Il Marvel Universe è veramente vasto.
Attenendoci anche solamente a Terra–616 (o l’universo Classico per i nabbetti), gli angoli da andare a toccare sarebbero praticamente infiniti.
Magici, tecnologici, arcani, spaziali, fantascientifici, sotterranei, urbani, spionistici.
L’idea di Joe Casey è una delle più coraggiose che (nella mia vita da lettore) abbia mai letto: andare a prendere da tutti questi settori del MU vari elementi e intrecciarli, aumentando quel senso di grande varietà e connessione che da sempre è stato uno dei punti forti della Casa delle Idee.
“Vendetta” (raccolta in Italia in un 100% Marvel) di Joe Casey e Nick Dragotta, indiscutibilmente uno dei migliori artisti in circolazione, comincia quando la Brigata Giovanile, il gruppo di adolescenti super e non che lavora dietro le quinte dei “big”, entra in contatto con una giovane incarnazione dell’In-Betweener, entità cosmica che rappresenta la dicotomia tra caos ed equilibrio dell’universo; non c’è neanche il tempo per le spiegazione che un’orda di demoni extradimensionali, i Brahk-Nuud, attaccano il ragazzo appena salvato da Miss America Chavez, nuova incarnazione latinoamericana e dalla forza e resistenza sovrumana.
Nel frattempo, un nuovo gruppo di villain sta muovendo i primi passi: i Giovani Signori del Male, composti dalla nuova Cavaliere Nero, Ragazzo Radioattivo, Mako, Testa d’Uovo e l’Esecutore, sono a caccia di teste per farsi un nome tra la comunità dei villain, stantia e logora da tempo.
Terzo gruppo dell’affresco sono i Difensori di un ritiratosi Kyle Richmond, che ha passato il mantello ad un nuovo Nottolone, accompagnato da She-Hulk, Krang e Daimon Hellstrom e si è messo sulle tracce dell’informatore che sta divulgando file secretati dello S.H.I.E.L.D. sia alla Brigata che ai Signori Del Male.
Se la trama sembra complicata è perchè, beh, lo è: non è affatto una storia semplice e questo può essere tanto un punto forte quanto uno svantaggio per la riuscita complessiva.
I richiami a vari elementi dell’universo Marvel sono tantissimi: da un misterioso progetto del Teschio Rosso all’entrata in scena dei Sinistri Sei e del Dottor Octopus, passando per dimensioni infernali e parallele alla comparsata (perfettamente riuscita) di Kid Loki e al gran finale a Latveria.
Casey però non lascia che tutto questo sia un’accozzaglia di citazioni alla rinfusa: da’ alle cose il loro peso specifico, l’ordine di lettura ed interpretazione, che per essere compreso appieno ha bisogno almeno di una seconda lettura.
Mentre la storia va avanti e Nick Dragotta regala pagina dopo pagina delle tavole spettacolari e gustosamente pop/psichedeliche senza perdere il tocco supereroistico, emergono prepotentemente i temi del confronto generazionale, del senso di inquietudine e di mal sopportazione tra adulti e adolescenti (amplificato dal fatto che in questo caso entrambe le parti potrebbero spaccare palazzi con un pugno o atomizzare un uomo dalla testa ai piedi!), non senza presentarci diversi punti di vista e tutti spledidamente caratterizzati, dal positivo e cazzaro Nullificatore Assoluto, leader sul campo della Brigata, a quella più pessimista e, in fondo, realista del Cavaliere Nero.
Altro leit-motiv che spunta a metà della mini è la sottile differenza tra bene e male, bianco e nero (ed ecco che rispunta il richiamo all’In-Betweener) che un ragazzo/a dai 16 ai 19 anni può provare, la visione differente del mondo e il modo di approcciarvisi.
Il risultato finale, inizialmente, mi ha lasciato un po’ interdetto.
Ho dovuto rileggere la storia tre volte, per riuscire a comprendere bene tutto ciò che era successo in 6 numeri di miniserie.
Una volta conclusa la rilettura, ho tirato le conclusioni.
E’ difficile non apprezzare, personalmente, il lavoro compiuto da Casey, che dimostra non soltanto di saper far funzionare egregiamente i personaggi, come comparse teatrali, in un periodo di tempo limitato (col rischio di diventare macchiette), ma soprattutto di renderli vivi, diversi l’uno dall’altro, sia caratterialmente che psicologicamente.
L’azione frenetica degli ultimi capitoli fa da momento clou a tutto quello che si è riuscito a costruire nelle pagine precedenti, incastrando pezzi di puzzle ai posti giusti e lasciando al lettore il gusto della “battaglia finale” che dona sempre quel tocco di epicità alla storia.
Altra cosa che ho letteralmente adorato è la capacità di destreggiarsi con così tanti elementi tra le mani, senza cadere in toccate e fuga, ma approfondendo diverse sfumature dello stesso universo.
Ho adorato questa miniserie, nonostante mi abbia fatto sudare sette camicie per entrarci dentro appieno, e continuo a sostenere che il finale aperto, apertissimo, debba trovare un seguito o almeno un modo per accontentare i fan.
Perchè per uno come me che con le “seconde linee” ci va a nozze, una serie sulla Brigata Giovanile e su Nullificatore Assoluto sarebbe veramente la ciliegina sulla torta da fanboy.