Ormai abbiamo imparato a conoscere Deadpool (alias Wade Wilson), un personaggio che negli ultimi due anni ha riscosso un discreto successo anche in Italia. Una volta colte le potenzialità del mercenario chiacchierone, infatti, la Panini ha comprensibilmente cercato di propinarcelo in tutte le salse: dalla nuova serie regolare, alla collana MAX, fino ad arrivare a qualche storia più datata. Insomma, il nostro folle amico rosso e nero sembra andare alla grande anche nel Belpaese. Beh, a dire il vero, non tutto quello che ha passato il convento può definirsi di buon livello; ma, nel complesso, il materiale pervenuto fino a questo momento è stato certamente utile ai lettori per farsi un’idea più precisa di questo bizzarro personaggio.
Tuttavia, nonostante le numerose proposte editoriali giunte in Italia, ad oggi mancava una di quelle che senza dubbio ha contribuito maggiormente al successo di Wade Wilson; e cioè la collana che lo vede affiancato al tenebroso e scorbutico Cable. L’eterogeneo duo, infatti, è stato per alcuni anni sulla cresta dell’onda, proprio grazie alla testata dal titolo Cable & Deadpool, pubblicata tra il 2004 e il 2008 negli USA e che oggi ci viene riproposta a partire dalla prima miniserie dal titolo If Looks Could Kill (Se gli sguardi potessero uccidere). Prima di parlare dell’albo in questione, però, ritengo sia necessario spendere due parole sui protagonisti di questo curioso team up, nel caso alcuni di voi avessero poca confidenza con l’argomento.
Cable (Nathan Christopher Charles Summers) è un viaggiatore del tempo, figlio di Ciclope e Madelyne Pryor (un clone di Jean Grey), dotato di poteri difficilmente riscontrabili in altri mutanti. Cable è infatti un telepate tra i più potenti; e, cosciente del futuro dal quale proviene, cerca in tutti i modi di costruire un mondo migliore.
Deadpool (Wade Wilson) è un mercenario chiacchierone con una pluralità di disturbi mentali che lo rendono tanto pericoloso e instabile, quanto comico e divertente. Alla pari di Wolverine, Wade si è sottoposto all’esperimento Arma X nella speranza di trovare una cura per il suo cancro. Nonostante, i nuovi poteri acquisiti, però, il cancro non guarisce; anzi, proprio a causa del fattore rigenerativo, il cancro si espande, provocando orribili cicatrici su tutto il corpo del povero Wade. Una delle particolarità che rendono unico il personaggio di Deadpool è la sua autoconsapevolezza di essere un personaggio di un fumetto. In buona soatanza, Wade abbatte la c.d. quarta parete, citando ad esempio eroi della DC Comics o facendo riferimenti ad altre testate Marvel nelle quali è apparso.
Come è facile intuire, l’unione di due personaggi così diversi dà vita a situazioni davvero divertenti: Cable costituisce infatti una spalla ideale per il mercenario chiacchierone e per le sue folli divagazioni sulla cultura pop moderna.
L’albo in oggetto – edito dalla Panini Comics al prezzo di € 13,00 – raccoglie i volumi americani #1-6 di Cable & Deadpool che contengono il primo mini arco narrativo della testata regolare. La trama, come è facile immaginare, non regala particolari emozioni; ma, come detto, non è quello il punto di forza dell’albo.
Deadpool viene assunto da un’organizzazione religiosa che si fa chiamare la Chiesa dell’Unico Mondo. La missione del mercenario è quella di recuperare un particolare tipo di virus denominato virus facciata. Ottenendo il virus facciata la Chiesa dell’Unico Mondo potrebbe portare a termine il proprio piano di uguaglianza globale, rendendo di fatto ogni essere umano perfettamente identico all’altro. Tuttavia, mentre fa irruzione all’interno dell’impianto Sunic in Germania, Wade si trova faccia a faccia proprio con Cable, il quale sta a sua volta cercando di entrare in possesso dello stesso virus. Da qui hanno inizio una serie interminabile di scontri tra i due, intervallati da dialoghi ai limiti dell’inverosimile. La coppia funziona bene; e non solo grazie al lato prettamente comico che emerge a primo impatto. In qualche modo, infatti, vengono alla luce le profonde diversità tra i due personaggi e il loro differente approccio sul piano morale, frutto certamente dei loro rispettivi background. Cable appare come un personaggio determinato, quasi ossessionato dal suo desiderio di cambiare in meglio il mondo. Tutto l’opposto di Deadpool, egocentrico antieroe continuamente rapito dalle sue folli disquisizioni sulle star di Hollywood o sulle gemelle Olsen (vero e proprio chiodo fisso di Wade). L’interazione tra i due personaggi risulta molto divertente, anche grazie a dei tempi comici particolarmente azzeccati. La storia ha un ritmo veloce, basato principalmente sul continuo antagonismo tra Cable e Deadpool e sulle conseguenti inevitabili scene d’azione e di combattimento. Lo stile dei disegni è piacevole (sebbene non sia uno dei miei preferiti) e ben si adatta al tenore della storia. In particolare, le tavole di Mark Brooks e Patrick Zircher sono luminose e per lo più ben curate, pur non mancando qualche disegno definito con un po’ troppa superficialità.
Nel complesso, possiamo dire che si tratta di una serie tutto sommato godibile, che non mancherà di divertire gli appassionati del genere. Certo, non siamo di fronte a chissà quale lettura, ma i fan del mercenario chiacchierone non si aspettano certamente di leggere un’opera di spessore. Se azione e risate sono gli elementi che cercate, questo albo fa assolutamente al caso vostro. Se invece amate storie più impegnate o comunque introspettive, risparmiatevi a cuor leggero queste tredici euro.