Grande ospite dell’edizione del cinquantenario di Lucca Comics and Games è stato Frank Miller, uno tra gli autori di fumetti più influenti al mondo, autore di pietre miliari come Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, Daredevil: Rinascita e Sin City. All’occorrenza anche regista, non dimentichiamo il suo adattamento dello Spirit di Will Eisner oltre che la collaborazione dietro la macchina da presa con Robert Rodriguez per la trasposizione di Sin City, Miller durante l’incontro con la stampa ha parlato del suo lavoro a 360° senza disdegnare qualche stoccata politica.
Quali sono state le sue fonti d’ispirazione, cosa lo ha portato ad amare il noir e l’hard boiled?
Mi sono innamorato del noir leggendo Spirit di Will Eisner, il suo mondo in bianco e nero mi ha ispirato. Poi ho scoperto che in realtà mi piacevano i gialli e le storie crime noir degli anni ’40. Quella è diventata la vera fonte di tutto ciò che ho prodotto dopo. Ed è stato quello il lungo viaggio che mi ha portato fino a Sin City. Poi naturalmente ho letto Mickey Spillane e molti altri autori del genere.
Pensa che il suo lavoro sia stato in un certo qual senso profetico?
Io sono un fumettista, e bisogna prendere in giro le cose che accadono. E poi, diciamocelo, c’è un signore con i capelli arancioni che vuol diventare presidente. É una cosa assolutamente patetica.
Cosa ne pensa degli adattamenti di fumetti per il cinema e della loro frequente scarsa somiglianza con il materiale sorgente?
Ogni trasposizione cinematografica di un fumetto cambia il materiale sorgente. A volte lo fa male, mentre a volte il risultato è buono se non migliore del fumetto originale. Due esempi di film migliori dei fumetti a cui sono ispirati sono il primo Superman di Richard Donner e 300 di Zack Snyder.
Da dove nasce il personaggio di Ava Lord in Sin City, un personaggio che incarna il dualismo tra una femme fatale ed una donna fragile?
Ava Lord è stata concepita come una femme fatale: malvagità allo stato puro, un personaggio che avrebbe fatto di tutto pur di ottenere ciò che voleva e, per raggiungere i suoi scopi, una delle maschere che indossava era proprio quello della donna indifesa.
Due parole sulla collaborazione con Brian Azzarello e quali sono le vostre differenti visioni di Batman.
il mio Batman è più emotivo di quello di Brian, mentre quello di Brian penso sia più intelligente del mio. Lavorare con Brian è facile, lui è una delle persone più intelligenti che io abbia mai conosciuto.
Dopo Miller i supereroi sono diventati adulti?
Io sono stato parte di un cambiamento nei fumetti e, a proposito di questo cambiamento, non posso non menzionare anche il merito di Alan Moore. Quel periodo ha prodotto cose positive e negative, molti fumetti di grande successo ma bisogna dire che abbiamo ispirato anche roba parecchio pretenziosa.
Dio e Miller che rapporto c’è?
Dio ed io non ci siamo mai incontrati.
Il rapporto tra il suo lavoro ed i fatti di cronaca e l’attualità.
Non è il mio lavoro dire al lettore cosa pensare, chi votare o altro, anche se è talmente ovvio per chi voterò. Il mio lavoro è semplicemente quello di raccontare una storia e, se posso, prendere in giro ciò che di stupido avviene nel mondo.
Nei suoi fumetti quasi tutti i suoi personaggi cercano di risolvere i loro problemi con la violenza e, alla fine, non si risolve nulla. Lei pensa che con la violenza si possano rislvere i problemi della società?
Se la violenza fosse la soluzione a tutti i problemi della società non ci sarebbe bisogno di polizia o eserciti. Le mie storie contengono un sacco di violenza perché sono fumetti d’avventura ed anche perché io sono visivamente bravo a mostrare un combattimento tra i personaggi.
Il suo film preferito in assoluto ed in ambito cinecomic.
Il mio film preferito è Mezzogiorno di Fuoco con Gary Cooper. Come cinemcomic il primo Superman di Donner.
Batman è un’icona potentissima, cosa la ha colpita di Batman e cosa secondo lei colpisce il lettore?
Quando ho iniziato a lavorare sul Cavaliere Oscuro ho cercato di distillare l’essenza di questi personaggi. Il pantheon DC Comics si può distinguere in due categorie come fosse mitologia greca: ci sono le divinità come Superman e Wonder Woman e gli eroi come Batman. Quando ho iniziato a lavorare su Batman uno degli aspetti su cui mi sono soffermato era la sua furia dovuta all’omicidio dei genitori, la sua rigida fiducia nella giustizia e la sua incredibile genialità. Grazie a queste tre caratteristiche è l’incubo di ogni malvivente.
A proposito di politica, prima ci ha detto che è chiaro come la pensa ma non crede che il modo di agire dei suoi personaggi sia affine a quella che è la linea politica che Trump propone per l’America?
Non la smettete di parlarmi di Trump, sono americano e volete umiliarmi, lo so. Mi fa male il cervello… Batman è un personaggio di fantasia che va in giro per la città a combattere criminali, Trump è un clown reale e molto pericoloso.
C’è la possibilità che Ronin, il suo fumetto DC risalente ai primi anni ’80, abbia un sequel?
Ho un’altra storia in mente per Ronin: immagino Casey che si muove in questo futuro devastato in cui c’è una strana commistione di verde e tecnologia e la immagino in questo mondo a combattere demoni.
Vista la sua antipatia per il personaggio di Superman, lavorerebbe ad un progetto tipo che lo veda protagonista tipo il Marshall Law di Pat Mills e Kevin O’Neill?
Ma io amo Superman. Se dovessi mai fare una serie su di lui, sarebbe il personaggio più apprezzato del mondo. Ma il Cavaliere Oscuro era una storia di Batman, non di Superman.
C’è una storia di Daredevil che ancora vuole raccontare?
Sono certo che ci sia, ma in questo momento non sto pensando a Daredevil, ho chiuso con Daredevil. Però con Elektra…
La sua Elektra tornerà a vivere? É un personaggio che ha una pesante eredità, ha creato un genere.
Elektra è morta, l’eredità del personaggio ed il fatto che sia riuscita ad ottenere questo successo è incredibile. Era un personaggio destinato a fare una brutta fine sin dal suo esordio, non è mai stato un personaggio felice.
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