X-Files 10×06 analisi e recensione

The X-Files è finito… o forse no. L’episodio 6×10 lascia letteralmente a bocca aperta, sia che vi sia piaciuto sia se avete voglia di andare a prendere Chris Carter fino a casa per malmenarlo. Approfondiamo più avanti. (Seguono Spoiler)

L’episodio 10×06 My Struggle II è la naturale continuazione della prima puntata di questa miniserie revival e si apre con un prologo nel quale Scully ripercorre 9 anni di X-Files proprio come aveva fatto Mulder nella 10×01 My Struggle I.

Dopo la sigla scopriamo che Mulder è sparito (per la ventordicesima volta da quando lo conosciamo) e che Tad O’Malley (Joel McHale), il telepredicatore della dietrologia conosciuto nella première, è tornato sul web con nuove scottanti rivelazioni: stiamo per morire tutti!

O’Malley sostiene che i cospiratori che reggono il mondo abbiano manipolato il nostro DNA mischiandolo con quello alieno, abbattendo così le difese immunitarie, col chiaro scopo di farci estinguere. Scully, che nel primo episodio aveva scoperto di possedere genoma extraterrestre, vede apparire davanti a sè tutti i suoi fantasmi. Per di più la casa di Mulder è stata messa a soqquadro, amplificando ulteriormente l’angoscia della rossa agente dell’F.B.I.

Ad indagare sulla sparizione di Mulder vengono incaricati i giovani agenti Miller (Robbie Amell) ed Einstein (Lauren Ambrose), conosciuti nello scorso episodio. Il primo, da buon segugio , va alla caccia dell’agente scomparso. La seconda, che è un medico, resta in ospedale a dare una mano a Scully visto che i cattivi presagi cominciano a palesarsi.

 

Improvvisamente, però, dal passato ritorna una vecchia conoscenza degli X-Files, l’agente speciale Monica Reyes (Annabeth Gish) la quale aiuta Scully a ricomporre parte di questo difficilissimo puzzle: dietro il complotto c’è l’Uomo che fuma (William B. Davis) che è vivo e vegeto ed è scampato miracolasamente alla morte 14 anni prima. Il tabagista malefico vuole fare estinguere la razza umana risparmiando solo un gruppo di eletti. Tra questi eletti c’è anche Scully grazie all’intercessione di Reyes che ha sacrificato la propria carriera per proteggere l’amica. Ma in questa “lista bianca” non risulta Mulder.

Mulder però riesce a rintracciare l’Uomo che fuma, che ormai ha perso il lume della ragione ed è intenzionato a portare a termine il suo folle piano. Il villain di The X-Files ormai anche visivamente è divenuto un mostro.

Ma nonostante ciò offre a Mulder una via d’uscita: la salvezza della sua vita in cambio della fedeltà eterna. Fox chiaramente rifiuta e crolla a terra poichè anche in lui la malattia ha preso il sopravvento. Viene però portato via da Miller che era riuscito poco prima a rintracciarlo.

A Washington e nel resto del mondo la situazione è al collasso: Scully scopre che tutti portano in dote nel proprio organismo un retrovirus ribattezzato Spartan, inoculato insieme al vaccino per il vaiolo. La gente comincia a morire. Ma Dana ha una intuizione: il genoma alieno non è la sua condanna bensì la sua salvezza. Insieme all’agente Einstein riesce a sintetizzarlo ed a cominciare ad assistere in maniera compiuta i malati.

Miller, anche lui moribondo, riesce a portare un Mulder in gravissime condizione davanti alla storica compagna. Il trio si ricongiunge su di un cavalcavia stradale, e quando Scully capisce che l’unico modo di salvare l’amato collega risiede nelle cellule staminali del figlio William, compare da nulla sopra le loro teste, e su centinaia di altre presenti, un UFO…FINE!   

Parto col dire che a me l’episodio è piaciuto tantissimo. Sia per la scrittura, la capacità di riavvolgere i fili del plot principale, che per la recitazione e la messa in scena. Constato inoltre che The X-Files ha oltrepassato il limite: niente è più nella zona grigia, ormai la verità è evidente a tutti come dimostra l’UFO nei cieli della capitale americana. Per come la vedo io questo triplo carpiato verso la fantascienza era un passaggio obbligato: continuare a girare attorno alla mitologia aliena sarebbe stato alla lunga stucchevole, se vogliamo la verità dobbiamo abbandonarci ad essa senza pensarci troppo.

Ci vengono fornite delle risposte ad alcune delle più pressanti domande. Il 22 dicembre del 2012 non sarebbe finito il mondo, ma era il giorno stabilito per l’inizio della fine. L’Uomo che fuma, come detto, si è miracolosamente salvato, certo la spiegazione è un pò frettolosa e lascia parecchi dubbi, ma tant’è.

Su internet schiere di affezionatissimi fan già pochi minuti dopo la messa in onda dell’episodio si sono scagliati contro Carter, reo di avere pasticciato la mitologia. A mio avviso sembra una critica fuori luogo: la mitologia è sempre stata pasticciata, ma proprio il non venire mai a capo di niente ha reso X-Files un cult.

Infine visto il cliffhanger con cui si chiude la puntata appare palese che The X-Files non finirà qua. Tra l’altro la Fox ha definito l’episodio Season Finale e non Series Finale. E questo è già un bell’indizio. Il network, a quanto ci risulta, sta valutando due ipotesi: o ampliare la stagione 10 (quindi il 10×06 diventerebbe Mid-Season Finale), o mettere in cantiere una stagione 11. Staremo a vedere.

Oltre a i mille motivi per cui è fondamentale che ci sia un sequel, io ne ho uno tutto mio: voglio rivedere l’agente Doggett! So che a molti puristi non piaceva, ma a me il T-1000 ha sempre fatto simpatia. Poi sapere che Robert Patrick ha categoricamente rifiutato di tornare nel revival mi ha fatto venire ancora più voglia di rivederlo! 

Ripensaci Robert, anche se sei invecchiato male io ti voglio bene lo stesso!!!

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