I fratelli Fleisher – l'animazione si ribella a Hollywood e Tex Avery: il re dei cartoons

Per coronare il mio Dottorato in fumettologia, com’è ormai consuetudine, pubblico altrie due capitoli (lo faccio insieme perché sono brevi) della mia tesina “Da Walt Disney a Hayao Miyazaki”.

Buona Lettura! 

Negli stessi anni trenta, mentre Disney sfornava i suoi cortometraggi più famosi e con la serie di Silly Simphonies conquistava il mondo intero,  si sviluppa, all’interno della produzione dei cartoni animati, un antidivismo condotto da Max e Dave Fleischer, i quali si distingueranno per un tratto stilistico molto grottesco e brutto esteriormente. I Fleischer furono i primi a contrapporsi in modo prepotente al divismo Hollywoodiano ed alla grazia stilistica Disney; furono i creatori di personaggi come Popeye the Sailor (conosciuto in Italia come Braccio di Ferro) e Betty Boop.

Le contrapposizioni fra i due stili sono nettamente evidenti: i Fleischer (parlando della loro opera più nota Popeye the Sailor) usano disegnare uomini deformi dal carattere brutale e violento, con storie in cui le figure del bene e del male si scontrano su piani analoghi, non differenziandosi per doti più “eleganti e nobili”, ma sviluppando la storia sulla forza e violenza dei personaggi; da un altro lato vi sono i cartoni animati di Betty Boop la diva/antidiva americana, la quale rappresenta una satira dei costumi Hollywoodiani, quasi la caricatura delle vere dive, ma al tempo stesso è la Star del suo mondo animato. Le avventure di Betty Boop non la vedono eroina di storie in cui si distingue (come il sopracitato Braccio di Ferro) per la violenza fisica, ma, al contrario, è una normale ballerina e cantante che suscita le brame e i desideri del pubblico.

Questo stile anti-disneyano, ed in particolar modo la figura di Braccio di Ferro, viene accolto in modo esorbitante dal pubblico americano, costituito da un popolo che man mano si stava avviando verso la Seconda Guerra Mondiale e rivedeva, nella figura del marinaio che trionfa per la sua forza, parte della cultura bellicista che da sempre ha contraddistinto il popolo degli USA (oltre alla crescita costante dell’ammirazione verso i nuovi veri eroi degli Stati Uniti d’America: i Marines).

Il successo di questo personaggio fu tale da riuscire a sorpassare persino la notorietà dell’allora imbattibile Mickey Mouse; seppur nel corso del tempo la figura di Topolino ha saputo mantenere (per svariate ragioni) una più alta e vivida notorietà in tutto il secolo, giungendo a noi in vesti diverse, in atteggiamenti diversi, ma restando sempre l’emblema dell’icona Disney.

 

Tex Avery: il re dei cartoons!

L’esempio o scuola dei Fleischer viene ben accolta a partire dalla fine degli anni ‘40 da molti altri produttori americani, in particolar modo dalla Metro-Goldwyn-Mayer e dalla Warner Bros; prima di essi va citata l’opera dell’UPA (United Production of America) fondata da artisti fuoriusciti dalla Disney e che ebbero come obbiettivo l’intento di sviluppare un’autonoma serie di personaggi animati, lontano dagli schemi della Disney. Il loro stile è bidimensionale, spigoloso, vivace e vibrante: decisamente antidisneyano. La loro opera di maggior successo fu la serie di cortometraggi di Mr. Magoo: un ricco pensionato che a causa della sua debole vista finisce sempre per cacciarsi nei guai e, molto spesso, non si rende conto della gravità delle vicende in cui va inavvertitamente a cacciarsi.

Come abbiamo detto anche la MGM e la WB intensificarono una produzione di disegni animati che, almeno per la violenza dei contenuti, si ponevano su un piano differente, meno infantile e ingenuo, portando alle estreme conseguenze certi caratteri del cinema d’animazione prebellico, in particolare quello dei fratelli Fleischer, con la differenza di sviluppare un disegno molto più delicato e bello esteticamente. Nascono così: Silvestro e Gonzales, Mimì lo struzzo (meglio conosciuto in Italia come Beep Beep) e Willy il Coyote, infine, Bugs Bunny in assoluto uno dei più rinomati personaggi dell’animazione mondiale, personaggio che rivaleggerà audacemente con Mickey Mouse, tanto da apparire insieme a lui in una sequenza del film Chi ha incastrato Roger Rabbit?, dimostrando le loro opposte personalità (quella più esuberante, egocentrica, comica e individualista di Bugs Bunny e quella più gentile, amichevole, altruista di Topolino) nella discussione incentrata sulla decisione di dare un paracadute al protagonista che sta precipitando da un grattacielo (il detective privato umano Eddie Valiant catapultato nel fantasioso mondo dei cartoni animati).

Questa nuova tendenza di una rilettura delle regole lasciate dai fratelli Fleischer si esprime in una serie di gags di alta comicità, più che di umorismo (intendendo la differenza sottolineata da Pirandello). I personaggi si rincorrono, escogitano piani per riuscire ad intrappolare la propria “spalla”, si gettano a capofitto nelle avventure con astuzia e una sadica ironia.

Uno dei padri dell’applaudito Bugs Bunny, leader dei Looney Toons, ovvero Tex Avery, saprà capovolgere (con i propri cartoni animati) dall’interno il sistema produttivo e sociale corrodendolo alla base, con una spietata satira che coinvolgerà conservatori e riformatori. In questo senso, può essere considerato il padre della nuova animazione statunitense degli anni ’50.

 

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