Orfani: Ringo #2 – Nulla per nulla

Prende forma nella mia mente, con sempre maggiore convinzione, il dubbio che la prima stagione di Orfani fosse solo funzionale alla creazione di Ringo e dei Corvi (il che spiegherebbe, a mio avviso, molti dei flashback debolucci che abbiamo visto nella prima edizione). Ma indubbiamente con questo secondo numero di Orfani: Ringo raggiungiamo il momento migliore della narrazione finora espressa da questa testata Bonelli.

Il nostro caro Ringo è alle prese con un gruppo di orfani (con la “o” minuscola, badate bene), anche se tra di loro dovrebbe celarsi suo figlio. L’ex-Pistolero infatti ha scoperto di essere il padre di uno dei tre ragazzini che lo seguono in questo tour del mondo post-apocalittico inventato dal RRobe, ma non sa di preciso quale dei tre condivide il suo “patrimonio genetico” (un modo freddo per dire che Ringo non sa chi è suo figlio, o figlia, dal momento che nel gruppo abbiamo anche una ragazza). I quattro raggiungono in questo secondo volume una buona intesa dal punto di vista narrativo, anche perché Ringo viene smascherato come, appunto, ex-Pistolero. Anche noi però siamo all’oscuro di quello che è accaduto all’unico degli Orfani rimasto in vita (letteralmente parlando, visto che gli altri sono stati trasformati in Corvi, anche se sono più degli zombi-burattini-robot).

Scopriamo quindi che il Pistolero ha un gran numero di nemici ma anche di amici, che ha guidato la rivolta del popolo verso il nuovo governo mondiale istituitosi nel vuoto di potere post-crisi e che la vita dell’uomo comune non è affatto semplice: contrabbando di farmaci e strumentazioni mediche, improbabili alleanze con figure dalla dubbia onestà, accordi governativi segreti e tradimenti come se piovessero, per un semplice tozzo di pane meno raffermo di quello del giorno prima. Un fattore importante che voglio sottolineare in questo secondo volume è l’apporto di Mauro Uzzeo, che affiancherà Recchioni alle sceneggiature di questa seconda stagione di Orfani. I suoi dialoghi sono fluidi e credibili, molto meno pomposi di quelli di Recchioni: la sua narrazione è quella in classico stile Bonelli, con apporti davvero intelligenti ed innovativi, che portano ogni situazione ad essere apprezzata e goduta appieno.

Questa volta ai disegni troviamo Luca Maresca e il suo lavoro è grandioso, così come lo sono i colori di Alessia Pastorello (ricordate quando, qualche mese fa, vi parlavo dell’apporto femminile a questa serie?): ottima l’impostazione della tavola e giusto il taglio registico, unito alla gestione degli spazi, così come ben realizzate sono l’espressività dei personaggi e l’uso di luci ed ombre (e qui la Pastorello gioca un ruolo fondamentale, soprattutto nella resa dello sfumato dato dai fuochi da campo e delle luci naturali notturne). Le scene d’azione poi sono rese alla perfezione, sia per l’elevata plasticità delle raffigurazioni, sia per l’uso sapiente dei tempi narrativi e registici, con l’ovvio zampino di Uzzeo “alla regia”.

Concludiamo con la “solita” carrellata di quella che potremmo chiamare “caccia alla citazione”. E l’invito, come sempre, è quello di suggerirmi e scrivere nei commenti quelli che mi sono sfuggiti. Partiamo subito con il contesto: malgrado il post-apocalittico abbia ricevuto svariate interpretazioni nel corso degli anni, su ogni media possibile – visivo e non – il lungo camminare tra foreste distrutte e paesaggi grigiastri mi ha ricordato molto il film The Road, con Viggo Mortensen. Allo stesso tempo, le costruzioni distrutte di marmo e lisci bancali in pietra, contrapposti alla tecnologia avanzatissima dei Corvi, mi ha fatto pensare a Battlestar Galactica, la serie tv che diventerà anche un film (mi ha soprattutto ricordato le prime due stagioni e la quarta). Ma chiudiamo con la citazione più immediata, quella che mi ha colpito come un pugno nello stomaco quando l’ho letta. Mi riferisco al dialogo di Ringo quando dice ai ragazzi di riscaldarsi il petto, in modo da riscaldare tutto il corpo: dove l’avete già sentita? In Batman Begins, è un consiglio di R’as a Bruce, durante l’addestramento sui ghiacci dell’Himalaya. Anche per questo mese è tutto, scusate il ritardo di questa recensione, ma sapete che preferisco prima che tutti abbiate letto il volume, in modo da poter leggere in tranquillità. Noi ci rileggiamo il prossimo mese. (E attenzione a RRobe che, pare, conferma il fatto che ci sarà una quarta stagione di Orfani).

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