Occhio di Falco #3 di Fraction, Aja, Pulido

Proseguono le avventure immaginate dallo scrittore Matt Fraction per il suo Occhio di Falco. In questo terzo numero contenente la seconda parte de Il Nastro, disegnata da un discreto Javier Pulido; il mensile prosegue con una storia disseminata di scene davvero esilaranti, intitolata Sei giorni nella vita di, che ci racconta in che modo il nostro eroe si prepara alle festività natalizie, disegnata questa volta dall’ottimo David Aja, vincitore di due premi Eisner.

Matt Fraction sta dimostrando di essere uno scrittore capace di uscire fuori dai canoni convenzionali tracciati dal genere supereroistico e di adottare uno stile meno usuale, riuscendo ad addentrarsi nelle vicende private dell’eroe con arco e frecce in maniera molto convincente. Se vi siete mai chiesti cosa fa un vendicatore quando non è in missione con il suo gruppo di supereroi, leggendo Occhio di Falco troverete la risposta al vostro quesito.

Non manca neanche in questo numero, inoltre, il suo tormentone “Okay, qui si mette male”, frase ripetuta spesso dal nostro arciere e che introduce tutte le sue storie. Quando il lettore la legge sa che sta per succedere qualcosa, un po’ come quando Obi Uan diceva di avere un brutto presentimento (frase ripetuta in tutti i film della saga di Guerre Stellari, vecchia e nuova trilogia, da almeno uno dei protagonisti).

La prima storia di questo terzo albo assume i tratti del genere spionistico alla James Bond, ma con un Clint Barton un po’ più impacciato, approssimativo ed ironico rispetto alla spia inglese. Kate Bishop, alias Occhio di falco (sì, anche lei si chiama così) veste invece alla perfezione sia il ruolo della bella in pericolo che della femme fatale di matrice bondiana. Persino la caratterizzazione che Fraction realizza sulla cattiva di turno, Madame Masque, è degna di un film di James Bond. La storia prosegue in modo piacevolmente frenetico fino alla conclusione, con l’unico disappunto relativo ai disegni, un po’ deludenti. Per carità, Javier Pulido ha svolto un discreto lavoro ed il suo stile pop è molto di moda ultimamente, ma ha avuto la sfortuna di essere affiancato da un ispiratissimo David Aja, che gli ruba un po’ la scena.

Proprio Aja è alle matite della seconda storia dell’albo, storia che abbandona lo stile del genere spionistico per assumere quello di una sit-com incentrata sulla vita casalinga di Occhio di falco. La storia, oltre ad essere molto divertente, contiene tantissime citazioni di cultura pop, una su tutte la scena in cui Clint apre uno scatolone e, vedendo la copertina del laserdisc di Blade Runner, afferma di adorare quel film.

A conti fatti, vi consiglio caldamente di recuperare Hawkeye e di immergervi in questa lettura dai toni meno convenzionali rispetto al solito – ma quasi sempre affascinante – calderone di storie di supereroi cui la Marvel ci ha abituati. Occhio di Falco è un ottimo diversivo tra una scazzottata con Ultron e l’altra.

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