La cosa bella del 2013 è che ritornano vecchie primedonne del passato, che hanno in parte vivacizzato la mia infanzia e entusiasmato con i loro film duri e maschi: parlo di Schwarzenegger e Stallone. E con gli occhi lucidi e un continuo zittire chi mi dava dell’illuso perchè un film del genere potesse essere bello, ho visto Bullet To The Head.
Jimmy Bobo è un sicario cui uccidono il compagno d’affari. Per scoprire la verità dovrà allearsi con un poliziotto, rimasto solo dopo che gli stessi malavitosi gli hanno assassinato il partner di pattuglia.
Ma tra corrotti e ricchi uomini d’affari, la strada sarà tortuosa.
Di solito il film d’azione è il genere che più di ogni altro si presta ad una superficiale visione; perchè è quello che si va a vedere per rilassarsi, spegnere il cervello e di conseguenza non frega molto se sia cervellotico e ben costruito, tanto resterà sempre un film relegato ai gradini più bassi del giudizio soggettivo. E invece no.
Come qualsiasi altra categoria cinematografica, esso dev’essere giudicato nel merito; come in questo caso.
Uno vede il poster, legge gli interpreti, si ricorda di Rocky e spara: questo film sarà-di-mazzate. Niente di più sbagliato.
O meglio: non del tutto errato il ragionamento.
Partiamo dal regista: Walter Hill.
I Guerrieri della Notte, 48 Ore, Danko, sono i titoli che in molti ricorderanno. Film infarciti di sano maschilismo, botte da orbi, e una leggera ironia truce a metà strada tra un cinema d’impatto e uno da risse da bar.
Un cinema, il suo, poco colorato e molto greve: un classico dell’Action anni ’80 – ’90.
E poi c’è Sylvester Stallone, un attore che non ha bisogno di presentazioni dato il suo lungo curriculum tra interpretazioni e regie memorabile e altre dimenticabili. Stavolta lavora in coppia con l’ormai navigato attore sud coreano Sung Kang (Fast&Furious, The Shield, CSI, Ninja Assassin).
Sullo sfondo i villains rappresentati da Slater, Mr Eko di Lost (Adewale Akinnuoye-Agbaje) e infine un irriconoscibile Jason Momoa (Game of Thrones).
Cos’è, dunque, Bullet to the Head tradotto simpaticamente in Jimmy Bobo?
Una pellicola ad alto tasso di testosterone con battute taglienti e una regia svogliata; un tentativo di riportare quelle scazzottate livide di una volta. Ma senza riuscirci.
Quello che resta infatti, è solo un filmetto simpatico, con uno Stallone divertente ma malinconico e una resa da serie televisiva.
Un produzione ispirata dal fumetto francese Du plomb dans la tête di Nolent che perde nella resa visiva.
Un vero peccato perchè si inizia bene e si finisce male; accellerando a ripetizione la trama e regalandoci solo nel finale un combattimento a colpi di asce molto interessante.
Carina la colonna sonora e molto scarna la fotografia, sicuramente dovuta ai limiti del budget.
Link blog: ilmondoinfrantumi.blogspot.it
Leave a Comment