Ieri primo panel davvero molto interessante dall’inizio del Comic-Con: Multiversity di Grant Morrison prende forma e si prepara a partire. Tante le notizie fornite, tante le immagini mostrate, tanto l’hype dei fan. Lo stesso Morrison però apre la conferenza con la frase: “Non sono io. Sono la mia versione di Terra 3”.
Morrison annuncia di aver messo mano al lavoro su Multiversity già poco dopo il suo lavoro su 52 e, come visto in Crisi Finale, anche l’universo vibra a determinate frequenze (e ci sono anche richiami musicali). Nix Uotan (Monitor in Crisi Finale) girerà il Multiverso con un “sottomarino giallo”, facendo partire la narrazione dell’evento. Morrison passa poi all’elogio di Reis e Prado per il numero 1 della serie.
Cominciano poi i richiami al lavoro di Stan Lee, soprattutto per la rottura della “quarta parete” messa in opera dal padre della Marvel. (A questo proposito è da segnalare una imitazione di Stan Lee fatta da Morrison)
Ma addentriamoci nelle diverse “Terre” presenti nell’evento.
Terra 20 (chiamata anche Terra Pulp), vedrà la narrazione ambientata in un futuro non precisato, durante una guerra mondiale e affronteranno orde di zombie. Questo numero sul mondo di Doc Fate sarà disegnato da Chris Sprouse e alcuni personaggi (come Lady Blackhawk) hanno subito restyling ad opera dello stesso Morrison. Annunciata anche una versione dal design demoniaco di Abin Sur, protettore di questa Terra e dal look che richiama quello originale realizzato da Mart Nodell.
Terra 16 (nel capitolo dal titolo Multiversity: The Just) è il mondo dei discendenti di Batman e Superman, richiamando storie scritte da Bob Haney. Vedremo la love story tra Alexis, figlia di Lex Luthor e Damian Wayne: ma Lex in questo universo ha ucciso Superman e il figlio di quest’ultimo non vede di buon occhio questo rapporto. Sono stati annunciati anche camei di Donna Troy, Kyle Rayner, Wally West e Offspring.
Ci sarà anche un universo dedicato ai personaggi della Charlton Comics, unendo i personaggi di Steve Ditko con quelli di Alan Moore e Dave Gibbons (da Watchmen). In Pax Americana (definito da Morrison come “un pezzo di storia filosofico-politico”) non verrà narrata la stessa vicenda di Watchmen, pur utilizzando tecniche affini, e la storia inizia non con la morte del Comico ma con quella del Presidente USA ad opera di Peacemaker. Trapelano anche dettagli sulla realizzazione di questo capitolo, dove si pare che Morrison abbia scritto cinque pagina di sceneggiatura per le singole tavole (e scherza sul fatto di aver costretto Quitely a “fare cose terribili”).
All’urlo di Morrison “E’ il miglior Shazam di sempre!”, viene annunciano che Stewart sarà il disegnatore di Capitan Marvel e di personaggi presi dalla Fawcett Comics. Ancora Morrison scherza sul fatto che Stewart fosse all’oscuro del suo coinvolgimento nel progetto e che ne sia venuto a conoscenza solo quando Grant aveva già annunciato questa collaborazione. Thunderworld è il titolo di questa storia con Shazam e la Marvel Family; “una storia molto Pixar” stando a Morrison e Cameron Stewart lo definisce una specie di All Star Shazam. Verrà inoltre data molta importanza al Dr.Sivanna come villain.
Prima di passare alle domande dal pubblico, Morrison scherza ancora un po’ con Quitely e la sua lentezza, per poi annunciare che la serie avrà una guida (con Kamandi di Jack Kirby) e un resoconto dei 52 mondi del Multiverso (in pratica una vera e propria mappa del Multiverso, che è stata anche consegnata ai fan presenti al panel). Dalla mappa si nota che mancano ancora sette mondi da rivelare.
Si finisce con le ultime due rivelazioni: ci sarà una storia ispirata da Martin Pasko, un “what if…?” sulle origini di Batman; non ci saranno né Animal Man né lo squadrone dei Superman (visto in Crisi Finale).
Le notizie da questo interessantissimo panel si concludono qui e vi ricordo di seguire tutte le notizie dal Comic-Con tramite #SDCCit. Oppure passate da La vipera sul Tubo per le notizie notturne in diretta e nei video del #ComicFlashNews per il riassunto delle notizie del giorno prima. Alla prossima.
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