-Breve trama –
Il cartone animato che ha suscitato tanto interesse in gran parte del mondo, ed anche in Italia, nonostante gli atroci tagli ed omissioni di puntate, è stato Mazinga Z.
La storia parte da Juzo Kabuto e dal Dr. Hell, due scienziati interessati a studiare la civiltà micenea. Durante le loro spedizioni “archeologiche” si imbatterono nell’antico esercito di robot costruito dai micenei, ed una volta scoperti i loro segreti, il Dr Hell rivela le sue vere intenzioni (impossessarsi dell’antica tecnologia per poi, in pochi anni, conquistare il mondo) sabotando il tutto ed uccidendo tutti gli altri uomini della spedizione archeologica, meno che Kabuto.
Quest’ultimo tornato in patria, sviluppò le tecniche ritrovate nell’isola di Bardos, sviluppando l’energia Fotoatomica e creando una resistentissima e innovativa lega metallica di cui poi si andrà a rivestire il robot Mazinga, ovvero, la lega Z; nello stesso istituto verrà creato Venus.
D’altro canto il principale nemico della serie (Dr. Hell) si serve, per i suoi scopi, del Barone Ashura e del Conte Blocken. Visti i loro fallimenti si rivolge al Duca Gordon, ambasciatore delle tenebre, i quali robot, però, finiscono ancora per fallire.
La serie va a snocciolarsi in un finale da guerra epica, il quale vedrà i protagonisti, coinvolti in una durissima battaglia, che forse…non finirà in modo così scontato come le altre.
– Analisi –
Mazinga Z, non ha solamente il privilegio, di essere il primo anime ad avere una storia basata su di un gigantesco robot guidato da un uomo, ma è stato un anime di straordinario successo mediatico del noto autore Go Nagai, verso il quale ho rivolto le mie attenzioni per la serie Devilman.
Ritengo importante sottolineare come quest’anime abbia potuto ricevere così tante lodi, nonostante i deficit che ora andremo ad elencare:
– Un inizio alquanto scarso nella resa dei primi episodi, i quali venivano passati da una casa editrice all’altra, causa sciopero di quella incaricata alla produzione
– Una prima visione italiana che avviene dopo quasi un decennio dalla prima apparizione giapponese, e dunque si trova a fare i conti con anime come: Ken il guerriero, Occhi di gatto, Holly & Benji, Kiss me licia ecc. insomma, cartoni animati che hanno avuto un successo notevole trascinando le loro trasmissioni anche nei giorni nostri, sulle reti principali della TV italiana.
– Una censura che, oltre a tagliare piccole scene, andava a manomettere il totale significato di alcune frasi, cambiando, per logica conseguenza, ciò che l’autore voleva dire.
– Un doppiaggio che negli anni ha subito molte variazioni, ed essendo, l’anime, trasmesso spesso da reti TV regionali, queste variazioni non erano rivolte al meglio.
– L’assurda omissione di, non una, bensì quaranta puntate di Mazinga Z, le ultime delle quali andavano a creare il legame di continuità che vi era fra la serie Mazinga Z ed il Grande Mazinga.
Quando Mazinga esordì era l’epoca in cui si cercava di far passare gli anime giapponesi nel mondo occidentale e da ciò ne derivano alcuni aspetti dei personaggi: occhi rettangolari e fisici robusti, anche troppo, per quanto riguarda la coprotagonista donna Sayaka Yumi; caratteristiche estetiche che si allontanavano dalle figure esili dei popoli orientali.
Nella serie animata del Mazinga Z non appaiono grandi strutture tecniche, sia sulla base grafica che su quella della regia in generale. La storia si snocciola in una trama per lo più lineare, dove si ergono a difesa della terra tre robot giganti: Mazinga, Venus e Boss Robot. Quest’ultimo è l’unico elemento comico che tenta, in modo ripetitivo e blando, di spezzare la monotonia degli episodi ed alleggerire la tensione, spesso esternando i propri desideri d’amore verso Yumi.
E’ interessante soffermarsi su alcuni segni (sottintesi) sessuali che l’autore Go Nagai trasmette.
Com’è noto, l’autore ebbe molti problemi di censura, persino in Giappone, per il modo in cui mostrava argomenti non adatti ad un pubblico minorile e, dopo numerosi contrasti e restrizioni, Go Nagai non cessò mai d’inserire qualche elemento fuori le righe, come a voler riscattare ciò che a suo tempo gli negarono. Così ecco che anche Mazinga Z si riempie di piccole “oscenità”: i caratteristici razzi fotonici di Venus, le cui testate vanno a formare il petto del robot, o il missile che fuoriesce dalla zona inguinale di Mazinga, o le stesse intenzioni del personaggio Boss nei confronti di Sayaka.
– Il successo ed il suo valore –
Nonostante il deficit tecnico, che all’epoca non poteva certo reggere il confronto con i cartoni prodotti dalla Disney, Mazinga Z ebbe un importanza vitale per la storia mondiale dei cartoni animati. Prima di questo vi era stata l’ideazione di Astro Boy, il bambino meccanico, che poi verrà “emulato” nel ’79 dalla robottina Arale, ma mai nessuno aveva ideato un robot guidato da un essere umano. Il genere ha subito colpito le giovani generazioni d’allora, e col tempo si è andato ad affinare aggiungendo caratteristiche e storie più articolate ad un modello di base fornito da Mazinga; come ad esempio quella sorta di connessione nervosa che vi è fra robot e pilota, che, sì, garantisce una maggiore manovrabilità, ma di conseguenza mette in connessione la corazza del robot con il corpo del pilota causandogli non pochi problemi in battaglia. Da qui comincia a crescere un impatto più psicologico che fisico anche a livello di storia, per sfociare, infine, in anime robotici che hanno al centro della loro storia la psiche umana; prendiamo in esempio Neon Genesis Evangelion e Aquarion.
– Sigle italiane –
MazingaZ come il suo seguito, è coronato da una sigla italiana che metterei fra le migliori, essendo un amante delle sigle anni ‘70/’80, scritta da Dino Verde su arrangiamento di Detto Mariano ed eseguita dal Galaxy Group.
In conclusione, invito (specie i più giovani) a vedere questa serie animata di Go Nagai: semplice ma allo stesso modo geniale, i quali personaggi sono stati poi ridisegnati e elaborati in OAV assolutamente imperdibili.
– Piccole curiosità –
1) Il personaggio di Mazinga continua a riscuotere un successo intramontabile, il suo nome è conosciuto, la sua storia vaga nell’etere e la sua fama ormai precede persino la visione dello stesso anime.
Una delle tante prove la si è avuta al Romics 2012, dove i vincitori della gara cosplay, candidati per le finali del torneo mondiale di cospaly in Giappone sono stati proprio due “ragazzi” (almeno dentro lo erano ancora) che hanno portato in scena anche Mazinga! La più applaudita e la più entusiasmante e bella interpretazione in cosplay del Romics.
2) Una cosa bizzarra che ho notato è la somiglianza estetica fra l’assassino delle tenebre Garaliya e il Devilman della serie animata.
Grazie a tutti!