Non è facile gestire personaggi con una psicologia complessa; a maggior ragione, non è per niente facile gestire personaggi con una psicologia estremamente complessa. Warren Ellis ci riesce alla perfezione, cimentandosi con il simbionte alieno Carnage – vi viene in mente qualcuno con una psicologia più disturbata? – nel “one-shot” intitolato Carnage: Mindbomb, da noi reso come Bomba Mentale.
Quando viene pubblicata per la prima volta, nel 1996 (non in una testata regolare ma bensì in un albo speciale), la storia non passa di certo inosservata; il numero uscì recante in copertina un monito perlopiù inedito per quanto riguarda le pubblicazioni Marvel di allora come di oggi: “consigliato ad un pubblico maturo“.
E il contenuto delle 32 pagine dell’albo è dedicato ad un pubblico decisamente maturo. Già, perché quelle 32 pagine sono puro horror, pura devianza mentale, puro incubo. Un terribile incubo, viene da specificare, parto di Warren Ellis, autore che delle opere “estreme” ha ormai fatto la sua bandiera, e di Kyle Hotz, disegnatore decisamente adatto al genere orrorifico.
Recentemente ristampata nel volume del 2006 Dark Side n° 18 – Venom, un allegato alla Gazzetta dello Sport, la storia è qualcosa di dannatamente memorabile. Lascia un segno indelebile nella mente del lettore, cerca di ledere la sua sanità mentale, tenta di disgustarlo come può.
La trama, di per sé, non è particolarmente complessa: Cletus Kasady, alias Carnage, è detenuto in un manicomio criminale, il Ravencroft. Fallito ogni tentativo di cura del maniaco omicida da parte della dottoressa Kafka, quest’ultima si vedrà costretta a chiamare uno specialista da Washington, il dottor Kurtz, uno psichiatra inquietante e dai metodi alquanto privi di tatto. Egli penetrerà nella mente del killer, ma quello che vedrà non gli piacerà affatto e si troverà costretto ad affrontarne le conseguenze, perso il controllo della situazione. Da una trama così scarna si stenta a credere che quello che Warren Ellis riesca a tirar fuori sia un vero e proprio gioiellino, una perla del fumetto splatterpunk.
Coadiuvato magistralmente dalle disturbanti tavole di Hotz, Ellis con il suo Carnage: Mindbomb non lascia indifferenti nemmeno per un attimo: la narrazione prosegue per lo più attraverso le parole dello stesso Cletus Kasady e non manca di sconcertare il lettore a ogni sua malata affermazione, di impressionarlo, di provocarlo. Pur essendo una storia di Carnage, l’attenzione è puntata tutta sull’uomo lasciando praticamente in ombra il simbionte. Ciò che Warren Ellis vuol fare, riuscendoci appieno, è mostrare come la mente del maniaco omicida sia qualcosa di più terrificante del simbionte stesso, come la psicologia del serial killer sia addirittura più aliena dello stesso Carnage; ma, se quello che a un prima occhiata sembrerebbe solo un pretesto per ripugnare il lettore, a una più attenta lettura nasconde invece un’acutissima critica alla società contemporanea, tema tipico delle produzioni di Ellis – vedasi per esempio Iron Man: Extremis, dov’è duramente criticata la società americana. Come vuole la migliore tradizione del genere splatterpunk, l’autore denuncia l’orrore e la pazzia nascosti nella vita di tutti i giorni dietro a ogni persona e a ogni suo gesto, a dispetto dell’innocuo aspetto esteriore.
Le tavole di Hotz sono perlopiù costellate di ampie vignette atte a diluire i tempi narrativi, focalizzare l’attenzione del lettore sullo stato d’animo del personaggio e a incrementare l’atmosfera densa d’angoscia; ciò è comprovato dai ripetuti primi piani dei personaggi. Frequenti sono le splash pages, di grande effetto visivo, curate nei minimi particolari e utilizzate soprattutto per enfatizzare gli incubi descritti da Cletus Kasady. Il tratto del disegnatore è veramente impressionante: non mancherà di causare fastidio e ribrezzo nel fruitore, come d’altronde richiede la storia, pur rimanendo sempre del tutto affascinante e ligio alla cura dei più minimi particolari. Il finale, cupo e molto amaro, getta ancor meglio luce sulla complessa psiche di Carnage e, sommato a tutti i precedenti avvenimenti, suggerisce che proprio a causa di tale psiche l’uomo sia riuscito persino a soggiogare il simbionte, relegando quest’ultimo al ruolo di semplice macchina per uccidere.
E’ una lettura che consiglio sicuramente a chiunque sia attratto dal mondo di Venom, Carnage e dei simbionti, ma anche e soprattutto a chiunque desideri leggere un ottimo prodotto orrorifico, adulto sotto ogni aspetto.
“Ti ho mostrato le cose peggiori del mondo perché è di queste che il mondo è fatto. Tutto è marcio! Cominci a capirmi? E’ tutto marcio… e io ne vado pazzo!! […] Non si può sparare al caos. E non lo puoi tenere rinchiuso a lungo.”
Preparatevi a scontrarvi con la pazzia.