Entrando in qualunque fumetteria del mondo, il genere prevalente è quello supereroistico, che si divide in centinaia di testate pubblicate da editori differenti, quasi sempre americani.
Con l’attuale popolarità dei fumetti americani, spesso gli autori italiani più giovani preferiscono emulare proprio i fumetti che li hanno accompagnati negli anni, tendendo a lasciare da parte il classico fumetto italiano, rappresentato dalle pubblicazioni Bonelli.
Tra questi giovani autori, voglio parlarvi di Massimo Rosi, Paolo Maini e Peppe Gallà, che a gennaio del 2013, hanno pubblicato Land of the Brave, un fumetto Made in Italy, che si rifà molto allo stile classico dei fumetti supereroistici americani, e che proverò a recensire quest’oggi.
La trama è molto semplice: Simon è un ragazzo che durante la guerra in Vietnam viene sottoposto a un esperimento che lo trasformerà nel supereroe Gauntlet. Nonostante i suoi straordinari poteri, assume spesso alcool e droghe, causando problemi di vario genere, tra cui la non indifferente morte di Kennedy. Ma un flashforward mostra Gautlet nello spazio, che osserva la distruzione della Terra, ponendoci una domanda: Gautlet fermerà la distruzione del mondo, o ne sarà la causa?
Gli sceneggiatori Massimo Rosi e Paolo Maini, ci presentano un primo numero molto intrigante, pieno di misteri che motivano la lettura, e tanto splatter. Purtroppo nonostante l’incipit iniziale, una buona metà del fumetto è fatta da sola azione, rendendo molto complessa ogni supposizione sull’andamento del fumetto. Questo non risulta un vero e proprio difetto, anzi, rende obbligata la lettura dei successivi numeri per rendere possibile un giudizio effettivo. Ancora, ad esempio, non abbiamo visto la nemesi del nostro “antieroe”, nonostante delle bozze a fine albo, ci informino della sua esistenza. Nonostante ciò, l’idea che sta alla base del personaggio di Gauntlet non sembra affatto male. Gli autori durante la presentazione del fumetto, a cui ho partecipato, hanno detto che i dodici numeri che formeranno la miniserie non saranno sempre frenetici e pieni di puro splatter, e inoltre l’abbondante durata dell’opera, permetterà un approfondimento maggiore di un protagonista che sembra offrire molto dal punto di vista narrativo.
Per quanto riguarda i disegni di Peppe Gallà, sono veramente ottimi, molto dinamici e dettagliati, anche nelle cose più futili, come la scelta delle macchine da utilizzare, o i modelli di elicotteri e vestiti, che sono frutto di una complessa ricerca da parte dello stesso disegnatore.
Un difetto non proprio indifferente riguarda i dialoghi, spesso troppo semplici, anche nell’illustrazione dei pensieri del protagonista, dove l’autore tenta invano di mostrarci un linguaggio più formale, rispetto a quello gergale utilizzato durante le normali sequenze parlate.
Questo non toglie molto alla qualità della trama, ma non si può considerare un difetto trascurabile.
Concludendo, Land of the Brave è sicuramente un fumetto da tenere d’occhio, non per la sua straordinaria bellezza, ma per lo stile tipicamente americano che caratterizza tanto la storia quanto i disegni. In questa recensione ho elogiato e in parte criticato questo fumetto proprio come un qualunque comics americano, perché Land of the Brave ha davvero poco da invidiare a tanti fumetti d’oltreoceano, e nonostante questo primo numero ci offra pochi indizi sull’andamento della serie, sicuramente ne consiglio la lettura, giusto per vedere come gli autori porteranno avanti questa trama tipicamente americana, che ricorda molto il supereroe realistico di autori come Mark Millar e, in parte, Garth Ennis a cui gli autori si sono probabilmente ispirati.