In un quieto martedì sera a casa Recupero scarseggiavano i telefilm da vedere… Su Sky dopo la serie TV nata #DaUnIdeaDiStefanoAccorsi, imperversavano le pubblicità di #UnFilmDiWalterVeltroni in cui bambini venivano sottoposti ad insondabili quesiti marzulliani come “ti piace la vita?”
Sul MySky, però, c’era l’intera trilogia di Sharknado. Non potendo essere peggio di un cooking show di cucina eschimese vegana, si decise di guardarlo. Da quel momento nulla sarebbe stato più come prima.
Questo epico incipit per farvi capire che Sharknado l’ho visto per puro caso ma che, davvero, mi ha cambiato la vita. Mi ha aperto nuovi orizzonti e mostrato prospettive inedite: ormai non guardo più i film con lo stesso occhio e per Natale vorrei ricevere una motosega.
Ho iniziato a vedere il primo Sharknado con la puzza sotto il naso ed uno scetticismo che trasudava preconcetti. Ero uno stolto…
Mi sono bastati pochi attimi per rimanere ipnotizzato da quei cambi di inquadratura alla cazzo di cane, quella computer grafica di serie Z che mi mostrava squali a profondità abissali quando l’acqua in città arrivava a mezzo metro di altezza, da Tara Reid che non-recitava come in una pubblicità degli assorbenti e più in generale da una regia che, fieramente, era degna di un porno amatoriale polacco. Il trash più sfrenato mi ha preso per mano e mi ha accompagnato, rassicurandomi, per 80 minuti. Machete, mio indiscusso idolo trash, era stato ridimensionato ad una risibile macchietta.
Questa gif sintetizza perfettamente lo spirito del film:
Poi, quando Ian Ziering prende la motosega, si fa ingoiare in un sol boccone da uno squalo in volo planare e lo sbudella dall’interno, ecco, quel momento è stato come un’epifania. Sono rinato come uno spettatore del tutto nuovo.
Ero entusiasta e ne volevo ancora. Sbavavo come un cane idrofobo all’idea di altri tornado zeppi di squali ed avrei visto Sharknado 2 e 3 in rapida successione. Ma il mio io raziocinante sapeva che una simile overdose avrebbe potuto generare danni neurologici irreversibili a me ed alla mugliera. La nostra psiche ne sarebbe rimasta irrimediabilmente segnata. Per sempre.
Così, dopo 48 ore di pausa, è stata l’ora di Sharknado 2 e quando ho visto, nelle prime sequenze ambientate su un aereo, un pilota interpretato da Robert Hays, il leggendario Ted Striker de L’Aereo Più Pazzo del Mondo, ho capito che la magia stava per ripetersi.
E infatti è successo ancora: Sharknado 2 è un C.A.P.O.L.A.V.O.R.O.T.O.T.A.L.E., il migliore dei tre film. New York viene devastata dal tornado e gli squali sono ovunque: nella metro, sulla Statua della Libertà, negli appartamenti, sull’Empire State Building. Ian Ziering, imperterrito, continua a spaccare culi affiancato stavolta dal cognato interpretato da Mark McGrath, il cantante degli Sugar Ray, una vera chicca per i nostalgici dei ruggenti anni ’90.
Appena 24 ore dopo (lo so: ho rischiato, ma non ho resistito più a lungo), è stato il turno di Sharknado 3. Dopo un avvio frenetico e travolgente ambientato alla Casa Bianca (in cui Ian Ziering riceve una motosega d’oro per il suo incessante ed eroico impegno nella lotta agli Sharknado), ho avuto la spiacevole sensazione che Anthony C.Ferrante (regista di tutti e 3 i film) si fosse un po’ “imborghesito”, e che i crescenti mezzi a disposizione potessero andare a ledere lo spirito del film. Ma le mie perplessità sono state spazzate via in un secondo grazie al dirompente ingresso in scena di David Hasselhoff, nei panni del colonnello della NASA nonché padre di Ian Ziering.
In tre film ho visto morire Wil Wheaton, George R.R. Martin, Lou Ferrigno e tanti, tantissimi altri. Ho visto Ian Ziering salvare intere città e Tara Reid sbudellare squali con una lama rotante al posto della mano manco fosse Ash ne L’Armata delle Tenebre ed ho visto squali infuocati piovere dal cielo come meteoriti. Tutto il resto si perderà come spazzatura nel cassonetto dell’umido.
E, prima di chiudere, sono d’obbligo due parole sul protagonista: Fin Shepard, interpretato da Ian Ziering, idolo delle ragazzine di 25 anni fa per essere stato tra i protagonisti di Beverly Hills 90210. Si sarebbe potuta fare una scelta più azzeccata di lui? No. Ovviamente.
Ian Ziering è diventato il last action hero definitivo, è il superuomo descritto da Nietzsche sottoposto ad una fusion con tutta la Justice League. Un eroe così ignorante come in un film non se ne erano mai visti. Steven Seagal e Jean Claude Van Damme impallidiscono. L’agente Ethan Hunt di Mission Impossible sembra una guardia giurata di Forum al cospetto di Fin Shepard, l’uomo che sbudella gli squali con la motosega.
Persino Chuck Norris, davanti a lui, avverte una sensazione mai provata: inferiorità.
Sharknado è la sublimazione dello spettacolo, è catarsi, è genio.
Sharknado è IL CINEMA.
Se non lo avete mai visto, non avete mai vissuto.
Se volete evitare che un tornado di squali fuoriesca dalla vostra lavatrice, c’è un’unica soluzione, piazzare un like alla più cazzuta pagina Facebook dell’internet, una pagina che piace anche a Ian Ziering: la mia.
1 commento su “TWR come la trilogia di Sharknado mi ha cambiato la vita”
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