Dopo anni e anni di storie sui supereroi, nel corso degli anni ’80 alcuni autori illuminati provavano a presentare al mondo fumettistisco alcune varianti di quel tema ormai in auge da parecchio tempo. Fu così che un certo Alan Moore, accortosi che la sua geniale mente era in grado concepire qualcosa che andasse oltre il concetto di “grandi-poteri-grandi-responsabilità“, provò ad allontanarsi dal modello classico di storie supereroistiche, in favore di un’analisi più realistica, umanizzata e profonda del Superuomo.
L’intuizione di Moore, naturalmente, non passò inosservata, ma anzi servì a porre le basi affiché altri brillanti autori dell’epoca formulassero e proponessero storie e personaggi in grado di cambiare per sempre il nostro modo di vedere i supereroi e il fumetto mainstream in generale. La chiamarono “decostruzione del supereroe” e, grazie ad essa, oggi noi lettori godiamo di quelle opere immortali come Miracleman, The Dark Knight Return, Lo Squadrone Supremo, Watchmen e tantissime altre storie più o meno note che hanno contribuito a ingigantire e declinare all’infinito questo fertile filone narrativo.
Curioso, dunque, che un simile processo di inversione dei canoni classici non fosse mai avvenuto nell’ambito di un genere così in voga come quello del battle shonen giapponese. Un genere di enorme successo che, a partire da Hokuto no Ken, Saint Seiya e Dragon Ball, fino ad arrivare ai più recenti One Piece, Naruto e Bleach, ha sempre presentato uno schema narrativo assai simile e ripetitivo, in cui il protagonista era costretto a misurarsi con nemici sempre più forti, ma soprattutto con se stesso e coi propri limiti, per salvare il mondo e le persone che gli stanno a cuore. Uno schema che fa cardine sul c.d. power up; e cioè sulla costante necessità di affrontare i propri limiti e superarli, per poter giungere al risultato prefissato.
Ecco, questo è proprio ciò che NON accade in OnePunch Man. Un manga battle shonen che si propone di parodiare i classici da cui prende spunto, senza però rinunciare ad alcune delle caratteristiche più note e di successo del predetto genere. In OPM, infatti, troviamo un protagonista, Saitama, che non ha alcuna necessità di superare i propri limiti, proprio perché lo ha già fatto sin dall’inizio. Saitama è già il più forte; con la conseguenza che qualsiasi nemico gli si pari davanti, per lui sarà soltanto l’ennesimo noiosissimo pugno da sferrare.
In un mondo infestato da demoni, mostri e supercattivi, il protagonista si trova quasi in difficoltà a causa della sua evidente superiorità rispetto a chiunque altro. Il suo pugno, frutto di semplici allenamenti, è in grado di anninetare qualunque minaccia egli incontri sulla sua strada; e questo fa di lui, sia un supereroe imbattibile, che un ragazzo molto molto annoiato. Pian piano, lo scopo di Saitama diventa quello di trovare qualcuno capace di fronteggiarlo, anche se per pochi secondi, in un vero scontro. Qualcuno che non cada al tappeto al primo potentissimo pugno del nostro eroe.
Questa affannosa ricerca diventa sin da subito il pretesto per dar vita ad una coloratissima e variegata sfilata di nemici, pescati da ogni angolo del più classico universo shonen. Macchiette improbabili frutto di citazioni neppure troppo velate, fanno da contesto alla singolare storia di OPM, un fumetto ben costruito e ottimamente disegnato che prende in giro il il mondo degli shonen, conservando una propria identità e senza mai scadere nella banale parodia. Un umorismo in grado di coinvolgere anche lettori più maturi, fatto di dialoghi spassosi che ricalcano le dinamiche più ricorrenti del genere e di scontri apparentemente mortali, ma che si risolvono inevitabilemente con un unico, devastante, pugno sul muso.
Ma, come detto, nonostante si tratti di una parodia del genere, OPM non rinuncia a quelle caratteristiche tipiche che hanno reso i battle shonen così seguiti, facendo attenzione, però, ad utilizzarle a proporio vantaggio, in modo da sortire un effetto assai diverso rispetto a quello a cui siamo abituati. E’ così che la trama di fondo quasi scompare di fronte alla godibilità della lettura e alla carettizzazione di personaggi conprimari che, tuttavia, mirano a toccare più le corde umoristiche del lettore, piuttosto che il suo coinvolgimento emotivo.
Scritto dal fumettista amatoriale ONE e disegnato dal già noto Yusuke Murata, OnePunch Man è un manga certamente atipico e originale che non può mancare sugli scaffali di un amante del genere. Inoltre, come detto in premessa, si tratta di un fumetto fortemente innovativo dal punto di vista stilistico e narrativo; il che fa di questo prodotto uno spunto di riflessione importante per comprendere la direzione che questo genere potrebbe intraprendere negli anni a venire. Edito in Italia da Planet Manga al prezzo di € 4,50 a volume.