Avengers: Guerra Senza Fine, di Warren Ellis e Mike McKone

Autori: Warren Ellis (testi) Mike McKopne (disegni)
Editore: Marvel (uSA), Panini (Italia)
Formato: cartonato 17×26, 128 pp., col.
Prezzo: 16 euro. 

Avengers: Guerra Senza Fine é la storia dei Vendicatori che non vi aspettereste, sicuramente non dopo il film.
Tuttavia, la formazione cinematografica é al gran completo, con l’aggiunta di Wolverine e Capitan Marvel (Carol Danvers).
E tuttavia, ancora, se fosse il sequel del blockbuster cinematografico funzionerebbe alla perfezione.
Ma, ed ecco la sostanziale differenza, ai testi di EW (“Endless Wartime, il titolo originale), c’é il signor Warren Ellis, un uomo che ci ha abituati a robine come Planetary, tuttora una delle serie preferite del sottoscritto, The Authority, Transmetropolitan e la famosa saga Extremis di Iron Man.
Un autore che durante la sua carriera ha sempre avuto una forte vena critica e sarcastica, talvolta anche cinica.
E in EW la cosa non cambia.

Endless Wartime, come dicevo, non é una classica storia dei Vendicatori.
Capitan America e Thor scoprono di avere un nemico comune, riaffiorato dal loro passato e tornato a tormentarli sotto una nuova, spaventosa forma.
Una forma che porta il marchio dell’Esercito americano, che si ricollega alle leggende nordiche e, incredibilmente, alla Wundervaffe, il ramo di armieri e scienziati nazisti che tormentava Capitan America durante la WWII.

Su Thor e Cap, Ellis si concentra maggiormente, specialmente sull’ultimo.
Il ritorno di questa minaccia mette in mostra il loro fallimento. Rende due delle figure piú potenti e autoritarie dei Vendicatori dubbiose delle loro posizioni, convinzioni, idee.
Sottolinea come Steve Rogers sia un uomo che combatte una guerra da lui considerata finita, ma di cui gli echi continuano a risentirsi.

Ed Ellis gioca col personaggio, lo fa osservare gli uomini e le donne attorno a lui, tra i Vendicatori, anche con uno sguardo “cattivo”, o quantomeno infastidito da certi loro atteggiamenti.
Non a caso, l’autore utilizza un gruppo di personaggi con un background militaresco o che comunque ha avuto a che fare con le armi e il gioco della guerra.
Iron Man e suo padre hanno costruito armi per anni, causando morte e vivendo a stretto contatto e influenzando la loro vita su di essa; la Vedova Nera, una spia di origine russa che ha vissuto sotto il regime e sofferto a causa sua; Capitan Marvel é un pilota dell’aviazione, anche di rango maggiore a quello di Cap, che vive un rapporto molto piú stretto e controverso con le autoritá; Bruce Banner è Hulk, costruttore della bomba Gamma e (come si considera) arma egli stesso nella veste del Pelleverde; infine, Wolverine, considerato a volte da Cap un assassino, ma che ha combattuto per molto piú tempo di lui.

É un gioco sottile, uno scontro a volte anche solo accennato, di filosofie di pensiero.
Quanta differenza c’é tra combattere i Signori del Male e entrare in questioni politiche, immischiarsi in conflitti militari tra paesi medio-orientali e guerre civili?
Molta, tantissima: morale, innanzitutto.
Prendere parte nei conflitti, esporsi, scegliere chi ha torto e chi ragione é la parte piú difficile, soprattutto perché al centro di macchinazioni, scambi di armamenti e complotti, vi sono sempre i civili.

Interpretare la guerra, quella vera, per elementi fuori dal comune come Cap é come vivere.
Essendo un uomo praticamente tornato dalla morte, vive la guerra come collegamento alla sua vita precedente, come una sorta, e cito, di sabbie mobili, che lo trascinano lentamente a fondo, senza mai peró soffocare completamente, stringendo i denti e guidando i Vendicatori verso la prossima battaglia.
Ma quando le battaglie si accumulano e la minaccia viene eliminata, una nuova ne prende il posto e il ciclo continua.

Una guerra senza fine, come nella vita reale, come succede anche nel nostro mondo, non quello dei fumetti dove vedere uomini volare é la normalitá, ma dove intere popolazioni vivono con la paura di non svegliarsi la mattina, e dove periodi di breve pace finiscono nel nome della democrazia e del “popolo” o della tirannia.

I disegni di Mike McKone sono splendidi: raramente ha toccato questa qualitá, ma l’aver avuto complessivamente piú tempo per lavorarci deve aver aiutato tantissimo e ogni particolare é ben piazzato, le inquadrature (si puó parlare anche di inquadrature) sono di taglio cinematografico, alcune sequenze sono da brivido.


Per arrivare ad una conclusione, Avengers: Guerra Senza Fine é una storia da scoprire da soli.
Da esplorare, da interpretare, da godere appieno delle tavole, dell’azione frenetica, ma da non sottovalutare per il forte messaggio e per la critica.
É una storia che mostra personaggi sotto una nuova luce, cruda, fragile, anche per elementi come Thor e Hulk.

É una storia dove il passato fa male e continua a farlo, dove la speranza e la voglia di lottare sul futuro prevalgono sulla realtá.
É una grande storia di supereroi Marvel, quelli con veri superproblemi, che affrontano i problemi del nostro mondo.
Un problema che solo i piú grandi eroi della terra, uniti, possono affrontare.

 

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