Il periodo a cavallo tra la fine degli anni ’60 e la prima parte degli anni ’70, è una fase di grande fermento e rivoluzione culturale negli Stati Uniti; e segna l’inizio di quella che per molti sarà considerata l’epoca d’oro del fumetto indipendente americano.
In aperta contrapposizione con il dilagante fenomeno del fumetto supereroistico e del Comics Code Authority costituito nel 1954, i fumetti cosiddetti “alternativi” offrivano trame e raffigurazioni proibite alle tradizionali pubblicazioni, oltre che una poco velata satira contro le istituzioni e la politica conservatrice di destra. Storie e strisce spesso autoprodotte e pubblicate da riviste clandestine, distribuite nei centri sociali o durante i concerti, che offrivano spunti e temi tabù, come la sessualità, l’uso di droghe e contenuti socialmente rilevanti e poco apprezzati dalla censura dell’epoca.
Tra i fautori di questa rivoluzione artistico/fumettistica, i più importanti sono certamente David Sim (Cerebus), Robert Crumb (Fritz the Cat) e Gilbert Shelton con i suoi The Fabulous Furry Freak Brothers. Proprio questi ultimi sono i protagonisti di Idioti all’Estero, opera geniale che viene ricordata come la prima graphic novel del fumetto underground americano.
The Fabulous Furry Freak Brothers (I Favolosi Pelossissimi Freak Brothers) nasce nel 1967 su The Rag, una delle riviste underground del periodo. Da subito i bizzarri protagonisti delle strisce si impongono prepotentemente sulla scena del fumetto indie californiano, diventando in breve tempo tra i personaggi più noti tra il pubblico di nicchia e arrivando a far pubblicare le proprie strampalate storie tra le pagine di riviste come Playboy e High Times Magazione, accanto a firme del calibro di Charles Bukowski e Truman Capote. Purtroppo, le avventure dei tre lisergici fratelli hanno più volte incontrato i forti contrasti da parte della censura, tanto negli Stati Uniti, quanto nei paesi in cui queste sono state importate; fattore che ha inevitabilmente limitato la capacità produttiva dell’autore e dei suoi editori.
A metà tra la satira sociale e la pura demenzialità, le storie dei fratelli Freak sono nate e vissute in aperta contrapposizione al fumetto supereroistico, a quello di avventura e al genere poliziesco, offrendo invece un dissacrante realismo fatto di espliciti riferimenti a sesso, droga e politica. I tre fattoni, infatti, si occupano principalmente del reperimento di marijuana a buon mercato, del consumo della stessa e di altre svariate sostanze e del cibo di cui hanno necessariamente bisogno per smaltire la fame chimica del post sballo. Si tratta di tematiche e argomenti volutemente provocatori, utilizzati dal movimento underground e più in generale da una certa sinistra , come mezzo per farsi conoscere, per esprimere pareri attraverso la satira e per contrastare lo strapotere politico del partito repubblicano.
Costruita come una storia lunga, ma strutturata in brevi episodi, Idioti all’Estero riprende le avventure dei tre fratelli Freak, Fat Freddy Freekowtski, Freewheelin’ Franklin e Phineas T. Freakears, grotteschi protagonisti di un giro intorno al mondo alla ricerca di erba a poco prezzo (gli spacciatori in città sono diventati troppo esigenti). I tre sono costretti a darsi appuntamento a Bogotà a causa della mancanza di posto sullo stesso aereo, ma nessuno di loro riuscirà mai ad arrivare all’appuntamento, perdendosi invece in improbaili quanto spassose avventure. Si tratta della più lunga avventura dei Fratelli Freak (ben 96 tavole a colori) e della prima vera graphic novel della storia del fumetto underground, ristampata da Comicon Edizioni in un’elegante formato brossurato da libreria.
Idioti all’Estero è davvero una pietra miliare del fumetto indipendente, un’opera che andrebbe letta innanzitutto per comprendere più a fondo il movimento sviluppatosi qualche anno dopo anche nel nostro paese (leggi Andrea Pazienza), ma in generale perché si tratta di un’opera geniale, con picchi di comicità entrati di diritto nella storia del fumetto.