Eh, chi sono?
Per quanto le tematiche e le modalità di esecuzione siano differenti da quelle oggi, il Moniker Champions è in realtà una reminiscenza Marvel datata 1975. All’epoca, il team organizzato da Tony Isabella subì immediatamente una variazione dovuta all’eliminazione di Black Goliath, una sua creazione, e la line-up fu definita dai consigli dell’editor di quel periodo, Len Wein: Angelo, Bobby Drake, Black Widow, Hercules e Ghost Rider. Il co-creatore di Swamp Thing convinse quindi Isabella ad ampliare il gruppo a cinque membri e la serie riuscì a sopravvivere per tre anni e diciassette numeri complessivi.
Il nome, a causa di dispute legali con la Heroic Publishing, fu scartato per la nuova serie di Matt Fraction e Barry Kitson e il supergruppo di eroi completamente nuovi organizzato nel periodo Iniziativa post-Civil War fu chiamato The Order. Quest’ultimo era un altro nome già utilizzato pochi anni prima, nel 2002, per una Mini-Serie di Sei numeri con protagonisti alcuni tra i membri originali dei Difensori.
Arriviamo dunque al tardo 2016 statunitense. Il mondo Marvel è in piena Civil War II e Mark Waid sta gestendo un gruppo instabile di Vendicatori a metà tra eroi d’esperienza e giovani virgulti. Thor, Captain Falcon, Iron Man e Visione guidano la vecchia guardia e ad essi si aggiungono Miles Morales, Ms Marvel e Nova. Il team si sfalda rapidamente e la chiusura della Seconda Guerra Civile coincide cronologicamente con il capitombolo del team All New, All Different Avengers. Le differenti ideologie delle due generazioni, perennemente in contrasto, portano inevitabilmente ad una rottura e i membri più giovani si distaccano per imboccare una strada personale, lontana dalle presunte ipocrisie dei membri più attempati.
Dallo scisma nascono i Champions, nome finalmente libero dalle beghe legali. Guidati dalla sapiente penna di Mark Waid e disegnati da Humberto Ramos, il gruppo di eroi imberbi è per ora composto da Ms. Marvel, Miles Morales, Nova, Amadeus Cho aka Chulk, Viv Vision e il giovane Scott Summers. Direttamente dal nuovo status quo post-Civil War 2, i Champions si impongono come idealisti disillusi, un ossimoro che affonda le sue radici nelle delusioni riscontrate nei confronti dei Vendicatori classici e nella volontà di proporre un nuovo modello di supereroismo.
La volontà del team creativo e dell’editor Tom Brevoort è quella di impostare un nuovo street-level per il team. L’obiettivo dei giovani supereroi è quello di cambiare il mondo, uno scopo in grado di essere raggiunto soltanto partendo dal basso. L’idea, esattamente come dimostrato dall’atteggiamento dei componenti, non è tanto quella di creare un gruppo di eroi, quanto quella di mettere in piedi un movimento ideologico che si possa espandere in tutto il globo partendo dalle loro azioni. Il leitmotiv dell’utilizzo di #Champions come hashtag sulle piattaforme social, supportato dalle loro imprese, è una delle tante dimostrazioni.
L’idea, secondo le dichiarazioni di Brevoort e Waid, è quella di mescolare il più puro e semplice action-adventure supereroistico con le tematiche d’attualità. Un obiettivo audace, pienamente raggiunto grazie all’esperienza di un veterano come Mark Waid: maggiore importanza all’azione puramente eroica, toccata in linea generale da un numero variegato di argomenti scabrosi. In questo modo l’ombra della Social Justice degna dei peggiori anfratti di Tumblr resta relegata nel web, i discorsi idealisti di alcuni personaggi si mantengono coerenti con la caratterizzazione e i pipponi moralizzatori sono categoricamente moderati.
L’equilibrio della narrazione si mantiene grazie alla diversità delle voci dei protagonisti, ciascuna dosata con precisione e tratta pedissequamente dalle loro serie principali. L’attenzione di Waid per le singole fonti originali è evidente ed ogni personaggio rispetta la personalità del suo scrittore personale. Allo stesso modo personaggi acerbi come la splendida Viv Vision crescono a partire dalle basi già impostate precedentemente. Il lavoro certosino di Waid è fenomenale da un lato ma poco casual-reader friendly dall’altro.
La sinergia tra la penna dell’esperto Waid e dell’ipercinetico Ramos è incredibile. Già coppia creativa ai tempi di Impulse, lo scrittore si affida a matite incredibilmente nette nel loro essere amate o odiate. A prescindere dall’opinione personale, Ramos è perfettamente a suo agio con i Champions e le sue tavole mostrano miglioramenti mostruosi. Edgar Delgado e Vicor Olazaba, colorista ed inchiostratore dell’artista dai primissimi tempi di Amazing Spider-Man, seguono il percorso qualitativo del disegnatore.
La freschezza dei Champions risiede nella nuove modalità di narrazione, nella sperimentazione a metà tra la leggendaria Young Justice di Peter David e i recenti Young Avengers della coppia Gillen-McKelvie. Un’avventura supereroistica giovanile permeata da una profonda consapevolezza. Una lettura consigliatissima per coloro alla ricerca di una prospettiva diversa nell’universo Vendicativo targato Marvel.
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