Potere e Potenza: c'è sempre un'altra scelta

Un miracolo.

Non ci sono altre parole per descrivere ciò che è stato compiuto da Francesco Artibani, Lorenzo Pastrovicchio, Max Monteduro e Valentina De Poli. Dopo più di un decennio, sono riusciti a fare risorgere uno dei personaggi del fumetto italiano più amati di sempre e, non contenti, l’hanno fatto alla grande. Anzi, alla grandissima.

Potere e Potenza”, miniserie pubblicata in quattro parti su Topolino 3058, 3059, 3060 e 3061, riporta in edicola il pikappero con un boato fragoroso, unendo una storia magistrale ad un’operazione di marketing praticamente impeccabile. Sotto quest’ultimo aspetto, infatti, è sicuramente da citare la presenza in allegato a ogni uscita del PK Blaster, il gadget estivo più complesso e tecnologicamente avanzato di sempre, ma anche, e soprattutto, una bella novità per quanto riguarda la testata, che per la prima volta nel corso della sua storia editoriale chiama direttamente in causa i suoi lettori per decidere lo sviluppo di una storia: affrontare gli evroniani e difendere la Ducklair Tower o premere il bottone e distruggerla?

Il sondaggio ha centrato in pieno il suo obiettivo, facendo esplodere i social network, creando clamore attorno alla storia e misurando (al di là che si sia operata una scelta o l’altra) l’interesse dei lettori per il ritorno del Vecchio Mantello.

Il piatto forte, però, resta chiaramente la storia in sé, che rappresenta una vera e propria PKNE (PK New Era) per quanto riguarda il personaggio, rifacendosi sì alle atmosfere della gloriosa serie PKNA per quel che concerne personaggi e assunti di fondo – sperimentazione a livello narrativo e grafico, un piccolo e fragile papero che può sconfiggere le sue paure per diventare un eroe, temi fantascientifici, ecc. – ma rinnovando il tutto nell’ottica del nuovo millennio, forgiando un nuovissimo status quo per il futuro della serie con la scomparsa della Ducklair Tower (ex quartier generale di PK), la presenza di nuovi poteri derivanti dal costume nuovo di pacca e lo sconvolgimento di alcuni capisaldi narrativi delle vecchie serie (giusto per fare un esempio, ora tutto il mondo è al corrente dell’esistenza degli evroniani…). Per non parlare dei due epiloghi, ottimi sia per garantire la continuity tanto cara ai pkers (ma come, “Ritratto dell’eroe da giovane” non vi dice nulla?) sia per creare nuovamente hype intorno al seguito della saga di PK.

La trama è… pienamente pikappica, sapendo unire maturità della narrazione, momenti drammatici, esilaranti battute, combattimenti infuocati restando semplice e gradevolissima, divertendo e galvanizzando il lettore che riesce perfettamente a mettersi nelle piume del Vecchio Mantello, ma presentando anche numerosi spunti di riflessione e momenti commoventi: a tal proposito, non si possono non citare i numerosi diverbi tra Paperinik e il Custode della Sala Omega o, sull’altro fronte, il toccante addio di Paperino ai suoi nipotini.

Encomiabile è la scelta di Artibani di ripartire con “Potere e Potenza” dalla conclusione di PK2 (la seconda pregevole epopea del Papero Mascherato) tenendo conto di quanto è successo durante quella serie ma collocando la trama diverso tempo dopo, quando ormai Paperino ha appeso al chiodo il costume di PK e si trova costretto a rispolverarlo, scoprendosi arrugginito e non certo più abituato a fronteggiare amenità come un’invasione di vampiri alieni succhia-emozioni e incursioni di pirati temporali! Ciò crea interessanti soluzioni narrative, con un’atmosfera stanca e arrabbiata che si alterna all’immancabile comicità Disney, in un turbinio di choc continui che cominceranno con la morte di Paperino nel primo episodio per culminare con i due epiloghi succitati.

Il tema portante della storia è senza ombra di dubbio la “scelta”, che si pone nei termini più diversi, dalla contrapposizione tra le convinzioni del Custode (che vorrebbe che PK agisse nella maniera più drastica e definitiva possibile) e i saldi valori morali di Paperino (che crede ci sia sempre e comunque un’altra strada) al sondaggio sulle sorti della Ducklair Tower; dal mostrare come a una precisa scelta corrispondano delle precise conseguenze al chiarire come ci si debba sempre assumere la responsabilità della decisione presa.

Da applausi anche il riferimento alla vita di PK come Paperinik, ribadendo una volta di più come il primo sia semplicemente un’evoluzione del secondo e non un personaggio alternativo di un universo parallelo.

Sotto il punto di vista grafico, Pastrovicchio con le sue splendide tavole ipercinetiche riesce a smentire alla grande chi si dichiarava scettico riguardo la resa del papero mascherato nel formato tascabile di Topolino: la sperimentazione dal punto di vista registico si accompagna perfettamente ai sapienti colori di Max Monteduro, a cui si devono le vignette monocromatiche che furono tratto distintivo di PKNA e che, in Potere e Potenza, sono portate a un nuovo splendore consentito dalle attuali tecnologie.

Per quel che mi riguarda, abbiamo avuto la fortuna di assistere al miglior ritorno possibile per il buon vecchio pikappero: ‘ciò che è stato’ viene rispettato ed omaggiato (con tante goduriose citazioni e strizzatine d’occhio ai pkers!) ed al tempo stesso ‘ciò che sarà’ si prospetta molto succulento. Tutto questo lo dobbiamo agli autori, alla direttrice e alla redazione tutta, che con il loro lavoro e la loro passione sono riusciti a realizzare un desiderio durato ben dodici anni. Ma adesso, finalmente, PK – quello vero, mica il frittolato! – è tornato.
È tornato davvero.
Grazie.
Di cuore. 

 

P.S. A chi si è lamentato dell’uso come deus ex machina del Razziatore, dico solo questo: il Razziatore è il deus ex machina per eccellenza. Come altro lo volete chiamare un personaggio che può viaggiare praticamente senza limiti nel tempo e nello spazio e, in qualche occasione, anche attraverso le dimensioni?

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