Dopo Romeo e Giulietta, Peter Pan, Robin Hood, Alessandro Magno e tanti altri libri/personaggi famosi, è il turno di Miguel de Cervantes!
Yushi Kawata (scrittore) e Yukito Kishiro (disegnatore) hanno preso di mira l’ultimo cavaliere errante, colui che ha rappresentato la fine di un era e l’inizio di un’altra, colui che si batteva, pur non avendone le doti, per il bene e la giustizia e per quante volte veniva scagliato a terra da un oste o da un contadino o dalle pale di un mulino, ritrovava in se il fervore di continuare la battaglia, perché sapeva che seppur il male sembra insormontabile e fa paura, l’uomo non dovrà mai abbassare la testa! E come ci insegna V gli ideali non possono morire, né sanguinano e Don Chischiotte della Mancha è veramente un ideale valido in qualsiasi epoca poiché sempre il male tenterà di corrompere l’uomo e piegarlo al suo volere.
Fatta questa piccola premessa in cui mi sono preso il lusso di osannare questo personaggio che io adoro, baserò i miei giudizi su ciò che so.
21 Gennaio 2013 sulla rivista Gekkan Comic @ Bunch è uscito il primo capitolo di Don Chischiotte – Il cavaliere del volto triste e l’amore, ciò che ho è questa locandina.
Non vorrei essere precipitoso ma…chi è? Dovendo fare una critica a caldo, brucerei questa storia, perché parte immediatamente con il piede sbagliato rendendo Don Chisciotte un vero cavaliere, dal fisico aitante e dal bell’aspetto, praticamente uno dei tanti cavalieri di cui narrano le storie e questo gli toglie il nome e tutto ciò che rappresenta, poiché il suo essere magro, non allenato alla spada, non predisposto a reggere un armatura pesante, rappresenta l’uomo comune che decide di uscire dall’ignavia della vita per affrontarla a testa bassa, anzi, alta!
Secondo, lo boccerei per il passato…mi spiego: non ricordo opera, o se c’è stata non la ricordo, letteraria trasposta in manga che non sia stata così stravolta da renderla inguardabile (almeno per i miei gusti).
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