Imitando un recensore del Bar che stimo molto, apporrei una vignetta sulla bocca di Iron Man facendogli dire: «Ma di cosa vi lamentate? Sono Iron Man!». Sì, un po’ alla: «Io sono Batman!»; e la somiglianza della battuta non è per niente casuale.
Ne ho sentite fin troppe sul film ed ho ricevuto fin troppi rifiuti per andarlo a vedere, poi, all’una di ieri notte, mentre seguivo la diretta streaming del dibattito su Iron Man3, ho battuto il pugno sulla scrivania e, facendo cadere la sedia, mentre mi alzavo, ho capito che dovevo assolutamente vederlo!
Saranno stati i tanti interventi di ieri che hanno sviscerato il film, dai commenti più sobri, stile prima versione di Mario Monti, ai più coloriti, di persone in preda quasi ad una crisi di nervi per il disgusto provato nel vedere questo film.
E poi commenti irosi sul Bar: come quei classici personaggi da vecchia locanda del west che ordinano da bere e poi spaccano il boccale, perché non sanno trattenere la collera; ed ancora l’ironia di Vincenzo Recupero, i pareri di Sam e Spite Sacco, due in uno e uno in due, insomma, tutto ciò mi ha spinto senza alcuna pianificazione a decidere in pochi minuti che sarei andato a vederlo, anche da solo!
E allora mi sono vestito in fretta, con passo altrettanto svelto ho raggiunto l’autobus che (orologio al polso) sarebbe partito a minuti, poi una metro, poi un’altra e infine spalanco le porte del cinema e pretendo a gran voce…: «Un biglietto per Iron Man3!!!»
«Vuole vederlo in 3D?»
La mia espressione gli fa tendere gli occhiali scuri, ma prima che me li dia, mi chiede un euro.
Dannazione era per l’autobus!
Ma non importa, di notte non passano i controllori ed il film che sto per vedere dura molto: un addetto ai lavori presume che finisca addirittura a mezzanotte.
Tutta colpa della pubblicità iniziale!
La sala è quasi vuota e non mi dispiace affatto, poi la voce di Tony Stark (Angelo Maggi) annuncia l’inizio e poi…eh sì, come ho già detto: «Sono Iron Man!».
SPOILER
– Non ci sarà la trama, solo un’analisi dei vari aspetti del film
Partiamo dal/dai trailer
E’ da poco che ho preso una decisione molto drastica, ma che ripaga: non vedere altro trailer se non il primo che esce.
Ultimamente i trailer sono diventati la parte più bella del film e sempre più spesso diventano così lunghi e ben dettagliati da far cogliere allo spettatore già ogni svolgimento e colpo di scena della pellicola, nonché (se si tratta del classico film d’animazione Dreamworks/Pixar/Disney, comico) raccoglie tutte le migliori battute facendole diventare inefficaci quando si presenteranno sul grande schermo. Il trailer dovrebbe semplicemente stuzzicare la voglia dello spettatore per capire cosa accadrà, farlo rimanere con il fiato sospeso, farlo restare in quello stato d’animo per cui ha una voglia matta di vedere assolutamente il film! E invece, molti trailer recenti, non fanno altro che sintetizzare la storia, facendo vedere ogni fase del film, saziando buona parte delle curiosità dello spettatore.
Ma recentemente, con Iron Man3, molti sono stati vittima di un abbaglio! Sono stati raggirati da un trailer che lasciava intendere un cambio di bandiera netto nel mondo quotidiano di Tony Stark, facendo di lui non più lo spara battute che tutti conosciamo, il sapientone, il playboy, l’orgoglioso ma un personaggio più Dark, tanto che qualcuno unì la locandina di Iron Man3 a quella dell’ultimo film di Star Trek – Into Darkness. E’ la mania “Batmaniana” che è scoppiata dall’arrivo di Nolan che, a suo modo, ha rivoluzionato il modo di concepire il cinefummetto ed ha raccolto attorno a se così tanti fedeli che, ormai, la maggior parte sperano che gli eroi del fumetto diventino come Batman; ma, pur facendo una battuta simile: «Sono Iron Man!»;
«Sono Batman!»; i due non possono convivere sullo stesso piano, poiché hanno dei caratteri molto differenti e proprio per il fatto che affermino entrambi il proprio ruolo, in modo così decisivo, è bene farli rimanere con le loro caratteristiche, senza incupire chi non è vestito di nero, né smacchiare chi lo è.
L’unico consiglio che posso rinnovare per chi è stato tradito dal trailer è: non fissatevi troppo su questi, vedete solo il primo che esce e snobbate tutti gli altri, in modo da non crearvi troppe illusioni perché con il montaggio si può stravolgere tutto il senso di un film; anche se, pensandoci a mente lucida e ricordando la scena dopo i titoli di coda, forse il trailer era semplicemente uno scherzo da bontemponi, uno scherzo ben riuscito.
Il tormento psicologico di Tony Stark
La storia effettivamente aveva l’intenzione di essere cupa, ma non lo è stata molto, ho percepito molta più sofferenza da parte del personaggio di Tony Stark nel secondo film che in questo, ma probabilmente perché lì si lascia completamente andare, mentre qui è un altro genere di sofferenza che prova: attacchi di panico; e presumo sia normale che Tony tentasse in ogni modo di evitarli, quindi di godersi la vita, quando, improvvisamente, qualcuno o qualcosa nella sua mente gli ricorda l’ultimo grande evento della sua vita: il suo sacrificio in Avengers. Probabilmente molti avrebbero goduto di più se per tutto il film lo avessero visto sbattere la testa al muro, respirare pesantemente o gridare verso il cielo; ma ritengo che la malattia in questione sia stata affrontata in modo perfetto. Il panico gli è dovuto da un evento molto, molto traumatico; pensate se foste voi a dover pilotare una testata nucleare nello spazio, per poi essere sull’orlo della morte, mentre tutto il mondo è improvvisamente attaccato da strane creature aliene! Sicuramente non vi potrà scivolare addosso e se siete deboli di mente, certamente verrete rinchiusi in un ospedale psichiatrico, se invece avete una scorza un po’ più dura e la tempra da supereroe, questo fatto diventerà il vostro incubo segreto, ed è ciò che accade a Tony Stark. E’ come l’Uomo Nero per i bambini: ne hanno il terrore e se glielo nomini scappano a rifugiarsi dietro le gambe del papà o della mamma, ma se non lo si fa, il bambino, resta spensierato e allegro, pur mantenendo dentro di sé quella paura. In Tony avviene la stessa cosa, solo che nei momenti “normali” per sé stesso serba quella paura in modo un po’ più conscio e la manifesta non riuscendo a dormire, perché se lo fa la sua mente gli crea degli incubi e la scena in cui la Mark 42 assale Pepper è una delle scene più belle (senza i grandi effetti speciali) del film, perché coglie di sorpresa e mette abbastanza paura nello spettatore.
Anche tutte le altre scene in cui cade nel panico, possono sembrare strane, ma è così che funziona il panico! La persona improvvisamente si sente in pericolo, si sente insicura e impaurita e inizia a fuggire.
Non ci credete?
Dal dizionario, panico: paura improvvisa e incontrollabile, che spinge spesso a comportamenti irrazionali.
Vi fa ridere lui che poco prima sta seduto ad un tavolo di un bar e poi, preso da un attacco di panico, scappa via? Prendetevela con la “malattia” non con il regista.
Tony Stark, non Iron Man
Perché ho voluto specificare questa differenza? Perché nel film si vedrà molto del personaggio di Tony Stark, infatti gran parte di questo, a parte la sequenza finale, è caratterizzato dall’assenza dell’armatura del playboy, miliardario, filantropo, il che mette in luce le sue doti da “meccanico” (come ama definirsi) ed è un piacere vedere l’uomo, combattere contro super umani che si rigenerano anche dopo un’esplosione capace di polverizzare i corpi.
Infatti, il duello nel Tennesse contro Ellen Brandt è stato un altro dei momenti che mi ha coinvolto di più, perché lì ha dimostrato cos’è lui senza armatura (richiamando il famoso battibecco fra Cap. e Tony in Avengers) e lui è un uomo, semplicemente un uomo che, però, ha una grande dote inventiva, da meccanico qual è.
Il Mandarino
Una vera delusione. Non importa tanto il fatto che non si rispetti ciò che vuole essere nel fumetto, perché, come qualcuno ha fatto notare, se alla fine si mantengono alcuni elementi di base, anche se non è identico alla versione fumettistica, verrà apprezzato dal pubblico, ma qui lo sradicano completamente da ogni suo ruolo.
Il Mandarino non è altro che un attore alcolizzato, facilmente corruttibile, usato come facciata da Aldrich Killian il quale crea Extremis.
Compromessi cinematografici(?)
Ci sono alcune scene in cui vi sono quelli che definisco errori di regia o compromessi cinematografici, che per una ragione o per un’altra caratterizzano piccoli errori all’interno delle riprese o della presenza o meno di un determinato oggetto. Per esempio, in Arma Letale 3 a Leo Getz, viene rotto il braccio sinistro, presupponendo che non possa muoverlo, visto com’è fasciato e, infatti, inizialmente non lo muove, poi in una sequenza lo agita tranquillamente senza avere alcun dolore e poi in un’altra in due diverse inquadrature della stessa scena, il gesso prima passa al braccio destro e poi ritorna al sinistro. Insomma, quegli errori di regia che spinsero Mel Brooks a ideare una delle sue tante gag, che ha usato più volte nei film: la gobba di Igor che da sinistra passa a destra con conseguente stupore per il dottor Frankenstein o il neo del Re Giovanni in Robin Hood – Un uomo in calzamaglia che passa dalla guancia destra a quella sinistra.
In Iron Man questi errori sono:
1) l’armatura parcheggiata fuori dal locale, è un po’ impensabile che Tony Stark lasci scoperta al pubblico la sua armatura;
2) poco prima della conclusione della scena con il bambino, Tony, che era giunto in Tennesse senza alcun mezzo, improvvisamente trova una macchina, ci sale e parte verso Miami;
3) nella scena finale James Rhodes chiede a Tony di dargli una delle tante armature che svolazzano nel cielo, ma lui precisa che sono calibrate su di lui e non funzionerebbero addosso ad altri, però sia nella scena dell’esplosione della villa, l’armatura viene indossata da Pepper e sia nella battaglia finale, Tony fa indossare una delle armature a Killian;
4) quando Pepper rinasce, salvando Tony, viene attaccata dalle armature che hanno ricevuto l’ordine di abbattere tutti coloro che hanno dentro di se Extremis, poco prima che l’armatura sferri il suo colpo, Tony cerca di disattivare l’ordine ma nota che l’auricolare non è più al suo orecchio, ma è per terra, poco dopo, senza auricolare, ordinerà a Jarvis di far esplodere tutte le armature;
5) se aveva tutte quelle armature funzionanti, perché ha atteso così a lungo per utilizzarle?
Il bambino
Sinceramente non vedo come possa essere stato un elemento di disturbo filmico, per alcuni, la presenza del bambino; anzi credo che sia stata proprio fondamentale per lo sviluppo psicologico di Tony Stark, laddove il suo caro amico James e la sua fidanzata Pepper avevano fallito, forse proprio perché erano persone adulte, il bambino riesce molto più semplicemente ad avvicinarsi al mondo di Tony Stark, forse proprio perché i supereroi sono creati per far sognare i bambini.
La scena più bella
Una delle scene più belle (fuori dai grandi effetti speciali) l’ho già citata, è il momento in cui la Mark 42, come un demone da incubo assale Pepper nella notte.
L’altra, quella che ho preferito in assoluto, è stata quella in cui Tony Stark trascina la sua armatura nella neve, proprio come un bambino che trascina il suo pupazzo preferito. Quello è uno dei momenti più toccanti, in quanto si comprende come lui sia solo con la sua armatura e che questa è molto più che un pezzo di ferro, ma c’è un legame fra i due fortissimo.
La scenetta dopo i titoli di coda
Non vedo come possa deludere. Sì, capisco che molti si aspettavano un’anticipazione o chissà cosa, ma come scenetta extra è strepitosa, quelli che erano in sala sono tutti scoppiati a ridere nel vedere Tony Stark, che sin dall’inizio del film fa da voce narrante con una certa serietà, è disteso sul lettino da psicanalista parlando di tutti questi suoi problemi a Bruce Banner, che sì, è un dottore, ma non uno psichiatra!
Volendo, questo lascia intendere come, in tutto quel casino del film, in tutta la sua vita privata, comunque frequenta i Vendicatori.
Musiche
Le musiche sono molto belle, ma, devo essere sincero, mi è dispiaciuto non ascoltare la canzone dei Black Sabbath!
I voti ai 3 film
Iron Man: 10
Iron Man2: 6
Iron Man3: 8
Voto alla trilogia: 8