Il New 52 è morto! Lunga vita alla DC Comics!
Ci sono voluti cinque anni. Cinque anni di accanimento terapeutico per un malato terminale morente sin dalla sua rocambolesca nascita. E dopo una lunga serie di inutili terapie ricostituenti condite da false speranze, i due padri, così premurosi ma così incapaci di osservare lucidamente la realtà, hanno finalmente deciso di staccare la spina. E dopo queste quattro righe melense, mi conviene dire subito quello che tutti abbiamo pensato per tutti questi anni: avrebbero dovuto farlo molto tempo fa.
A coloro che hanno vissuto nella Zona Negativa l’ultimo periodo delle loro vite spiego un po’ cosa è successo: i capoccia della DC Comics, Dan Didio e Geoff Johns, hanno deciso che il 2011 era l’anno buono per replicare gli eventi avvenuti nel 1985. O quelli del 1994. O quelli del 2005. Perché la risposta ad una continuity eccessivamente ingarbugliata e, soprattutto, ad un calo impressionante delle vendite, pare sia sempre una sola: reboot.
Sebbene la Marvel, con la prima Secret Wars, sia stata la prima major a pubblicare un crossover, è stato Crisi Sulle Terre Infinite a cambiare completamente le carte in tavola per il mondo del fumetto. Da una parte avevamo un immenso campo di battaglia, una spruzzata di storytelling mediocre qua e là e un universo che, fondamentalmente, era rimasto sempre lo stesso. Dall’altra parte, invece, c’erano cambiamenti che definire drastici sarebbe riduttivo: una lunghissima lista di defunti, la morte di un multiverso e, soprattutto, una nuova ondata di nuove serie nate dalle sue ceneri. Per farla breve: Secret Wars sarà anche venuto prima, ma è stata la prima Crisi a cambiare completamente l’approccio dell’industria fumettistica ai mega-eventi.
Con il passare del tempo la situazione è andata fuori controllo, sino ad arrivare alla paradossale sequela di cazzate degli ultimi anni. Nel giro di una sola decade abbiamo avuto Crisi Infinita, Crisi Finale, Flashpoint e Convergence. La DC Comics è diventata vittima di se stessa e della sua pionieristica idea datata 1985. Non serve un sociologo o uno studioso di storia del fumetto per individuare un pattern malsano in questa successione di eventi.
Perché questo Rebirth dovrebbe essere in qualche modo diverso?
Comportarsi da lettori disillusi è facile quanto fare del cinismo sull’amore. Perché, e voglio che sia chiaro, il Rebirth nasce per lo stesso motivo per cui sono nati tutti gli eventi a cui ho accennato poco fa: si stava vendendo poco. Avendo assodato quanto le motivazioni alla base siano sempre le stesse, concentriamoci su cosa è effettivamente cambiato. Perché il pattern malsano e ciclico che affliggeva la DC pare sia stato spezzato.
Nessun evento. Nessuna Crisi apocalittica in grado di alterare la realtà. Una singola oversized-issue che, per quanto controversa, ha dichiarato i propri intenti e messo in subbuglio tutto quanto senza ammorbarci le scatole per mesi e mesi. Non tutti saranno contenti. Scomodare una pietra miliare della letteratura supereroistica come Watchmen può essere facilmente considerato come puro sensazionalismo. A tutti coloro che lo pensano, voglio dire una cosa: è esattamente così. “In today’s world, with so much media, so much property, so much out there, you’ve got to do things that capture people’s attention.” Ecco cos’ha dichiarato Dan Didio. E non ha nessuna importanza.
Abbiamo già detto quanto la continuity ingarbugliata della DC Comics sia sempre stato un problema. Il New 52 è stato disastroso: un reset creato con il principale intento di semplificare l’immensa e contorta timeline DC che, paradossalmente, ha creato ancora più confusione. Ha avuto i suoi buoni momenti ma l’ago della bilancia propende inesorabilmente verso il fallimento totale.
Come avrà affrontato questa spinosa questione il nuovo Rebirth?
Per rispondere a questa domanda è opportuno raccontarvi un paio di aneddoti. Il primo riguarda Benjamin Percy, lo scrittore statunitense che guida Green Arrow dall’avvento del DC You. L’autore fu invitato da Geoff Johns a Burbank, dov’è ubicata l’attuale sede della DC Comics, senza preavviso e senza nessun motivo apparente. Gli fu chiesto quali fossero le più grandi storie mai narrate sul personaggio, quali fossero quali fossero gli stilemi che rendevano grande Oliver Queen, quali fossero i comprimari più importanti e quali fossero i villain che lo contraddistinguevano. Una volta stilata una lista comprensiva di tutte queste caratteristiche, gli fu chiesto: “Okay, if you have that, what would be the greatest Green Arrow story line we could tell?”
Se questo primo aneddoto vi ha lasciati perplessi, forse questa secondo stralcio di realtà vi darà maggiore chiarezza. Questa volta il protagonista è Joshua Williamson, autore incaricato del Rebirth riguardante Flash. Dubbioso di come una sua idea sul personaggio potesse intersecarsi con la continuity New 52, ottenne questa risposta dal direttore creativo, sempre lui, Geoff Johns: “Just forget everything. Forget everything, none of that matters. None of it matters. What are you trying to say about this character?”
Tutti gli scrittori, esattamente come Percy e Williamson, furono chiamati nella sede di Burbank per discutere del futuro delle loro serie e delle nuove idee e, secondo le numerose interviste rilasciate, ognuno di loro fu sorpreso nel constatare quanto il precedente set di regole, in gran parte impostato dallo stesso Johns, era stato mandato a quel paese senza troppi complimenti. Tornando a Green Arrow/Oliver Queen, uno dei ferrei dettami della gestione New 52 era “Niente pizzetto, niente Black Canary”. Basta perdere qualche secondo digitando su Google Immagini “Green Arrow Rebirth” per capire quanto le cose siano cambiate.
In definitiva: un cambiamento morbido, genuino, sorprendentemente fuori dagli schemi, libero dall’ostentazione in pompa magna dei mega-crossover e in grado di cogliere ed utilizzare il meglio ciò che la continuity DC Comics ha da offrire. Quando è stato chiesto a Geoff Johns quale versione del personaggio si stesse muovendo sulle pagine di DC Universe Rebirth #1, l’autore ha candidamente dichiarato, sorridendo: “It’s Wally West”. Nessun riferimento temporale, nessuna specificità di continuity. Come dichiarato da Jim Lee, l’idea per il Rebirth è quella di rappresentare “the most Platonic, idealistic version of each of these characters”.
E, senza dilungarmi troppo su dati che potete tranquillamente cercare in sei secondi sul web, il Rebirth sta vendendo alla grande. Il bilancio della DC Comics rispetto allo scorso anno è decisamente migliorato. Il vero catalizzatore dietro ogni sconvolgimento nell’industria del fumetto è stato soddisfatto.
Mi rivolgo adesso ai lettori cinici e disillusi a cui facevo riferimento qualche paragrafo addietro: tutte queste ciance sul cambiamento vi avranno probabilmente lasciati indifferenti. Vi capisco. A voi interessa solo una cosa, la stessa cosa che interessa a me, l’unica prerogativa fondamentale per non far cadere tutti questi buoni propositi nel dimenticatoio, salutati da uno sprezzante dito medio. A voi interessano i fumetti.
E sono contento di dirlo proprio a voi, lettori cinici e disillusi: i fumetti sono grandiosi.
Con la dovuta eccezione della Justice League targata Bryan Hitch, probabilmente il ricettacolo di tutto ciò che è ritenuto disgustoso nel fumetto moderno, le testate del Rebirth vanno dal “piacevole” al “meraviglioso”. La nuova direzione editoriale e creativa ha portato nella quasi totalità dei titoli DC Comics una ventata d’aria fresca. I cardini e i tropi esistenti di ogni personaggio sono presenti, una soddisfazione per ogni lettore di vecchia data ma, contemporaneamente, è presente un’eleganza in grado di attrarre i neofiti di questo universo.
Adesso mi rivolgo invece a coloro che hanno aperto questo articolo, hanno cominciato a leggerlo, si sono accorti della sua lunghezza e si sono limitati a scrollare pigramente la pagina sino ad arrivare a queste ultime righe finali: non posso prevedere quello che accadrà alla DC Comics nei prossimi anni, se tutto questo reggerà a lungo termine o se verranno commessi gli stessi errori che hanno indebolito il New 52. Posso però dirvi che, per ora, potete stare tranquilli e comprare ad occhi chiusi ciò che più vi intriga.
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