Prometheus: Fire and Stone – Omega (saldaPress) – Nessuno può sperare nello spazio

Un prodotto fumettistico che fa presa sul lettore deve avere alcune caratteristiche per potergli entrare “sotto pelle”, per suscitare una forte passione ben precisa, caratteristiche di volta in volta diverse ma che devono comunque colpire nell’intimo, nel profondo. Nel caso del ciclo di storie Fire and Stone legate all’alienverse a tutto tondo, è il classico caso di “colpo sicuro”: una lotta intergalattica tra umani e alieni, che si sposta attraverso l’horror, l’avventura e l’azione? Come potrebbe non attirare qualunque lettore. Ora aggiungeteci che stiamo parlando dell’universo di Alien, Predator e Prometheus e siamo arrivati “sotto pelle” senza neanche passare per il “sopra”.

Titolo più appropriato di Omega non poteva esserci per questo finale di un ciclo che, partendo da Prometheus, ha realizzato un lungo percorso attraverso tutti i franchise dell’universo nato dalla mente di Ridley Scott e che sembra immortale. Abbiamo incontrato gli implacabili Ingegneri (forse il vero villain del ciclo di storie, in quanto sempre rappresentato come l’ostacolo da superare), gli umani si sono dovuti scontrare con sciami di Xenomorfi (come sempre, i più terrificanti a causa della loro natura fin troppo animalesca ed imprevedibile) per poi incappare negli Yautja o Predator che dir si voglia (i migliori cacciatori dell’universo, armati fino ai denti in senso letterale, vedere le loro mascelle per credere!) e infine tornare al punto di partenza, ma rinnovati e più preparati. Nel mezzo, però, ci sono state tante mutazioni, sia visibili che invisibili, coinvolgenti o sconvolgenti.

Prima e più evidente mutazione, che è anche uno dei cardini della serie di volumi, è quella di Elden, il sintetico “infettato” dalla materia nera con cui gli Ingegneri sono in grado di creare la vita. L’espressione delle potenzialità evolutive di Elden ha permesso ai vari autori di esplorare tematiche affini a quelle viste sul grande schermo come il rapporto (o conflitto) col proprio creatore o con chi vuole assurgersi al ruolo di creatore, fino ad arrivare a toccare questioni esistenzialiste sul significato della vita e sulla complessità dei rapporti che il “creato” deve stabilire col creatore. Come sta accadendo nei film di Scott da Prometheus in poi, l’interrogativo maggiore per gli autori risiede nella possibilità di parlare dell’umanità utilizzando il “surrogato” dell’umanità, il sintetico (Elden in Fire and Stone, Davis1 in Alien: Defiance che trovate qui e David/Fassbender in Prometheus e Alien – Covenant che trovate recensito qui). Ma anche altre sono state le mutazioni viste nel corso di Fire and Stone, come la quasi umanizzazione di Ahab, il Predator che ha accompagnato Galgo nel corso degli ultimi volumi, fino ad arrivare al processo di cambiamento nello stesso Galgo.

Volendo cercare un vero e proprio protagonista, sarebbe decisamente lo scorbutico Galgo ad aver costituito il filo conduttore del ciclo narrativo. E sono proprio Kelly Sue DeConnick (sceneggiatura) e Agustin Alessio (disegni) che portano a compimento il percorso di questo personaggio, inizialmente ritratto come il solito traditore, pronto a perseguire solo scopi personali, fino ad evolversi in un “eroe” (sebbene con le dovute riserve). Con lui si esplica un vero confronto tra il “mostro” che cerca di umanizzarsi (Elden o Ahab), o comunque di esplorare la vera natura umana, e l’individuo che non si pone minimamente il problema di farsi accettare dagli altri. Il percorso di Fire and Stone si delinea quindi come formativo a tutto tondo, interrogandosi soprattutto sulla natura e sull’identità dell’essere umano. In ogni caso, non dimentichiamoci che stiamo pur sempre parlando di un fumetto e l’intento del divertimento è pienamente raggiunto, soprattutto in questi ultimi due o tre volumi. Personalmente, dalla comparsa dei Predator la serie ha subito un netto miglioramento, armonizzando tutti gli aspetti salienti del ciclo narrativo.

A chiudere il cerchio, in questo Prometheus: Fire and Stone Omega, troviamo anche un’interessante digressione sulle modalità di lavoro del gruppo di autori (scrittori e disegnatori) che anno collaborato al ciclo, ognuno col suo apporto personale e personalizzato. A dir poco succulenti sono poi i tantissimi schizzi, bozzetti, character design presenti in questo volume finale, i quali contribuiscono a rendere omogeneo il percorso creativo che ha portato alla realizzazione di tutti i volumi di Fire and Stone. Infine troviamo una breve storia che ci permette di collegare gli eventi di Aliens (film diretto da James Cameron) con gli avvenimenti letti in questi ultimi mesi. Per ricollegarmi a quanto detto all’inizio di questa recensione, non sono mancati né gli avvenimenti né gli ingredienti per potersi appassionare a questo ciclo. Vi invito a recuperare tutti i volumi editi da saldaPress in Italia e poi tornare qui sul Bar per leggere le recensioni di ognuno (se non l’avete già fatto). Noi ci rileggiamo alla prossima recensione.

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