The Flash – Pilot Stagione 3

Ritorna il velocista più amato del piccolo schermo (anche perché comunque non ce ne sono altri): The Flash riparte per la terza stagione e lo fa molto bene, lasciandosi alle spalle una seconda stagione di supercazzole, versioni alternative anche dei mobili del salotto di casa Allen-West e colpi di scena così telefonati che la vera sorpresa stava nel fatto che gli autori avessero davvero avuto il coraggio di farli accadere.

Come avrete facilmente intuito dalla mia introduzione, non sono particolarmente entusiasta di quello che è accaduto nella seconda stagione di The Flash. Trovo che si siano alternati troppi eventi buttati nel mucchio, sfruttando una storyline piuttosto debole e ridondante, dove – a voler molto semplificare – ci trovavamo a vivere eventi simili a quelli della prima stagione, con alcune differenze non troppo studiate. Questa terza stagione, invece, sembra mostrare già un approccio migliore alla serie, eliminando fronzoli (sì, non volevo dire nuovamente supercazzole… ok l’ho detto…) e basandosi sui fatti: hai fatto casini con la linea temporale, solo perché volevi riabbracciare tua madre? Ne paghi le conseguenze, Flash dei miei stivali.

Entrando nel merito della puntata, ci troviamo subito a fare i conti con un Barry finalmente felice, una Central City con un nuovo Flash e la famiglia West devastata da non si sa bene quali eventi passati. Quello che traspare dalla rappresentazione del personaggio di Barry Allen, ora che siamo arrivati alla terza stagione, è che il vero superpotere di Flash non è la velocità, ma l’emanazione di bontà condivisa. Mi spiego meglio. La famiglia West sembra distrutta e frammentata: ritroviamo Wally (che è il nuovo Flash, ma guarda un po’!?!), Iris e Joe, ma i due figli non hanno più rapporti felici col padre. Nel momento in cui, però, Barry ritorna nelle loro vite, improvvisamente Iris si apre con lui, il giovane Flash trova in Barry un mentore con cui collaborare e Joe si fida più di lui che dei figli. E si lascia intuire che la famiglia possa tornare ad andare d’accordo.

Non mi esprimo invece sulla famiglia Mulino Bianco Allen, che vive quasi in uno stato di alterazione da oppiacei per quanto è felice. Perché, parliamoci chiaro, un eroe deve essere tormentato, deve vivere continui problemi, deve combattere contro le avversità non solo della vita ma anche dei nemici che incontra, altrimenti quell’eroe ci diventa subito antipatico e devia il suo percorso dal cosiddetto “cammino” dell’eroe. Non a caso in questa prima puntata si insiste spesso su questo concetto: quando cerchi di controllare tutto, quando usi i tuoi poteri per farlo, anche a costo di minacciare altre persone o renderle impotenti, passi la barricata che ti fa essere un eroe e diventi il cattivo. Da questo punto di vista, ho ritenuto che questo inizio sia ottimo, perché basa la sua struttura sulla riaffermazione della caratura eroica di un personaggio come Flash.

Ma passiamo agli amati spoiler. Vi sconsiglio la lettura di quanto segue, perché gli spoiler non mancheranno ergo: se non avete ancora visto la puntata, non andate oltre.

Partiamo dal villain, The Rival, una sorta di Flash ma col costume di Wolverine. Impalpabile, forse perché ennesima nemesi che corre più veloce di (Kid) Flash. Basta un team-up, due o tre informazioni scambiate via auricolare con il quartier generale e “patapim patapam” il villain è battuto. Cisco e Caitlin invece mi sono piaciuti parecchio per un motivo: finalmente potevamo liberarci di Caitlin “mainagioia” Snow e vedere Cisco fare lo sborone. E invece niente, ci ribeccheremo Caitlin (sicuramente anche quest’anno le morirà il compagno, la mamma, la nonna, il gatto e la tartaruga) e Cisco, quest’ultimo più sfigato che mai oltre che stupido, dal momento che gli basterebbe brevettare tutte le invenzioni realizzate in questi anni per diventare milionario. Ottimo l’inserimento di Eobard Thawne, che dimostra di essere un personaggio esperto, studioso della Forza della Velocità ed unico in grado di aiutare Barry. Questa collaborazione fa storcere il naso per la facilità con cui Barry rinuncia a quello che ha realizzato ovvero una vita con la sua famiglia. Thawne l’ho trovato invece coerente: il suo obbiettivo è rendere impossibile la vita di Flash e sicuramente lo rivedremo. Infine pare che finalmente potremmo non avere l’ennesimo velocista come nemico. Nella classica scena finale vediamo Rival (che sicuramente nel presente non-Flashpoint non ha più poteri da velocista) chiamato da uno “specchio” nel cuore della notte e su questo specchio viene incisa la scritta Alchemy. Due indizi che riportano a due avversari di Flash: Mirron Master (in grado di “controllare” gli specchi, come dei portali) e Dr. Alchemy. Insomma, forse, finalmente vedremo Flash affrontare i Nemici, al completo, cosa che aspettavo fin dalla prima stagione (ma, chi ha visto Legends of Tomorrow sa che ai Nemici mancherebbe un importante membro).

Con questa recensione abbiamo finito. Sono sicuramente felice del ritorno della serie, ma lo sono ancora di più per il fatto che ho intravisto miglioramenti qua e là nella puntata, sperando che non si torni ai soliti inutili spiegoni e a personaggi inconcludenti e incoerenti. Fatemi sapere la vostra su questa prima puntata e noi ci rileggiamo con la recensione di Arrow.

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