso Ritorno al Futuro, E.T., Indiana Jones, Gremlins, Ghostbusters, Goonies, Arma Letale, Lady Hawke, Nightmare, Terminator…
Ok, fermati: abbiamo capito il concetto.
Tutti film che ci hano fatto sognare e, per questo, impressi in maniera indelebile nella nostra mente.
E oggi, diciamoci la verità, siamo tutti terrorizzati da quello che potrebbe essere il rumoreggiato Ghostbusters 3, speriamo che la forza scorra potente in JJ Abrams, perché l’idea di Star Wars: Episodio VII un po’ ci spaventa. E le nostre paure sono fondate: ci sanguinano ancora gli occhi dopo aver visto il cassaintegrato Indiana Jones de il Teschio di Cristallo ed abbiamo ancora incontrollabili esplosioni di rabbia pensando a Jar Jar Binks.
Me Jar Jar essere maxima merda mai apparsa in cinema
Appunto. 

Insomma ad Hollywood le idee scarseggiano e ci si affida spesso all’usato sicuro. E’ quello che è successo a due cult di di Paul Verhoeven: Atto di Forza e Robocop
Atto di Forza (che in verità è del ’90) è tornato al cinema nel 2012 e non è stato poi così male. La sceneggiatura è stata modificata in maniera sostanziale e, tutto sommato, ne è venuto fuori un action/sci-fi piacevole (…naturalmente non poteva mancare la donna con le tre tette). Adesso ad inaugurare il 2014 cinematografic-nerd ci pensa il remake di Robocop.

Il Robocop del 1987 di Verhoeven interpretato da Peter Weller è un film che ha fatto epoca: all’originalità della sceneggiatura si univano cinismo, violenza splatter ed uno humour nero di grande effetto.
Questo nuovo Robocop, invece, è totalmente diverso per temi e sviluppo della trama: è un action/sci-fi in parte condizionato dal recente boom delle pellicole supereroistiche. 

Le differenze sono tante, ma iniziamo dal protagonista. Mentre il Robocop anni ’80 aveva la mobilità di un distributore automatico di sigarette, questo è un ninja robot di ultimerrima generazione: tipo Raiden di Metal Gear col visore ottico di Ciclope che, per di più, se ne va in giro su una moto stracazzuta. E poi via le cromature, il nuovo Alex Murphy è corazzato di nero… perché, si sa, il nero sfina.

La storia alla base è profondamente diversa e tutto il primo tempo scorre via raccontandoci la genesi del nuovo poliziotto robot come in ogni buona pellicola col supereroe di tipologia ‘origins’.
Per quato riguarda il cast, troviamo un discreto Alex Murphy, Joel Kinnaman (il protagonista del valido poliziesco AMC The Killing), Michael Keaton nei panni del Marchionne della robotica Raymond Sellars ed il sempre versatile Gary Oldman nel ruolo del dott. Dennett Norton antivirus.
Ma, chi ricorda il Robocop di Verhoeven, non può dimenticare i telegiornali che facevano da intermezzo alla storia ed erano corredati da assurde pubblicità come questa:

In questo nuovo Robocop di Jose Padilha, i telegiornali e gli spot sono stati sostituiti dal talk-show The Novak Element condotto da un irritante fascistoide interpretato Samuel L.Jackson. E, a proposito di riferimenti al primo film, non poteva mancare l’ED 209, il robottone che non sapeva scendere la scale… ma sembra che, dopo tanto tempo, abbia imparato. 

Hai rotto le palle: non fai altro che fare differenze col primo film!
E’ vero, ma è impossibile non farlo con un franchise ‘pesante’ come Robocop.
In ogni caso, come dicevo anche in precedenza, l’idea di discostarsi dall’originale paga e conferisce un’identità (seppur leggera ed action) a questo film che non ha la pretesa si scimmiottare quello che resta un grande classico del genere e che è diventato – oggi dopo 25 anni possiamo dirlo – un cult senza tempo.

Insomma, il nuovo Robocop offre due ore di buon intrattenimeto mixando azione, fantascienza e gli immancabili effetti speciali. Chiudo, tanto per cambiare, con un paragone: il 1987, anno di uscita di Robocop, è stato anche l’anno del debutto dell’Amiga 500. Se le mie partite a Monkey Island restano un ricordo indimenticabile della mia infanzia, ciò non toglie che oggi non mi possa divertire a giocare a Killzone Shadow Fall con la PS4… certo, forse tra 20 anni non lo ricorderò con lo stesso trasporto, ma comunque oggi mi ci diverto.

Alla prossima e… vivi o morti, voi andrete al cinema!

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