Se siete degli appassionati di anime, è impossibile che in questa stagione non abbiate mai sentito parlare di Kill La Kill. Una serie appena conclusa e già al centro di numerose discussioni. Anzi, in realtà, già molto prima della messa in onda, Kill La Kill faceva parlare molto di se e l’attesa per la sua messa in onda era altissima.
Alcuni di voi si chiederanno: perché? La risposta è semplice: Hiroyuki Imaishi. Un nome che a molti non dirà nulla, ma i cultori degli anime sanno bene che Imashi è l’autore di uno dei migliori prodotti made in japan degli ultimi anni, ovvero Tengen Toppa Gurren Lagann. Dopo aver abbandonato la Gainax (lo studio autore di Evangelion, tanto per dirne uno), Imashi ha fondato, insieme ad altri colleghi anche loro dissidenti, lo studio Trigger. E Kill la Kill è il suo primo lavoro da regista nel nuovo studio di animazione.
Ma non è finita qui, dato che tra i membri dello studio Trigger figurano anche un altro pezzo da novanta come Sushio, key animator in Gurren Lagann e nei reboot di Evangelion, e che in KLK si occupa del chara design.
Ecco perché KLK ha fatto subito schizzare l’hype a mille a tutti noi amanti dell’animazione giapponese, d’altronde un anime con Imaishi regista e Sushio al chara design promette scintille sin dal primo episodio.
E così è stato.
Dopo le dovute presentazioni, occupiamoci della trama:
La storia è ambientata in Giappone, in un futuro prossimo (non è specificata nessuna data). In una scuola, il Liceo Honnouji, sembra essere tornata in vigore la legge del più forte: alcuni studenti infatti, sono dotati di uniformi speciali, dette Ultradivise, che garantiscono dei poteri speciali ai loro possessori. La scuola è quindi spaccata tra studenti dotati di Ultradivise e i normali studenti, detti “senza stelle”. A capo della scuola, in quanto presidente del consiglio studentesco, c’è Satsuki Kiryuin, una studentessa tanto forte e carismatica da brillare di luce propria ogni qualvolta appare davanti agli studenti. Un giorno però, all’Honnouji si presenta una nuova studentessa: è Ryuuko Matoi, che si è trasferita lì per scoprire l’identità dell’assassino di suo padre che, in punto di morte, aveva donato alla figlia la metà di una spada forbice, affidandole il compito di recarsi all’Honnouji per trovare il suo assassino. Satsuki sembra sapere qualcosa ma, data la sua forza e la sua posizione, è praticamente inavvicinabile. Ryuuko allora non ha scelta: dovrà sconfiggere tutti gli studenti al seguito di Satsuki per poi scontrarsi con lei.
A prima vista, la trama potrebbe non sembrare avvincente, tanto che KLK in Giappone è stato accusato di plagio (nello specifico, di Gakuen Noise, manga di Hiroyuki Ooshima e Daisuke Ihara). Sul plagio mi esprimo dicendo solo che allora si dovrebbero accusare di plagio tutti i manga di combattimento ad ambientazione scolastica usciti finora, e che sono molto più vecchi di KLK (per dirla in parole povere, hanno voluto approfittare del momento di KLK per avere visibilità, e la chiudo qui). Tornando al discorso della trama, se si guarda ai primi episodi si nota che effettivamente KLK sembra essere il solito, ripetitivo anime di combattimento, tante mazzate, sangue, super poteri ecc. Ma la vera impennata arriva nella seconda parte della serie. KLK mantiene un ritmo forsennato e volutamente eccessivo sin dall’inzio, ma gli ultimi episodi vi faranno letteralmente uscire di testa. L’esasperazione si unisce all’epicità, il plot twist era ampiamente previdibile, ma è reso con una velocità e una tamaraggine tale da fare impazzire gli spettatori. Ma non finisce mica qui. C’è un qualcosa che ha fatto nascere le discussioni più accese tra i fan, e che ha reso KLK più tamarro ed esagerato di quanto già non fosse, ovvero… il fanservice! Non sapete cosa sia? Un’immagine vi renderà sicuramente meglio l’idea:
Signori, questa è la protagonista, Ryuuko, con la sua divisa da combattimento. Vi sembra inopportuna? A me no (non prendetemi per un pervertito però, eh). Come ho già scritto prima, KLK è questo: esagerato, tamarro, epico.
Imaishi d’altronde ci aveva abituato al fanservice anche nelle sue opere precedenti (il nome Yoko vi dice qualcosa?), quindi era lecito aspettarsi qualcosa di simile anche in KLK. E infatti, più avanti andrete, più vi accorgerete che anche i vestiti andranno ad occupare un posto molto importante nella storia… e mi fermo qui. Per concludere il discorso sulla trama, a mio avviso si poteva fare di più: il finale non mi ha convinto del tutto, l’ho trovato affrettato, ed anche la sceneggiatura presenta buchi di non poco conto. In sostanza, sufficiente si, ma mi sa di occasione sprecata.
Passiamo allora a quelli che sono i punti forti di KLK: i personaggi e le musiche.
I personaggi sono fantastici, caratterizzati in modo ottimo, nonostante Ryuuko mi abbia un po’ deluso. Ma, per me, lo scettro spetta a Satsuki Kiryuin.
Satsuki è semplicemente il miglior personaggio femminile del 2013: potente e tanto carismatica da brillare di luce propria, rappresenta il “boss”, il nemico finale di Ryuuko. Ogni volta che appare in scena, sono sprazzi di epicità allo stato puro (l’immagine rende discretamente l’idea). Perde un po’ nel finale, ma erano secoli che non si vedeva un personaggio made in japan tanto carismatico. Per non parlare poi della madre, Ragyo Kiryuin… non vi dico altro, sarebbe uno spoiler enorme e vi rovinerebbe il personaggio.
Menzione d’onore anche per Mako Mankashoku, studentessa dell’Honnouji che diventa subito amica di Ryuuko. Lei con suoi “Hallelujah Time” vi farà sorridere non poco, dato che costituisce la componente comica dell’anime. Peccato che questi siparietti alla lunga diventino ripetitivi… ma riusciranno comunque a strapparvi un sorriso.
Parliamo adesso delle musiche, elemento fondamentale in un anime e grandissimo punto di forza di KLK. La colonna sonora è perfetta, non c’è un solo brano che non sia adatto all’anime, e la theme song (“Before my body is dry”) è a dir poco fantastica, così come le varie “Blumenkranz”, “Kiryuu ga KILL” e tutte le altre.
KLK però ha anche delle note dolenti, una in particolare: le animazioni. Se infatti la scelta di non usare alcun tipo di computer grafica è condivisibile, è netto e indiscutibile il calo e il riutilizzo delle medesime animazioni per determinate sequenze. Forse il budget dello studio Trigger non era sufficiente, forse è stato gestito male, fatto sta che il calo c’è e si vede. Fossero state gestite meglio, staremmo parlando di un capolavoro.
In sostanza, cos’è KLK? A mio avviso, e qui mi ripeto, è un anime esagerato, veloce, tamarro ed epico allo stesso tempo. In puro stile Gainax vecchi tempi, Imaishi ha creato una serie che è un insieme di citazioni ad anime, manga e film (i riferimenti a Evangelion, Devilman, Gurren Lagann e altro si sprecano.
A proposito, nell’immagine che segue c’è una citazione ad un film, riuscite a capire quale? Scrivetelo nei commenti!
Per concludere, è inutile cercare in KLK chissà quale significato profondo o morale. È intrattenimento allo stato puro ed è divertente, la mancanza di un significato di fondo (che in realtà ci sarebbe, ma si tratta di un’interpretazione abbastanza forzata a mio avviso e che non approfondisco per non spoilerare) non ha minimamente pesato.
Il mio voto finale è quindi 8. Avrebbe meritato di più se fosse stata animata meglio ed avesse avuto meno buchi di sceneggiatura.
In definitiva se cercate un anime spensierato, tamarro ed esagerato (e con tante belle figliole seminude che si riempiono di mazzate), con KLK andate sul sicuro. Se invece cercate qualcosa di più serio, avete proprio sbagliato genere.
VOTO FINALE: 8
P.S. Se volete vederlo, sappiate che su Daisuki.net, per l’esattezza qui, è disponibile lo streaming gratuito di tutti gli episodi, anche se la qualità dei sottotitoli è discutibile, e mi fermo qui perché su questo argomento i fansubber si sono scannati e io non voglio entrare nel merito. Nient’altro da dire, se non buona visione per chi ha intenzione di guardarlo!