1997. Un uomo qualunque (Victor Tourterelle) va in bagno e scivola su una macchinina lasciata li da suo figlio. Cade, si spezza le vertebre cervicali e muore.
Ma quando un uomo muore dove va? Se è stata una persona piacevole e retta in Paradiso, ovvio, se è stato il peggiore degli escrementi piomba all’Inferno. Tourterelle se ne va, invece, in Purgatorio. E li comincia – manco a dirlo – il suo calvario. Perchè l’aldilà non è nè tersi cieli cantanti nè fiamme e demoni, nè dannati che pagano per i loro misfatti, e neanche benedetti che godono finalmente il premio finale. L’aldilà (questo aldilà) è un deserto continuo e monocromo, popolato da scheletri asessuati che passano il tempo cercando di non perdere pezzi e intontendosi con le più improbabili bevande.
Questo qui, cari miei, è quello che io definisco un “romanzo a fumetti” con tutte le lettere maiuscole. Anzi: ROMANZO A FUMETTI. Ci sono tutti gli ingredienti giusti dosati in maniera sapiente: humor nero e avventura, fantasy e giallo, teologia e astronomia, riferimenti storici e filosofia. C’è un po’ un gusto tutto francese per un certo tipo di letteratura, fumetti ed anche di cinema, ai limiti del surreale. Un approccio tutto sommato disincantato e strafottente al mistero ultimo: cosa succede quando andiamo di la?
Éric Liberge autore unico ha vinto con questa storia il premio Goscinny ed è stato selezionato agli Alph-Art d’Angouleme.
Ed a ben vedere, perchè è raro che una storia sia così completa, complessa e fluente al contempo.
Unico appunto per il formato, perchè non so come fosse quello francese, ma l’italiano 17×24 a mio avviso “affoga” un po’ le tavole, che essendo monocrome e tendenti a fondali scuri, avrebbero bisogno di un maggior respiro. Comunque, un plauso a 001 Edizioni per aver portato anche da noi una storia così bella, che vi consiglio di leggere.
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