“Prendete il timone, Stump, e voialtri spalancate gli occhi! Questo viaggio dura da troppo tempo, lo so! Abbiamo superato ostacoli e sfidato gli elementi… e abbiamo vinto sempre! Ho dedicato tutta la mia vita a questa missione e niente ci potrà fermare! Salendo sul Pikuod è a me che vi siete legati! Se vado a fondo mi seguirete, ma se avrò la mia preda trionferemo! Allora coraggio… il mio odio per Moby Dick sarà più forte del vento e delle saette! La mia furia vi farà da scudo… e dunque se c’è qualcosa per cui tremare non guardate al cielo… guardate Quachab!”
“Moby Dick 2° parte” – Francesco Artibani e Paolo Mottura
(Topolino 3004)
“Bianche cose nobili e commoventi,
Come i veli di sposa
L’innocenza, la purezza, la benignità dell’età
Sebbene abiti bianchi vengano dati ai redenti
Davanti a un trono bianco,
Dove il santissimo siede, bianco come la lana
Sebbene sia associato a quanto di più dolce,
Onorevole e sublime”
“La Bianchezza della Balena” – Vinicio Capossela
Dopo aver tagliato il traguardo del tremila, Francesco Artibani e Paolo Mottura ci spiattellano davanti agli occhi una storia destinata a entrare nell’olimpo dei Classici Disney.
Ismaele (altri non è che Paperino sotto copertura) viene reclutato da Stump (Paperoga) nella baleniera Pikuod; vanno ad aggiungersi i ramponieri Bassotti (privi di mascherina), Starbruck (Archimede) e Qui, Quo e Qua che compongono il gigante natio di Kovolovo, Queequeg. Con questi ultimi il pasticcione Ismaele non avrà un rapporto roseo. E mettendoli insieme non combineranno altro che guai rischiando di navigare senza avvistare la tanto cercata balena.
A guidare la ciurmaglia è il temuto e rispettato Capitano Quachab (Zio Paperone): riflessivo e ambizioso, brusco e compassionevole, ossessionato dal momento in cui un capodoglio bianco lo privò di ciò che di più caro possedeva.
L’intrepido Capitano della Pikuod non si ferma nemmeno dinanzi alle peggiori delle tempeste. La sua ciurma lascerà da parte la paura e dovrà armarsi di coraggio per affrontare l’interminabile viaggio. L’obiettivo è prendere Moby Dick e recuperare il decino inghiottito dalla “balena-banca”: nomignolo datogli per via degli inestimabili tesori contenuti nello stomaco del gigantesco mammifero.
Paperino/Ismaele tenterà il tutto per tutto pur di avvistare il cetaceo bianco assieme ai suoi compagni mentre Quachab dispensa di volta in volta vere e proprie massime di vita con le quali solleverà il morale e darà una scossa a tutta la ciurmaglia.
Infine tutto l’equipaggio si misurerà con la mastodontica creatura che popola mari e oceani confrontandosi con l’oggetto della ricerca di Quachab.
Perché in fondo tutti noi siamo in cerca di qualcosa.
La storia si concede un finale forse abbastanza brusco, senza però che ne intacchi la godibilità.
Per il resto c’è poco da sindacare: i dialoghi avvincenti incollano il lettore alle pagine. Pagine dalle quali trasuda un’epica avventura dal sapore di salsedine.
Insomma, i personaggi disneyani si sono prestati per una storia che sarà ricordata a lungo.
Per coloro che si sono fatti sfuggire questi gioiellini prevedo un bello stridere di denti da roditore/rosicone.
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