Una generazione anomala, probabilmente viziata, certamente sfortunata, quella degli anni ’70-’80, intrappolata – almeno qui in Italia – nell’agghiacciante limbo dell’incertezza e della precarietà. Figlia di una generazione di imprenditori, commercianti, brillanti professionisti e lavoratori statali che hanno goduto di un momento di benessere economico, pagato – purtroppo – al caro prezzo del futuro delle generazioni successive, la nostra amata generazione si è lasciata cullare dal consumismo più sfrenato, proveniente dagli Stati Uniti e, ovviamente, dal lontano ed esotico Giappone.
Sì, perché la nostra è la generazione dei cartoni animati giapponesi. Quelli censurati, quelli doppiati con i piedi, quelli sparati giorno e notte sulle reti locali. Quanto ci piace sentire ancora oggi le sigle di Goldrake o di Daltanius e pensare a quanto eravamo felici a quei tempi…
Claudio “Claps” Iemmola, autore e disegnatore di Palermo, non sembra però apprezzare l’amore incondizionato verso questo tipo di mercato e i suoi assidui fruitori; e, attraverso la propria matita, prova a colpire – in modo ideale naturalmente – i suoi stessi coetanei e, in generale, tutta la generazione ’70-’80, demolendo “artisticamente” i loro miti di infanzia.
Bersaglio di Iemmola, infatti, sono proprio i protagonisti delle storie che ci hanno accompagnato durante tutta l’infanzia e che molti di noi continuano ad amare ancora oggi. Un amore talmente forte, secondo l’autore, da farci perdere di vista le cose davvero importanti della nostra vita, come ad esempio la stabilità, il lavoro ed il futuro.
“Ci avete distrutto tutto – dice Claudio – ci avete tolto il futuro, la realizzazione personale, la pensione. A noi in mano rimane poco o nulla: il ricordo dei tempi che più abbiamo amato, in cui tutto sembrava andar bene, in cui c’era benessere e in cui amavamo crogiolarci in tutti queli prodotti di intrattenimento che oggi difendiamo a spada tratta come se fossero nostri o come se addirittura fossimo noi stessi. Beh, visto che ci tenete tanto, vi tolgo anche quelli. Metto a nudo gli aspetti più malsani e disturbanti di quel mondo. Faccio a pezzi quella sospensione dell’incredulità che vi ostinate a conservare ancora oggi”.
L’umorismo nero di Iemmola si scaglia contro il diffuso lassismo di una generazione incapace di comprendere e individuare le priorità; una generazione proiettata verso il consumismo sfrenato e la futilità seriale, ma incapace di battersi per quello che le viene quotidianamente sottratto.
“Ed in effetti – dice Claudio – siamo gli stessi che non esitano a scagliarsi contro le nuove generazioni, colpevoli di non aver vissuto in prima persona quei momenti, quelle storie a noi tanto care. Se non fosse che, in realtà, neppure noi le abbiamo vissute in prima persona, trattandosi di produzioni, fumetti e cartoni animati assai più datati di quanto molti di noi non pensino. Prodotti concepiti anni, a volte decenni, prima di arrivare qui in Italia. Insomma, non certo un nostro partimonio generazionale, ma anzi produzioni realizzate in altro periodo storico che tanti di noi hanno fatto proprie e a cui si sono affezionati in modo viscerale, forse esasperato, tanto da aver perso di vista le cose davvero importanti”.
Una critica sociale fortemente presente anche in Robotics, ultimo lavoro di Iemmola, inizialmente passato un po’ in sordina sul mercato italiano, ma oggi fortemente apprezzato nell’ambito del fumetto non commerciale.
Di seguito alcune delle illustrazioni di Claudio: