La clamorosa e storica topica sulla premiazione del miglior film ha inevitabilmente calamitato l’attenzione del popolo dell’internet, ma la notte degli Oscar al Kodak Theatre ha riservato molto, molto altro. E non possiamo non partire dal ritorno alla ribalta di Mel Gibson.
Dopo 10 anni da Apocalypto, Mel è nuovamente sulla cresta dell’onda per Hacksaw Ridge (trasformato dall’omino delle traduzioni italiane ne “La Battaglia di Hacksaw Ridge” che altrimenti il pubblico non capiva che era un film di guerra). Il biopic sulle gesta del soldato obiettore Desmond Doss spiccava, oltre che per la vicenda umana del protagonista, per una battaglia visivamente strabiliante e, nota di merito al responsabile degli effetti visivi, anche per come è stato ricreato in CGI il collo di Andrew Garfield.
Purtroppo Mel ha perso la statuetta come miglior regista in favore di quel fighetto magrolino di Damien Chazelle (La La Land) che diventa il più giovane vincitore di un Oscar per la regia.
Se fossero andati a scuola assieme, non ci sono dubbi: Mel lo avrebbe bullizzato. In ogni caso, come dicevo prima, Mel è tornato, ammiratelo in tutto il suo inarrivabile splendore.
Il suo Hacksaw Ridge porta a casa il premio per il montaggio, mentre i due premi per la sceneggiatura, originale e non originale, vanno rispettivamente a Manchester By The Sea e Moonlight.
Per quanto riguarda attori e attrici premiati, nessuna sorpresa. Come attore protagonista vince Casey Affleck per Manchester by The Sea nel commovente ruolo dello zio inespressivo che si ritrova tra capo e collo a dover adottare il nipote
Ok, per carità, per il ruolo che ha ricoperto in Manchester by The Sea quel suo essere monocorde è perfetto, però Ryan Gosling ha cantato, ballato, suonato e recitato alla grande in La La Land. Cos’altro avrebbe dovuto fare uno per meritarsi la statuetta? Eseguire un vero trapianto di cuore ad una comparsa?
Comunque, Casey dopo un virile abbraccio con il mento di suo fratello Ben, ha ringraziato, tra gli altri, anche Denzel Washington per essere stato uno dei suoi modelli di recitazione ma Denzel – candidato a sua volta e seduto accanto alla moglie che sfoggiava un’acconciatura realizzata da Renzo Piano – non l’ha presa per niente bene.
Emma Stone, dopo la nomination come miglior attrice non protagonista per Birdman, vince al secondo tentativo la statuetta come attrice protagonista per La La Land. Come attrice non protagonista il premio va a Viola Davis per Barriere. La Davis è un volto noto soprattutto per Le Regole del Delitto Perfetto (quella serie TV dove ci sono omicidi e coiti in quantità con una colonna sonora pop-acchiappona in sottofondo) ed è nota al pubblico nerd anche per il ruolo di Amanda Wallera in Suicide Squad film che, incredibile ma vero, ha vinto un Oscar per trucco e parrucco. I DCfag della rete esultano.
Intanto Nicole Kidman in platea applaude…
Sì, Nicole Kidman si sta preparando per venire a rubarvi il Natale… e no, la gif non è ritoccata.
Miglior attore non protagonista è Mahershala Ali per l’eccellente interpretazione dello spacciatore Juan in Moonlight. Anche Ali è una faccia nota gli appassionati di serie TV: è infatti il lobbista Remy Danton di House of Cards ed il villain Cottonmouth di Luke Cage. Per celebrare la sua vittoria, ecco la compliation delle sue risate nella serie TV Marvel:
A rubare la scena però è la clamorosa topica di Faye Dunaway e Warren Beatty, insieme per il 50enario di Gangster Movie e chiamati sul palco ad annunciare il miglior film. I geriatrico duo si è ritrovato tra le mani la busta con il vincitore della categoria “Attrice non protagonista” e, per questo, la Dunaway ha pensato bene di annunciare come film vincitore La La Land. Dopo tre minuti buoni di ringraziamenti da parte dei produttori del musical di Chazelle, uno di loro annuncia che INVECE NO aveva vinto Moonlight.
E così in rete la battuta ‘Ha vinto la la l’altro’ è diventata virale e già alle 9,30 di stamattina aveva sbriciolato la sacca scrotale dell’utenza.
Va detto che mai come quest’anno il pubblico si è diviso in chi ha amato La La Land e chi lo ha odiato (con tanto di hashtag #fucklalaland et similia). Un campanilismo che non ha nulla da invidiare al risibile eterno conflitto tra gli integralisti Marvel (i cinecomic giocherelloni e colorati) e quelli DC (i cinecomic depressoni e desaturati).
Tra i LaLaLovers sicuramente Gianni Canova che dagli studi di Sky tuona “Tra 20 anni ci si ricorderà di La La Land, non di Moonlight”. SBAM!. E intanto io sono triste perché il povero Arrival, il mio preferito tra i film di quest’anno, se ne torna a casa con la sola statuetta per il montaggio sonoro.
In chiusura una parolina sul conduttore Jimmy Kimmel con le sue ridondanti battute su Matt Damon, che è stato divertente più o meno come una puntata di Colorado, che a sua volta è divertente quanto l’avere una pianta grassa nelle mutande. Kimmel perde nettamente il confronto col suo collega Jimmy Fallon, recente host della notte dei Golden Globes, che gli fa un inappellabile 6-0 6-0. Ricordate la straordinaria sequenza di apertura dei Globes? Rivediamola che non fa mai male:
Per questa notte degli Oscar è tutto, io vi saluto ricordandovi che se volete evitare che Nicole Kidman venga a casa vostra a darvi un ceffone, vi offro asilo sulla mia pagina Facebook:
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