Dopo aver raccontato la storia dell’hip hop con il suo Hip Hop Family Tree, Ed Piskor si cimenta con un macrocosmo di storie ben più intricato, quello dei mutanti Marvel. A partire dalla creazione per mano dello storico duo di architetti della Casa delle Idee composto da Stan Lee e Jack Kirby, passando per la celebrata e lunghissima avventura targata Chris Claremont, quella degli X-Men è una soap opera supereroistica immensa, fatta di amicizie, amori, battaglie, lotte sociali, tradimenti, viaggi nel tempo e nello spazio e tanti, tantissimi personaggi. L’ambizioso intento di Piskor è quello di condensare, in soli sei albi di poco più di 40 pagine, quasi 300 numeri della testata regolare degli X-Men usciti tra il 1963 (primo numero firmato appunto da Lee e Kirby) ed il 1991 (fine della gestione Claremont).
Un lavoro, dunque, tutt’altro che semplice che il fumettista underground di Pittsburgh, sin da bambino affascinato dalle suggestioni offerte dall’universo mutante, sta realizzando alla grande, a giudicare dal risultato del volume edito da Panini Comics che racchiude i primi due numeri del suo Grand Design.
Uatu l’osservatore – a lui Piskor affida la sua voce fuoricampo presente nelle didascalie – confida all’archivista i suoi ricordi sull’epopea mutante. Ogni pagina è densa di eventi e dettagli, ciononostante X-Men Grand Design scorre via con una chiarezza espositiva ed una linearità davvero fantastiche. Un concetto quello della linearità che va sottolineato: le prime avventure degli X-Men – come gran parte della produzione supereroistica anni ’60 – riletti oggi non sono poi così digeribili, sono spesso verbosi e, nonostante idee parecchio innovative, talvolta ripetitivi nello sviluppo. Grand Design, invece, crea un affresco unitario scorrevole ed omogeneo innestando già nelle prime avventure del team alcuni elementi che sarebbero arrivati solo molti anni dopo con la gestione Claremont. E così molte delle prime avventure degli X-Men vengono rivisitate in funzione dell’avvento della forza Fenice e le backstory di molti di loro – vedi l’incontro tra il professor X e Gabrielle Haller e la conseguente nascita di Legione, la presenza di villain come il Re delle ombre o la tragica infanzia di Scott Summers con il rapimento di suo padre Christopher aka Corsaro da parte dell’impero Shi’ar – vengono presentate già dalle prime battute della storia.
Il tratto retrò e al tempo stesso moderno di Piskor, la carta ingiallita, la cura dei particolari, fanno di X-Men Grand Design un titolo imperdibile per gli appassionati del mondo mutante. A questo va aggiunto che il formato oversize della pagine dell’edizione Marvel Giants (23×33) lo rendono, oltre che un eccellente fumetto, anche un bell’oggetto da possedere. Un’operazione tanto coraggiosa nell’ideazione quanto felice nella realizzazione.