TWR la (psico)analisi di After Earth: il buco nero della fantascienza

Il nuovo film di M.Night Shyamalan” titolano i trailer. Sarebbe bastato questo per invitare tutti a NON andare al cinema.
Si, perché il sedicente “regista” (il virgolettato é d’obbligo) indiano col nome che sembra una supercazzola ha diretto un geniale capolavoro, Il Sesto Senso, ed un’interminabile sequela di epiche porcate, dal mediocre Unbreakable all’insignificante Signs, da The Village a Lady in the Water (dove per “water” non si intende l’acqua, “uoter”, ma la tazza del cesso, il water) senza dimenticare altra spazzatura come L’ultimo dominatore dell’aria o E venne il Giorno.
– “E venne il giorno” é quel “film” (come dici tu: il virgolettato é d’obbligo) dove le piante si incazzano ed iniziano a produrre una tossina che induce gli uomini a suicidarsi e poi Mark Wahlberg guida un gruppo di sopravvissuti come fossero in The Walking Dead solo che al posto degli zombies ci sono i pollini? –
Si, é proprio quello e comunque impara ad usare la punteggiatura.

Insomma ad Hollywood da quando é arrivato lui hanno avuto seri problemi con lo smaltimento rifiuti. Era dunque con animo rassegnato che mi avvicinavo alla prima “opera” (per la terza volta il virgolettato é d’obbligo) sci-fi di M.Night Qualchecosa con Will Smith e figlio. Più che uno sci-fi uno schi-fo.

La “trama” (ci ho preso gusto col virgolettato): gli umani hanno abbandonato il pianeta Terra ormai contaminato
– ‘inchia che novità: sarà successo solo in altri 867 film – 
e si sono rifugiati su un pianeta popolato da alieni che fiutano gli uomini dai feromoni che rilasciano quando sono spaventati (ideona da Oscar di M.Night Qualchecosa: l’alieno che fiuta i feromoni della paura!). Ed é qui che arriva il salvatore del genere umano, il cazzutisimo GENERALE CYPHER RAIGE, un nome da vero duro, ancora più tosto di Homer Simpson quando decide di farsi chiamare Max Power per diventare un vincente.
Il generale Raige é il primo Spettro della razza umana
come il comandante Shepard di Mass Effect? –
Esatto, proprio come lui… solo 10.000 volte meno fico.
Dicevo: perché Spettro? Perché gli alieni non sentono l’odore della sua paura da quando ha scoperto, in questo pianeta ai confini della galassia, IL DEODORANTE AXE AL BERGAMOTTO!
Il figlio del Generale Raige, seguendo la moda dei nomi esotici tanto in voga dall’avvento dei tronisti, si chiama Kitai (nome più adatto ad una Hyundai) ed é un apprendista Spettro. Ancora sprovvisto di deodorante al bergamotto, Hyundai Kitai turbodiesel puzza di paura.
Padre e figlio hanno un rapporto conflittuale e un bel giorno, per conoscersi meglio, vanno in gita con la navicella spaziale, ma ad un certo punto (o ad un punto certo) succede quello che accade in ogni film con le navicelle: la pioggia di asteroidi.

“- Formazioni asteroidi categoria 4 a 2.000Km a dritta, inclinazione +4/5.
– C’è una vibrazione del gravitone nella fusoliera.
– Ma come ha fatto a rilevarla?
– L’aumento del gravitone potrebbe significare espansione della massa, la tempesta può colpirci a minuti.
– Ma signore, la massa si espande una volta su 1 milione.
– Se navighiamo fuori da qui il peso del nostro gravitone può fungere da innesco…”
Si, ma per la supercazzola prematurata con doppio scappellamento a destra come se fosse il gravitone di antani! 

Insomma, dopo questo allucinante dialogo imperniato sul “gravitone” (che, vi garantisco, è riportanto esattamente come nel film), la nave precipita sulla Terra disabitata da anni. A sopravvivere allo schianto saranno solo il principe di Bel Air e Carlton il generale Raige, il figlio ed un alieno che trasportavano nella stiva (sarebbe stato meglio fossero morti tutti e via coi titoli di coda). Ma Raige padre si é rotto il femore e allora tocca al figlio monoespressivo vagare alla ricerca di un radiofaro per avvisare forestale e Croce Rossa.

Da qui in poi il “film” é come un videogame, Jaden Smith/Kitai Raige va in giro per la Terra abitata solo da creature animali, incontrando prima nemici più piccoli, le scimmie, poi via via più grossi, un uccello creato con una computer grafica degna della melevisione, un felino e, in cima ad un vulcano, il boss di fine livello: l’alieno sniffapaura. Il tutto facendo la dovuta attenzione ai livelli di aria che, durante il gioco film, Jaden inalerà da apparecchietti uguali ad occhi di bue alla marmellata.
C’è però una macroscopica differenza rispetto ai videogames che siamo abituati a giocare sulle nostre console: i giochi hanno una trama, After Earth no. 

Altre pecche (se non vi fossero bastate quelle sopraelencate): la totale assenza di espressioni del figlio di Will Smith, carismatico come un comodino laccato per 90 minuti; la colonna sonora assente in tutto il film eccezion fatta per l’inspida musichetta trionfale dopo lo scontro con l’alieno e, più in generale, la noia mortale che vi attanaglierà durante la visione. Noia che vi spingerà a schiaffeggiarvi per aver deciso di assistere a questo mortificante scempio della fantascienza.

Un film talmente privo di personalità che anche l’addetto alla locandina si scocciava a realizzarne una ed ha pensato di copiare quella di Oblivion. In una sola parola: STRAZIANTE.

M. Night Sciacquamilan, nella vana speranza di replicare il successo de Il Sesto Senso, ha sempre la pretesa di realizzare film originali permeati da un alone di mistero ma l’unico mistero da svelare è l’oscuro motivo per cui ad Hollywood contuinino a dare fiducia ad un sedicente cineasta che non ha nulla da dire.

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