Autori: Robert Kirkman, Charlie Adlard, Cliff Rathburn
Casa Editrice: Saldapress
Provenienza: USA
Prezzo: € 12,50, 17 x 26, pp. 144, B&W
Dopo un paio d’albi interlocutori che sono serviti a fare integrare i nostri protagonisti nella ridente (ma non troppo) cittadina di Alexandria, lo story-arc ambientato nella comunità dell’ambiguo Douglas arriva al suo climax.
Va detto che, in seguito allo strepitoso arco narrativo prigione/Woodbury (di certo il punto più alto finora raggiunto da TWD), Kirkman aveva comunque sparato una paio di valide cartucce: i cannibali e la disturbante vicenda dei gemelli erano riusciti a mantenere decisamente alta la tensione. Tensione che, all’arrivo ad Alexandria, é andata scemando soprattutto per l’introduzione di nuovi personaggi opachi e con poca personalità: Abraham continua ad esssere una scialba copia di Tyreese, restando un personaggio con scarsa identità ed inoltre, tra le new-entries, l’unico ad avere una discreta caratterizzazione é l’ambiguo Douglas Monroe, il capo della comunità. Per il resto la coppia omosessuale composta da Eric ed Aaron, il dott. Clyde, Seth ed il pavido Spencer, il figlio di Douglas, sono mere comparse che ben poco aggiungono alla trama.
Ritroviamo, dunque, Rick, Carl, Michonne, Abraham ed Andrea (non quella deficiente della serie TV ma la sua ottima controparte cartacea) ancora gongolanti per aver respinto l’assalto della banda che voleva penetrare nella cittadina. Ma la calma é solo apparente: un’orda di zombie é alle porte e le fortificazioni non sono poi così robuste come sembrava…
Questa, in buona sostanza, la vicenda sviluppata nel quattordicesimo albo di The Walking Dead, di certo il migliore tra quelli finora ambientati nella comunità di Alexandria.
Il finale é teso e gli zombie tornano ad essere primattori dopo essere stati relegati, per un bel pezzo, ad un ruolo di contorno. Tuttavia questo epilogo ci lascia una vaga sensazione di deja-vu (sono molti i punti in comune con il catastrofico finale della saga ambientata in prigione). Finalmente, però, un colpo di scena degno di tal nome (in una splash-page da far cascare la mandibola a terra!) rialza i toni della narrazione e torna a far ben sperare per le prossime uscite. L’albo ci lascia, infatti, con un cliffhanger che vi farà contare i giorni che vi separano dal vol.15.
Nota a margine sui disegni di Adlard che si dimostrano, come sempre, efficaci per gli zombies, meno nel delineare i protagonisti che, troppo spesso, sembrano tutti uguali. Impressionante, soprattutto, la “somiglianza” tra Glenn e Maggie: un uomo dei lineamente orientali ed una donna caucasica che, il più delle volte, non sarebbero distinguibili se non fosse per il fatto che lui porta il cappello. Senza dimenticare che anche Eric ed Aaron risultano pressocché identici, guardate qua: