Benvenuti nel rosso: "Animal Man" di Jeff Lemire, vol.1 e vol.2

Dev’essergli preso un colpo, a Jeff Lemire, quando gli hanno proposto “Vuoi scrivere ‘Animal Man‘ per il reboot?”.
Il giovane autore canadese, classe ’76, ci avrà pensato su ed avrà accettato. Nella sua testa, il nuovo mondo di Buddy Baker stava già prendendo forma.

Animal Man, alias Bernhard Baker, creato da Dave Wood e Carmine Infantino, portato alla ribalta dall’onnipresente Mida Grant Morrison sotto la Vertigo, ha già, da queste premesse, un fardello ben pesante per qualsiasi autore abbia intenzione di stare al passo con i suoi predecessori.
Lemire, con tutta la cortesia del mondo, se ne frega e intraprende la sua storia.


Il primo volume, “La Caccia” inizia con una lunga intervista.
Buddy Baker racconta se stesso: attore, idolo delle folle, supereroe, vigilante, padre di famiglia. Un punto focale della storia.
Maxine, Ellen, Cliff e Buddy. Figlia minore, madre, figlio maggiore e padre.
Lemire racconta la quotidianeità in modo semplice, spontaneo e molto naturale, che se non ci fosse il piccolo particolare del capofamiglia che può attingere alle abilità e ai poteri del mondo animale sarebbe la cosa più realistica di sempre.
Il problema sorge quando nel tentativo di salvare degli ostaggi e dopo una veloce ripassata al malvivente di turno, Animal Man si ritrova coperto di strani tatuaggi rossi sul corpo, mentre la figlia ha iniziato a manifestare una gamma di poteri che vanno dalla resurrezione di animaletti morti a trasmutazioni a vicini di casa rompiscatole.

E’ l’inizio di un viaggio nel Rosso, la grande novità che Lemire introduce nelle origini di Animal Man: i poteri di Buddy non provengono da due misteriosi alieni (che in realtà si scoprirà in seguito essere solo dei “fashion designer” mistici), ma dalle ancestrali forze del Rosso, la grande rete che connette tutti gli esseri viventi.
Buddy e Maxine (il futuro Totem) non sono altro che pedine nella guerra contro la Putrefazione, una forza devastante che distrugge tutto ciò che tocca e che coinvolge anche il Verde, la rete vegetale che ha come suo paladino Swamp Thing.
Tra attacchi di creature deformi e piene di mostruosità, splendidamente disegnate da Travel Foreman (nel primo ciclo, poi ottimamente sostituito da Steve Pugh), e litigi in famiglia comprensibili (dopotutto, sia Ellen che Cliff e la suocera di Buddy sono “normali”), Animal Man e famiglia scampano indenni nel fisico (meno nel morale) alla minaccia dei tre Totem della Putrefazione nel primo volume.
Nel mezzo, tra i due volumi, uno splendido interludio disegnato da John Paul Leon, dedicato a “Red Thunder”, il protagonista dell’ultimo film interpretato da Baker.

“Animal Vs. Man” è il titolo del secondo volume dedicato alla serie.
Mentre la Putrefazione ha ormai preso una piega incontrollabile, Lemire porta ancora più a fondo la relazione tra il Rosso e Animal Man e tra Buddy Baker e la famiglia.
Mentre la seconda si dimostra essere la parte più problematica, paradossalmente ed anche splendidamente raccontata da Lemire, Animal Man (senza scendere in spoiler) intraprende un lungo viaggio in solitario nel regno orrorifico e sanguinoso del Rosso, incontrando creature/sciamani e rappresentazioni mistiche della rete della Vita, anch’essa minacciata (con un tocco di genio) da “tumori”, rappresentazioni della Putrefazione che si allunga anche nel “santuario” del regno animale.
Gli eventi precipiteranno vorticosamente anche nel piano reale (con apparizioni di una certa Justice League oscura…), mentre ormai la minaccia sembra essere arrivata al culmine e costringe Animal Man a cercare un suo ancestrale alleato, a sua insaputa: l’incarnazione del Verde, Swamp Thing.

Così si conclude il secondo volume, senza mettere una conclusione (come sempre), e aprendo la strada al crossover Rotworld, ultimo atto di questo primo anno e mezzo di Lemire e Snyder rispettivamente su “Animal Man” e “Swamp Thing”.

Il punto forte di questi due volumi è, sicuramente, la grande immedesimazione che il lettore prova nei confronti di Buddy: un uomo insicuro, sostenuto dalla propria famiglia, coraggioso quando questa è in pericolo, protettivo con i suoi figli e sua moglie che sono stati trascinati in un mondo folle popolato da aberrazioni e mostri millenari.

I personaggi sono veramente umani, hanno reazioni comuni e comprensibilissime.
In definitiva, “Animal Man” è completamente rinato, in mano ad uno scrittore giovane ma già solido e con la mentalità e lo stile adatto per un personaggio dalle potenzialità immense come Buddy Baker.
Comparto grafico veramente ottimo, Foreman e Pugh sono la scelta migliore e si intendono alla perfezione con le sceneggiature di Lemire.

Insomma, una delle migliori sorprese del New52 e una delle serie più divertenti e malate che potete trovare in giro.

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