Il colore non è solo un elemento del contesto circostante. Il colore è emozione e vita. Il colore è bellezza. E solo una profonda sensibilità alle emozioni e alla bellezza, può essere in grado di cogliere la grandezza delle sensazioni che il colore è grado di trasmettere. Vincent Van Gogh aveva questa capacità ed è stato in grado di utilizzarla non solo per percepire, ma anche e soprattutto per mostrare e regalare al mondo ciò che il suo animo riusciva a cogliere.
E’ un animo irrequieto quello di Vincent. Il suo malcontento e la sua irrefrenabile ispirazione artistica lo spingono lontano da Parigi, al sud, alla ricerca di quei paesaggi e quei colori di cui sente un così viscerale bisogno. I soldi per un artista così fuori dagli schemi sono pochi, ma fortunatamente c’è suo fratello minore Théo a prendersi cura di lui. Quest’ultimo, dall’indole assai più mite ripetto a quella di Vincent, crede ciecamente nello straordinario talento del fratello e, grazie al suo lavoro di mercante d’arte, tenta di far conoscere e apprezzare la pittura del fratello al grande pubblico.
Ma, come detto, Vincent non è tipo da aspettare passivamente i frutti del proprio lavoro. Non sono i soldi ciò che desidera; e neppure la notorietà. Egli vuole solo seguire la propria ispirazione e continuare i suoi studi, in modo poter evolvere e raffinare sempre più il proprio stile, fino a un grado di sublimazione che neanche lui stesso riesce ad intuire. E’ necessario quindi andare a sud, “dove c’è più colore, più sole”, dove è possibile inseguire quelle tinte calde e mediterranee impossibili da scorgere nel freddo paesaggio nordico. Nel suo viaggio verso il mezzogiorno, Vincent si porta dietro l’esperienza degli impressionisti che tanto lo avaveno colpito e affascinato nella sua permanenza parigina. L’amore per la pittura di paesaggio e per l’utilizzo centrale del colore, la pittura en plein air e le lunghe ore passate di fronte al paesaggio per coglierne ogni particolare condizione di luce, sono solo parte dell’eredità che Van Gogh ha assorbito da artisti come Monet e Degas. Un retaggio che per il pittore olandese rappresenta solo un punto di partenza per sviluppare la sua incredibile arte.
Si perché per Vincent “I veri artisti dipingono le cose non come sono letteralmente, ma come le percepiscono”. Una naturale propensione dell’artista a privilegiare il lato emotivo della realtà rispetto a quello percepibile in maniera oggettiva. Un netto rifuito nei confronti di un certo modo di fare arte che risulta perfettamente coerente con la personalità e la sensibilità di Vincent.
Non era un compito facile raccontare una storia come questa, ma Barbara Stok ci riesce a meraviglia. Una narrazione che si snoda in pochi e semplici concetti, ma tremendamente diretti ed efficaci; tanto da fare immedesimare il lettore ad ogni singolo passaggio della vita del pittore olandese. Sorprende il modo intimo e commuovente in cui l’autrice riesce a descrivere il travaglio psicologico di Vincent senza risultare mai in alcun modo deprimente. Perché – diciamocelo – quella di Van Gogh è una storia fatta di tristissima infelicità. Una storia di continua e fervente ricerca, ma anche di enorme disagio e profonda insoddisfazione. Ebbene, il talento dell’autrice si evidenzia proprio nel riuscire a raccontarne gli aspetti più dolci e positivi di un copione così amaro. Sarà forse grazie al tratto, così semplice da risultare spensierato; oppure ai colori – veri protagonisti del fumetto – sapientemente utilizzati per rendere atmosfere ed emozioni. O forse sarà perché c’è un garbo, una attenta educazione, nel raccontare un disagio così intenso come quello vissuto nel corso della sua breve esistenza da Van Gogh. Anche gli episodi più crudi e disturbanti (come la morte o il famoso taglio dell’orecchio) sono narrati dall’autrice con una naturale e composta serenità. Una intelligente sensibilità che ho recentemente avuto modo di apprezzere anche in Nevermind, il pregevole lavoro di Tuono Pettinato.
Un altro elemento splendidamente rappresentato nel fumetto è quello della fitta corrispondenza tra Vincent e il fratello minore Théo. Lettere che ci aiutano a cogliere le diverse sfaccettature dell’animo dell’artista e che rappresentano realmente l’unica vera testimonianza scritta della vita del pittore. Nelle parole di Vincent scopriamo i suoi pensieri più intimi, così come le sue opinioni su pittura, arte e bellezza. Le emozioni contrastanti (ma lucidissime) alla vista dei colori e il turbinio di stati d’animo e di sensazioni che provava al mescolarsi di essi. Le sue paure, i suoi disagi e la sua incapacità di farvi fronte. Tutto raccontato da egli stesso, attraverso le affetuose parole rivolte al fratello. Una narrazione toccante che non può che coinvolgere il lettore dalla prima all’ultima pagina.
Bao Publishing porta in Italia un’opera importante e, tutto sommato, ad un prezzo conveniente. La qualità della rilegatura brossurata è come sempre molto elevata, così come quella della carta utilizzata. Al prezzo di € 15,00 vi portate a casa quasi 150 pagine di uno splendido mix di pittura e fumetto di alta qualità. Un esperimento decisamente ben riuscito e un volume che non può mancare nella vostra libreria.