Desolazione e inganno alla Sagra dei Fumetti

Buongiorno. Sono qua per fare un breve commento “a vuoto” (un parere è meglio dire) sulla Sagra dei Fumetti. Una critica che trova spazio tra le righe, un’impressione che passa e va (invoco ora la mia fallace memoria a lungo termine… vai e cancella) senza pretese. Un piccolo sfogo di ieri sera, prima di spegnere il PC, dopo aver letto con calma un articolo che ne parlava su un quotidiano di Verona. Una testimonianza, nello specifico, di sabato 15 giugno in quel di Villafranca (ma, domenica 16, mi dicono non essere andata tanto meglio…). Testimonianza specifica e personale ribadisco.

Io l’ho trovata vergognosa; di una tristezza infinita.

Non voglio di certo (e qui) ricamare doveri e moralità etc, so bene che ognuno cerca di scavarsi la propria piccola fossa in questo mondo ostile. Non sono qui a giudicare persone o singoli individui, né a smontare progetti o sogni di alcuno. Per carità… ognuno cerca di sopravvivere. Tra l’altro, manco è il mio sport preferito riscattare una giornata fasulla e sistemarmi la quantità di adrenalina in corpo offendendo gratuitamente progetti e proposte altrui. Ognuno faccia quel che vuole.

Ma l’unica parola giusta, riassuntiva, che mi viene in mente per definire il mio stato d’animo dopo tale edificante esperienza è: INGANNO.

La Sagra dei Fumetti mi è parsa una pagliacciata messa su per far girare un po’ di soldi (si badi, non per guadagnare, ma per far girare…), sfruttando la passione o la curiosità della gente. Ce ne sono troppe di manifestazioni così in giro ormai. BASTA!!!

A questo punto, uccidiamo il fumetto se esiste ancora. E facciamola finita.

Chi ha speso 12 euro per l’entrata? La domenica sicuramente qualche cosplayer, attirato dalla gara. Ma poi? I poveri papà armati di passeggino che son stati costretti a subire la succulenta offerta famiglia? Vogliamo parlare dello sconto della birra?

Tutto questo condito da incessanti articoli sul quotidiano cittadino (l’Arena) dove si parla di grande successo (vedi foto allegata). Ma cosa sta succedendo?

Mi rendo conto che la miglior cosa da fare, davanti a tutto questo, è non commentare… non sprecare né inchiostri né fiato. Ma non ce l’ho fatta… stavolta.

 

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