Recentemente la Marvel ha iniziato a puntare molto su un tipo di fumetto più maturo, introducendo gruppi di “anti-eroi” come i Thunderbolts o l’Accademia dei Vendicatori, ma anche gruppi di supereroi che combattono il crimine segretamente senza essere vincolati da nessuna regola morale. A tal proposito, è impossibile non citare Rick Remender, che ha recentemente riportato in auge questo genere con le sue testate Uncanny X-Force e i Vendicatori Segreti.
Un autore che nella sua epoca d’oro ha contribuito ad un universo Marvel più maturo e realistico, è Brian Michael Bendis, che nel 2004 ha pubblicato Secret War, oggetto della mia recensione.
Raccontare la trama senza fare degli spoiler è sostanzialmente impossibile, infatti la storia divisa in cinque numeri, è estremamente lenta. Ci vogliono ben due numeri per presentare il gruppo di eroi, e un terzo per capire a grandi linee la trama. Nel momento stesso in cui la trama inizia a prendere forma, siamo già arrivati allo scontro finale, e al conseguente epilogo del fumetto. Questo è comprensibile visti i pochi numeri a disposizione, ma è nella bravura di un autore capire i propri limiti narrativi, e utilizzare le pagine concesse nel migliore dei modi. Bendis invece si dilunga molto su cose davvero futili, tralasciandone altre importanti come l’approfondimento dei personaggi e soprattutto la stessa trama.
Per fortuna parliamo di Bendis, e se le sue scelte narrative si possono spesso ritenere discutibili, i suoi dialoghi rendono il ritmo generale della storia piuttosto buono, evitando dei momenti di noia, nonostante persistano dei dubbi sull’andamento della storia, che per metà volume sembra non portare da nessuna parte.
Ad alzare la media del fumetto ci pensa Gabriele Dell’Otto che offre ancora una volta dei disegni degni di nota. Ottimo anche il design dei nuovi costumi, che in effetti sono presenti solo in copertina ed in alcuni flashback della misteriosa missione compiuta dai sei eroi. Questi flashback sono però in bianco e nero, quindi l’impegno degli autori nel design dei costumi è sostanzialmente vano, rendendo inspiegabile una così grande cura dei particolari.
Dell’Otto ci offre anche degli ottimi combattimenti corali, degni del crossover Secret Wars che probabilmente Bendis ha voluto omaggiare con la sua opera.
Concludendo, Secret War ha molti difetti da un punto di vista narrativo ma risulta comunque abbastanza scorrevole e con un finale ben strutturato, che nell’ormai lontano 2004 ha avuto delle importanti ripercussioni sull’universo Marvel. Gli splendidi disegni di Dell’Otto trasformano ogni tavola in una piccola opera d’arte. Ottima anche l’ultima ristampa italiana, che nonostante una qualità della carta mediocre, ci presenta una gran quantità di contenuti extra, che faranno davvero gola agli appassionati.
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