Siete pronti, amici d The Walking Rec? Peter Jackson ci “regala” per la quinta volta un biglietto A/R per la Terra di Mezzo!
Stavolta il benvenuto ce lo dà di persona, infatti proprio Jackson è il primo attore a comparire, in un cameo in perfetto stile Hitchcock, nella scena di apertura de La Desolazione di Smaug. Si tratta di una scena ambientata a Brea dove, in una sorta di prequel di Un Viaggio inaspettato (primo capitolo cinematografico de Lo Hobbit), ci viene mostrato il primo incontro tra Thorin Scudodiquercia e Gandalf.
– Ma che vevgogna! Questo Jackson come si pevmette di inventavsi pezzi di stovia che non sono pvesenti negli scvitti del maestvo Tolkien!?! –
Ma vedi, nerd saccente che sfortunatamente siedi al cinema di fronte a me e fai inutile sfoggio della conoscenza dell’argomento con una sventurata che ti sei portato al cinema (e che, comunque, non te la darà mai), Peter Jackson è molto rispettoso dell’opera originale e gran parte delle “aggiunte” che ha fatto ai film provengono da racconti o appendici alle opere di Tolkien. L’incontro tra Thorin e Gandalf a Brea, ad esempio, è narrato in La Cerca di Erebor (presente nella raccolta I Racconti Incompiuti) in cui vengono anche spiegati i motivi che spingono lo stregone a scegliere Bilbo come scassinatore per la compagnia dei nani.
Ma non volevo diventare più pedante di te, o pesantissimo vicino di cinema, avrei voluto parlare del film.
Dopo questo breve prologo, ritroviamo Bilbo, Gandalf, Thorin ed i nani durante il loro lungo viaggio verso la Montagna Solitaria con alle calcagna le truppe di Azog il Profanatore, l’orco albino.
– Guavda che sciocchezze! E quest’ovco cosa c’entva? Nel libro non c’è mica! –
Vedi irritante criticone con la erre moscia, come ti ho già spiegato, niente è stato fatto per caso. Azog è presente nelle Appendici del Signore degli Anelli, poi ok, ne Lo Hobbit non c’è, ma in un film un villain in carne ed ossa (visto che Sauron è un po’ “etereo”) ci deve pur essere!
Jackson, inoltre, va ad approfondire altri personaggi presenti nell’opera originale di Tolkien come Beorn il mutaforma, il modaiolo ed efebico re elfico Thranduil che vedete qui:
E, soprattutto, Bard l’arciere (ben interpretato da Luke Evans, che sarà la prossima reincarnazione di Eric Draven nel remake de Il Corvo). La versione cartacea di Bard, infatti, è abbastanza piatta e ben poco caratterizzata ma, vista la centralità che assumerà nella storia, su pellicola viene delineato a dovere.
La presenza di Thranduil, inoltre, serve un assist al regista per inserire nella pellicola il figlio del sovrano, che è nientepopodimenoché Legolas. Direttamente dal dimenticatoio di Hollywood riecco dunque Orlando Bloom nei panni dell’infallibile arciere elfico.
Ma, come insegna Liv Tyler/Arwen nella trilogia del Signore degli Anelli, in un film fantasy che si rispetti ci vuole una patata!
Ecco dunque un’invenzione 100% made in Jackson: Tauriel la ‘patatelfa’, interpretata da Evangeline Lilly che molti di voi ricorderanno nel ruolo di Kate, la leggendaria profumiera di Lost: 6 stagioni a tirarsela con Jack e Sawyer. E, visto che il lupo perde il pelo ma non il vizio, anche qui la vedremo protagonista di un triangolo amoroso altamente improbabile.
E comunque non mi pare tu abbia nulla da ridire sul fatto che Tauriel nei libri non c’era, vero saputello della fila davanti?
– No, in effetti questa non mi distuvba affatto… –
A proposito, anche Tauriel è un arciere… Peter, non avrai mica esagerato?
Altro grande (in tutti i sensi) protagonista di questo secondo capitolo de Lo Hobbit è il drago Smaug, ‘interpretato’ (per motion capture e doppiaggio) da Benedict Cumberbatch (che doppia anche Sauron).
Una piccola curiosità: Cumberbatch e Martin Freeman (l’attore che impersona Bilbo) sono Sherlock Holmes e Watson nella seguitissima serie BBC Sherlock.
– E poi evo io il saputello fastidioso –
Tu hai anche la forfora.
Menzione d’onore anche per lo straordinario Richard Armitage, nei panni di Thorin Scudodiquercia erede al trono di Erebor, eroe carismatico ed imperfetto: è lui il vero protagonista di questa nuova trilogia cinamatografica.
Insomma, grandi combattimenti, ambientazioni meravigliose e una sceneggiatura scorrevole e coinvolgente rendono La Desolazione di Smaug un fantastico viaggio di 160 minuti.
Grazie Peter Jackson.
Non ci resta che darci appuntamento tra 12 mesi per assistere alla conclusione della nuova epica trilogia ambientata nella Terra di Mezzo.
– Sono indignato, di cevto non vevvò a vedeve l’ulteviove mevcificazione dell’opeva del gvande Tolkien –
Tanto lo so che ci vedremo l’anno prossimo anche con te (purtroppo).