Il caso Seitokai Yakuindomo

Sempre più spesso mi imbatto in opere che hanno del riprovevole e sempre più spesso queste opere appartengono alla nostra contemporaneità, come la nuova stazione Tiburtina di Roma: un colosso di vetro e di minifaretti che, visti da lontano, lasciano a bocca aperta i passeggeri costipati negli autobus che attraversano il ponte adiacente; una stazione vuota, che accoglie al massimo (in contemporanea) dieci persone, una stazione che non ha i mezzi per i disabili (o almeno io non ne ho visti). Una stazione che alla prima pioggia crea un grande stagno adatto per rospi e girini.

Ma non sono solo questi nuovi luminari dell’architettura che mi lasciano un sapore di feci in bocca, ultimamente accade sempre più spesso anche per le sculture, pitture, messe in scena teatrali, televisione, film e, per arrivare ai temi che più ci appartengono, anime!

Sempre più spesso mi ritrovo a pensare a South Park, una serie che ha il pregio di trattare veramente gli argomenti più disprati ed eterogenei. In questo caso, mi riferisco ai due episodi intitolati Stai invecchiandoLa sindrome di Hamburger, entrambi della quindicesima serie.

Stan Marsh festeggia i suoi dieci anni e tutto d’un tratto ogni cosa che prima gli piaceva è improvvisamente diventata una merda. Ma perché? Nella puntata si alternano varie versioni:

1)      Stan sta crescendo e quindi sta sviluppando un certo senso critico che prima non aveva;

2)      Sharon (la madre) ritiene che la musica che ascoltano i giovani sia di merda, proprio come i suoi genitori dicevano che il rock che ascoltava lei faceva schifo, quindi è un problema generazionale che non si affronta con occhio veramente imparziale;

3)      Stan è entrato in una fase della vita in cui ogni cosa gli fa schifo;

4)      Stan non accetta i cambiamenti della vita e cozzando contro di essi, finisce per criticare ogni cosa;

5)      Esistono delle persone che vedono la realtà (cioè che tutto è di merda) ma riescono a vivere grazie ad una pozione magica (si ubriacano);

6)      Infine la più spietata e “forse” veritiera: molto spesso ciò che piace ai più è effettivamente merda, come dimostra il successo degli hamburger commercializzati da Cartman.

Mi vengono in mente quelle due puntate, perché non riesco a capire se il problema sia solo mio, oppure se effettivamente lo standard generale si sia abbassato a tal punto da rendere “nella media”, prodotti che un tempo sarebbero stati considerati scadenti (e qui vi invito a vedere la nona puntata della sedicesima serie di South Park).
In particolare, incontro sempre più difficoltà e reperire anime di un certo spessore; anime che mi coinvolgano veramente e che mi sorprendano per la loro originalità. Uno degli ultimi è stato NHK o La malinconia di Haruhi Suzumiya, quest’ultima ha dato vita ad una vasta gamma di anime che non facevano altro che copiare alcune sue caratteristiche, come ha fatto Angel Beats o come ha fatto Seitokai Yakuindomo. Eppure c’è differenza in questi ultimi due anime citati.

Ho sempre sostenuto che, sì è importantissima l’originalità e ci vuole; ma ritengo anche che non sia un dramma se qualcuno crea qualcosa di già visto o sentito; a patto che lo faccia prendendo determinati cliché e li utilizzi mettendci del proprio. Solo in questo modo il prodotto finale risulterà apprezzabile, addirittura tanto da far passare in secondo piano la somiglianza rispetto ad opere precedenti.

Insomma, non importa che Arma Letale abbia le caratteristiche del poliziesco visto e rivisto, con il classico poliziotto che deve andare in pensione e improvvisamente si ritrova uno nuovo nella sua squadra. L’importante è che le tante sfumature della storia lo rendano (almeno la trilogia) uno dei più bei polizieschi in assoluto. Ed è proprio in questo punto cardine che sta la differenza rispetto a tanti altri prodotti.

Si possono prendere i classici tipi di ragazze degli anime giapponesi: una bassina e con tutte le misure da bambina, capelli lunghi e (solitamente) biondi, dal carattere irascibile; un’altra alta e maggiorata, capelli fluenti, sguardo e sorriso dolce; ed infine la ragazza che è una via di mezzo fra le due (che poi sarà naturalmente la protagonista) e fare comunque qualcosa di bello e originale. Oppure si può banalizzare una storiella da quattro soldi, ripercorrendo in modo palese il percorso fatto da altro autore precedente.

Purtroppo Seitokai Yakuindomo rientra nella seconda tipologia!

Quest’anime, mandato in prima tv giapponese nel 2010, è stato ideato da Tozen Ujiie, con l’intenzione di creare una semplice storia simpatica fra i banchi delle scuole superiori, utilizzando i tre tipi di ragazze sopracitate ed il classico ragazzo alla Zeno, che si lascia coinvolgere – in modo passivo e apparentemente succube – in situazioni che non gradisce.

Trama: ATTENZIONE NON CI SONO SPOILER!

Shino Amakusa, presidentessa del consiglio studentesco, Aria Shichijo e Suzu Hagimura, appartenenti al consiglio studentesco, fanno battute a sfondo sessuale su Takoshi Tsuda, studente del primo anno.

Fine

 

La cornice, data la ricchezza della trama, la sua originalità, freschezza ed i suoi tanti colpi di scena («Come sarà la prossima battuta sul pe*e di Tsuda?»), potete immaginare come sia molto più ricca e bella.

ATTENZIONE CONTIENE SPOILER!

Takoshi Tsuda, studente del primo anno di superiori, decide di iscriversi ad un istituto molto particolare, dal momento che la scuola si trova molto vicino a casa sua. La particolarità di questa scuola superiore (oltre alla forma della scuola: rettangolare, bianca, con al centro una sorta di torre leggermente più alta delle altre due ali dell’istituto) è quella di essere stata, fino all’anno prima della venuta di Tsuda, una scuola per sole ragazze; il che ovviamente inflaziona le inquadrature sulle gonnelline scozzesi. A ciò si aggiunge che, il protagonista, essendo molto ricercato dalle ragazze, durante la scuola media, non sembra essere per niente interessato ad intraprendere qualsiasi rapporto con l’altro sesso. Nonostante queste premesse, Tsuda sceglie proprio quella scuola e sceglie di entrare nel consiglio studentesco presieduto da Shino, Aria e Suzu.

Fine Spoiler

 

Dunque, da queste poche linee narrative, nasce un’anime del tutto privo di trama. E non parlo solo della storia principale, ma anche di ogni singolo episodio. Risulta infatti davvero complicato cogliere una trama logica che duri per un’intera puntata e che non vada a scadere nei succitati banili cliché visti e stravisti. E’ così che la classica gita al mare, non può che proseguire fra costumi che si slacciano e maniaci da spiaggia; mentre la tipica partita nei campetti scolastici si riduce alla solita esibizione di forza e qualità tecniche da parte dei protagonisti! Il resto della storia sono battute a pioggia e situazioni già viste che, già dopo la prima puntata, diventano prevedibili e monotone. Il tutto intramezzano dall’intervento dell’autore che non manca di darci la propria opinione  tramite un timbro rosso.

Tutto ciò, però, non deve essere considerato un deficit dell’autore, al quale va invece riconoscita la capacità di scrivere una storia senza storia! Quantomeno, c’è da dire che i disegni sono fatti bene, ovvero, pur non avendo alcuna caratteristica particolare, risultano comunque ben curati per il genere trattato.

 

Ora, nonostante la banalità della trama e la totale assenza di spunti interessanti, quest’anime è stato comunque apprezzato da alcuni amanti del mondo dell’animazione e del fumetto giapponese che si autodefiniscono esperti del settore. E quindi ritorno a me, a quella sensazione di deja vu rispetto alla puntata di South Park e all’impressione che questo anime sia fatto veramente di merda. E, proprio come accade a Stan nella suddetta puntata, dopo nove episodi di Seitokai Yakuindomo al posto dei dialghi mi pare di ascoltare peti. Non solo. Ma poi leggo sul Bar la delusione di molti per il nuovo Iron Man e per quella che vorrebbe essere la saga del momento DaVinci’s Demon e capisco che, forse, non sono l’unico, e che probabilmente è lo standard ad essersi abbassato. Forse dovremo aspettare il James Cameroon di turno che risollevi uno standard ormai arrivato davvero in basso, tanto da rialzarlo quel minimo  che basti a far rendere conto alle persone dei tanti prodotti di bassa qualità che stanno monopolizzando il nostro amato universo nerd.

L’arte, in qualsiasi sua forma, è ben altro che non Seitokai Yakuindomo.

E’ per questo motivo che apro uficialmente quello che ho denominato il caso Seitokai Yakuindomo.

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