Roberto Recchioni è un autore di fumetti molto attivo sui social e, grazie anche al suo blog, ha un nutrito codazzo di fanboys sorcini ed un’altrettanto nutrita schiera di haters sistematici.
– La smetti di parlare come un supergiovane? ‘Haters’? ‘Fanboys’? –
Questo amore/odio per l’autore ha portato, spesso ancor prima dell’uscita di Orfani, due tipologie di reazioni opposte:
1- Giubilo: il capolavoro Orfani salva il fumetto italiano e fa uscire il paese dalla crisi. Recchioni Presidente del Consiglio!
2- Orrore! Orfani è banale: l’unica novità è il colore in un fumetto Bonelli! Recchioni in esilio a Sant’Elena!
Questi, grossomodo, i due schieramenti sul chiacchieratissimo fumetto di Recchioni. ‘Chiacchieratissimo’ perchè il tam tam pubblicitario ha funzionato e il motto ‘bene o male l’importante è che se ne parli’ ha dato i suoi frutti, almeno in termini di vendite.
Personalmente non condivido nessuna delle due opinioni, trovando Orfani un fumetto scorrevole e leggibilissimo ma, di certo, non un capolavoro.
Prima di ammorbarvi con le impressioni che ho avuto dopo la lettura (so che ci tenete), procediamo con l’immancabile (psico)analisi della trama.
Avviso ai naviganti: se siete tra quei tre che sul suolo nazionale non hanno ancora letto Orfani, nascondetevi sotto il notebook. SPOILERAZZI ALERT!
E’ una bella giornata al parco. Un papà gioca col suo pargolo. All’improvviso un’esplosione nucleare spazza via tutto. Sarah Connors si sveglia sudatissima: Skynet ha vinto.
Scusate ho fatto confusione e mi sono messo a parlare di Terminator 2.
Torniamo ad Orfani.
E’ una bella giornata al parco. Un papà gioca col suo pargolo. All’improvviso un’esplosione nucleare spazza via tutto. La popolazione mondiale è decimata, le truppe di soccorso raccolgono i superstiti. In questo contesto post-atomico una non precisata organizzazione recluta dei bambini per trasformarli nei guerrieri che un domani salveranno la Terra.
Tra loro vi è Ender Wiggin, che verrà addestrato nella Scuola di Guerra in vista dell’imminente Terza Invasione aliena. No scusate, ho fatto di nuovo confusione, quello è il romanzo di Orson Scott Card Ender’s Game (che vanta già un adattamento a fumetti ed un film con Harrison Ford in uscita la settimana prossima).
Torniamo a parlare di Orfani.
Dicevo: in questo contesto post-atomico una non precisata organizzazione recluta dei bambini per trasformarli nei guerrieri che un domani salveranno la Terra. I giudici di questo X-Factor per giustizieri del futuro sono due:
– La Professoressa Jsana Juric: un mash-up tra Nick Fury (è stronza e con la benda) e l’infermiera Tatase della Clinica dell’Amore (perché è pure zoccola). Il risultato ricorda paurosamente Elle Driver di Kill Bill:
– Il colonnello Hiro Nakamura Takeshi Nakamura (se cercate su google ‘giapponomi banali’, è il primo risultato) anche noto come Colonnello Adidas per via della tuta in acetato vintage che sfoggia anche dopo l’amplesso.
I due litigano, una spruzzata di celodurismo qua, una frase alla Chuck Norris là e, la pagina dopo, improvvisamente trombano. Quando si dice il colpo di fulmine…
Ma i veri protagonisti della storia, gli Orfani, sono dei ragazzini spagniuoli che verranno subito catapultati in un corso di sopravvivenza.
Jonas, un ragazzetto coi capelli alla Bruce Harper.
Ringo Starr, lo scontroso dal cuore tenero coi capelli trendy alla supersayan.
Sam, la bambina spagnola/americana.
Felix, il pacioccone viziato col culo pieno.
Hector, quello cazzuto che, forse, si sacrifica.
Juno e Rey, due abbastanza anonimi.
Agli alieni, però, non piace vincere facile Bon-Ci-Bon Ci-Bon-Bon-Bon e così, dopo aver messo in ginocchio la Terra, invece di devastare tutto, probabilmente la lasciano stare.
Dico ‘probabilmente’, perchè, con uno zompo in avanti di un trilione di anni, ritroviamo i nostri Orfani non più bambini ma tostissimi adulti con le tutine di Halo.
Non sono però vestiti tutti uguali. Uno di loro, nome in codice, Er Fazzolettino, ha un tovagliolino rosso sul muso perchè gli cola spesso il naso, Recchioni ha detto che si tratta di un omaggio a Grifter (personaggio di casa DC/Wildstorm creato da Jim Lee).
Un altro, il cecchino del gruppo (nome in codice Er Pelliccia), è in realtà Guy dei Daft Punk con addosso un visone (qui si tratta, invece, di un omaggio alle televendite dei Fratelli Levì che Mike Buongiorno realizzava negli anni ’90).
Ci sono poi il capo, in pratica il Master Chief di Halo, la Regazzì (una bambinetta brava coi coltelli) e un’altra che, non presentando alcun aspetto significativo, chiameremo per comodità Tizia.
Ed è così che Er Fazzoletino, Er Pelliccia, Master Chief, la Reggazzì e Tizia si trovano in missione sul pianeta degli alieni. Qui scopriranno una raccapricciante verità: gli alieni sono in realtà i figli di Glob Herman, X-Men allievo di Wolverine alla Jean Grey School!
Ok, sviscerati tutti gli “omaggi” presenti in Orfani, andiamo alle (serie) conclusioni.
Orfani non è quel trionfo annunciato che ci si poteva aspettare. O meglio, è senz’altro il trionfo di un marketing virale vincente. Una mossa del tutto nuova per un fumetto made in Italy.
Del lancio di questo nuovo prodotto Bonelli, infatti, si sono occupati un po’ tutti i media (non solo i siti dedicati al mondo del fumetto): anche quotidiani e radio nazionali ne hanno annunciato l’atteso esordio. Questa “mobilitazione” va senz’altro accolta positivamente da chi ama il fumetto, si tratta di un importante passo avanti per far conoscere la nona arte anche a chi non ne è un fruitore abituale. Dunque, 10 e lode per la campagna promozionale.
E l’hater sfegatato, quello dell’ “Ehi, ci sono fumetti molto più belli! Perché non si parla così tanto di Saga?” si becca una nota sul registro.
Parlando invece del fumetto nudo e crudo vi dico la mia e lo faccio seriamente, una volta tanto. Nonostante tutti gli “omaggi” soprarelencati Orfani è una lettura piacevole, scorrevole e con una ottima veste grafica: le tavolte di Mammucari sono ottime. Tuttavia, a questo esordio manca ancora il giusto spessore. I dialoghi sono scontati ed i personaggi non “bucano lo schermo” (per lo meno finora ma è pur vero che siamo ancora al primo numero)
– Lo vedi che sei un cretino? Quale ‘schermo’ dovrebbero bucare? E’ un fumetto, idiota! –
Ok, ci siamo capiti.
Altro aspetto da migliorare, trattandosi di una trama a sviluppo orizzontale, sono i finali di episodio. Ci vuole un bel cliffhanger a chiudere l’albo (come insegnano i serial TV o i comics americani), non basta la sboronata dell’ultima pagina ‘Noi siamo Orfani’.
In sintesi, trionfo di marketing per un prodotto valido ma che, tuttavia, non ha ancora le carte in regola per diventare un cult.
Vedremo se Recchioni saprà stupirci davvero nei mesi a venire.
PS ringrazio Giampiero Bronzetti a cui ho deliberatamente rubato un paio di “battutacce”.