“Quando disegno dei nasoni grandi, a pera, voglio avvertire la gente che si tratta di una storia soft, quando invece comincio a fare i nasi a becco allora si tratta di storie dure”
Questo, ciò che affermava Paz, riferendosi – naturalmente – alla creatura più caratteristica, bastarda, politicamente scorretta, sgradevole e cinica che abbia creato: lo studente teppista pluri-ripetenete Massimo Zanardi. Le storie di questo inquietante, quanto coinvolgente, personaggio dai capelli biondi e dagli occhi di ghiaccio, furono pubblicate – nel corso degli anni ’80 – da alcune delle più importanti riviste di fumetti dell’epoca: Frigidaire, Corto Maltese, alter alter e Comic Art. Le stesse avventure vennero poi ripubblicate diverse volte (ed ogni volta esaurite), ma mai in maniera unitaria e onnicomprensiva. Oggi, per la prima volta, Fandango Libri ci propone una raccolta completa delle storie di questo teppista dal naso a becco, dal titolo Tutto Zanardi. Un’opera fondamentale, non solo per comprendere la psicologia del personaggio di Massimo Zanardi, ma anche per cogliere appieno l’evoluzione stilistica, culturale, ideologica e narrativa di Andrea Pazienza.
Naturalmente, la maggior parte di voi sa bene di cosa sto parlando, così come conosce a fondo la figura di Zanardi. Tuttavia, trattandosi di storie piuttosto datate (1981-1986), ritengo sia utile fornire qualche piccolo chiarimento in merito al personaggio di Zanna a tutti coloro che ancora non lo conoscessero.
Chi è Zanna?
Massimo Zanardi, detto Zanna, è un singolare personaggio dei fumetti, nato dalla matita Andrea Pazienza all’inizio degli anni ‘80. Liceale perfido e privo di regole, Zanna è stato a lungo un vero simbolo della generazione del tempo, incarnando alla perfezione la figura dell’odioso bullo che riesce sempre a farla franca. Lo stesso Pazienza descrive Zanna come “l’amico che da piccolo te le faceva passare nere… quello che noi avremmo voluto schiacciare, ma è anche la persona alla quale maggiormente avremmo voluto somigliare”, in tal modo rendendo perfettamente l’idea di ciò che Zanardi ha rappresentato e ancora rappresenta: un carismatico antieroe che tutti, in un modo o nell’altro, abbiamo conosciuto nel corso della nostra vita.
Si, perché, per quanto si possa disprezzare Zanna, riesce impossibile non essere irrimediabilmente attratti da questa viscida e spregevole figura. Più il nostro (anti)eroe si macchia di gesti feroci e abietti, più ai nostri occhi appare uscirne sempre vincitore. Ogni tentativo di odiarlo è inutile: Zanardi è tutto ciò che abbiamo sempre detestato e – al tempo stesso – ciò che saremmo voluti essere almeno una volta nella vita.
Zanna ha 21 anni e frequenta il liceo scientifico Fermi di Bologna insieme ai suoi due inseparabili compagni di avventure: Petrilli (Pietra) e Colasanti (Colas). I tre protagonisti sono la perfetta rappresentazione della società “civile” del tempo (ma anche di quella attuale); una società borghese nella quale importa principalmente l’apparire, prima che l’essere. Proprio contro questo perbenismo medio-borghese si scaglia la violenza di Zanna & soci, le cui azioni – esattamente come accade per Alex e i drughi di Arancia Meccanica – sembrano alimentate unicamente dal desiderio di spezzare la noiosa monotonia che attanaglia le loro tristi giornate. Contrariamente ai lavori precedenti (Le straordinarie avventure di Pentothal), infatti, Pazienza mette da parte il perseguimento di alti ideali di cambiamento (contestazione studentesca), per fare spazio ad un nichilismo esasperato, figlio della consapevolezza di non poter cambiare il mondo e del bisogno di rappresentare la realtà nel modo più crudo possibile.
Zanardi non è uno stupido; anzi, ogni suo gesto sembra sempre calcolato e strumentale al raggiungimento dello scopo voluto. La realizzazione di tutti i suoi più subdoli intenti, infatti, passa ogni volta attraverso le sue malefiche e geniali pensate; ed anche i suoi compagni gli riconoscono tacitamente lo status di leader. Non sono, dunque, superficialità o interesse economico a muovere le azioni di Zanna e dei suoi amici, quanto piuttosto la totale mancanza di ideali, unita alla evidente intolleranza nei confronti di quelli altrui. In loro è facile scorgere le caratteristiche proprie dei giovani del loro tempo; quelli dell’epoca immediatamente successiva agli anni della dura contestazione. Un progressivo venir meno di quegli ideali di rivoluzione sociale che hanno guidato i movimenti degli anni precedenti; ed un sempre più comune e diffuso senso di rassegnazione. Un degrado ideologico che sfocia nel nichilismo e nel disagio esistenziale.
I protagonisti
Come detto, ciò che stupisce maggiormente nelle storie di Zanardi è l’inevitabile affezione nei confronti dei tre miserabili protagonisti. Nonostante le reiterate nefandezze perpetrate dal pessimo trio (omicidi, stupri, furti, ricatti, etc..), il lettore finisce irrimediabilmente per parteggiare per questi tre giovani disadattati; così sfrontati e insolenti da assurgere al rango di uomini spiritualmente e ideologicamente liberi. Liberi di non adeguarsi alle convenzioni sociali e di scegliere di essere pienamente se stessi, a prescindere dal giudizio degli altri.
E’ inevitabile, come detto, provare simpatia per Zanna e i suoi amici: l’affascinante, ricco e impassibile Roberto Colasanti, detto Colas e lo sfigato per eccellenza Sergino Petrilli detto Pietra. Il primo, feroce e spietato, proprio come Zanna, rappresenta la spalla perfetta di quest’ultimo; il secondo, più mite, vigliacco e caricaturale, incarna appieno le caratteristiche dell’amico invidioso e colmo di rabbia che si lascia trascinare dai compagni più popolari, nel vano tentativo di apparire diverso da ciò che è. Figure tristemente reali, che è impossibile non aver mai incontrato nel corso della vita; e che, proprio per tale ragione, appaiono profonde, nella loro apparente superficialità.
Le Storie
Il volume, come detto, raccoglie per la prima volta tutte le storie di Zanardi, offrendo in questo modo al lettore uno strumento valido per comprenderne appieno l’evoluzione stilistica e narrativa di Paz. All’interno si possono apprezzare racconti storici come Giallo Scolastico, Verde Matematico o lo splendido Lupi, nei quali l’autore inserisce il protagonista nei contesti più disparati. L’ambientazione del fumetto si sposta infatti da quella inizialmente bolognese, a quella di altre differenti location frequentate in vita da Pazienza; mentre, nella fase finale della produzione è invece possibile osservare Zanardi sul fronte russo nel 1942, alle prese con la seconda guerra mondiale, o addirittura catapultato in mezzo alle crociate nello splendido, e purtroppo incompiuto, Zanardi medievale. Una varietà di scenari e di tematiche trattate, che rendono perfettamente l’idea del percorso seguito da Pazienza nel corso della sua breve ma intensa carriera.
Cosa rappresenta Zanardi
E’ lo stesso Pazienza che ci parla di Zanardi nel corso di un’intervista pubblicata su Linus dell’ottobre 1981. “La caratteristica principale di Zanardi – afferma l’autore – è il vuoto. L’assoluto vuoto che permea ogni azione”. Zanardi è dunque la rappresentazione di un male generazionale: un ragazzo privo di ideali, inserito in un periodo di fermento culturale e rivoluzionario. Zanna – al pari di molti giovani del tempo – non sembra interessato a quegli ideali di cambiamento, a quella lotta sociale e culturale; e non perché non ne condivida i principi, ma semplicemente perché capisce da solo l’inutilità di tutto ciò. Zanardi è inconsapevolmente cosciente del fatto che ogni cambiamento è servito, serve e servirà unicamente a riportare le cose al punto di partenza. In un certo senso, Zanna si burla e si approfitta delle ragioni che muovono il prossimo; un po’ come la cicala che deride l’operosità della formica. Una cicala alla quale, però, i fatti danno infine ragione.
Non solo. Ma le storie di Zanardi rappresentano – ancor più delle altre firmate da Pazienza – il segno di un rinnovamento stilistico, linguistico e soprattutto contenutistico. Pazienza riesce a parlare di temi alti, trattando questioni marginali e storie, di per sé, effimere. Nelle avventure di questo antieroe, ciò che conta davvero non è quello che viene descritto, ma piuttosto ciò che viene taciuto. Non è, infatti, dalle infami azioni di Zanardi e dei suoi amici/tirapiedi che riusciamo a cogliere il messaggio che intende trasmetterci l’autore, quanto piuttosto dai silenzi che precedono o seguono le stesse. Uno stile che, indiscutibilmente, ha modificato per sempre il mondo del fumetto e dell’arte in generale.
Perché comprare questo volume
Tutto Zanardi non è soltanto uno strumento per conoscere il pensiero e l’arte di Andrea Pazienza, ma è anche e soprattutto un tassello necessario per comprendere la storia e l’evoluzione del fumetto italiano. La tecnica utilizzata dall’autore per trattare le tematiche proposte ha tracciato il solco seguito del movimento fumettistico e letterario degli anni seguenti. Tuttavia, non è questo il motivo per il quale insisto nel consigliarvi a tutti i costi l’acquisto di quest’opera. Il motivo è piuttosto che Zanardi è un personaggio unico, originale e carismatico, proprio come il suo autore. Un personaggio senza filtri, letteralmente in grado di ipnotizzare il lettore e di portarlo dalla sua parte, nonostante i gesti miserabili di cui si rende protagonista. Lo stesso Paz sembra essere completamente rapito dalla figura di Zanna, tanto da ammettere di non avere pieno controllo su di lui. Un po’ come se Massimo Zanardi vivesse di vita propria e non fosse più controllabile dal suo stesso creatore. Un personaggio – come afferma lo stesso Pazienza – persino più grande di lui.
“Perché il freddo, quello vero, sa essere qui, in fondo al mio cuore di sbarbo”
Andrea Pazienza (Giallo Scolastico -1981)