Durante l’ultima edizione del San Diego Comic Con, J. Michael Straczynski ha annunciato che non scriverà più fumetti. Straczynski è uno tra i più prolifici sceneggiatori dell’industria americana del fumetto (Spider-Man, Silver Surfer Requiem, Superman Terra Uno, Midnight Nation, Rising Stars e tanto altro), ma non solo, ha scritto anche sceneggiature per il cinema (World War Z) e la TV (Sense8, Babylon 5 ed i cartoon He-Man and The Masters of The Universe, The Real Ghostbustrs). Newsarama ha contattato JMS che ha risposto con questa lettera di cui vi proponiamo un estratto:
Ho avuto una carriera molto divertente. Anzi, delle carriere multiple, a dire il vero.
Sono stato per molti anni un reporter a san Diego (…) ed un corrispondente radiofonico per KSDO News Radio. Ero diventato una sorta di pesce grosso in una piscina piccola. Poi, quando ormai ero a mio agio con questo ruolo, una voce nella mia testa mi ha detto “qui hai finito, vai da qualche altra parte, in una piscina più grossa dove ricominciare da capo.” E l’ho fatto. Sono andato a Los Angeles dove riviste e giornali erano più grossi ma c’era anche molta più competizione. Era questo il bello e, poco dopo, scrivevo per il Los Angeles Herald Examiner, il Los Angeles Times, Video Review Magazine ed il Los Angeles Reader e, finalmente sono approdato al TIME.
Poi, un giorno, la stessa voce mi ha detto “hai finito, vai avanti. Trova qualcos’altro da fare, mettiti alla prova come scrittore, provaci e rischia di fallire.” Quel giorno ho abbandonato la mia carriera da giornalista e non mi sono più guardato indietro. Senza rancori, ma si trattava di uscire dalla comfort zone e lanciarmi in una nuova sfida. (…)
Così mi sono ritrovato a scrivere per l’animazione, una cosa che non avevo mai fatto prima. Ho lavorato su He-Man, She-Ra, Jayce il Cavaliere dello spazio fino ad arrivare a The Real Ghostbusters, una delle cose di cui vado più orgoglioso. Ha avuto un incredibile consenso ed una nomination agli Emmy. A quel punto, la solita voce mi disse: “qui hai finito, vai avanti, fai qualcos’altro.” Quel giorno ho lasciato l‘animazione e non sono più tornato indietro.
Sono passato in TV realizzando show live action come Capitan Power, Ai Confini della Realtà e Babylon 5. Poi la voce nella mia testa mi ha detto: “Hai bisogno di una pausa dalla televisione. Trova qualcos’altro per metterti alla prova.” (dopo dieci anni di break sarei tornato in TV con Sense8)
Così, dopo aver scritto tre o quattro albi stand alone, ho creato Rising Stars e Midnight Nation ed ho iniziato una run di sei anni su Spider-Man. Dopo le cose iniziarono ad andar male. iniziai a barcollare e cadere, soprattutto dalle scale. (…) C’era qualche problema fisico di cui non ero a conoscenza? All’epoca avevo notato un crescente senso di stanchezza agli occhi durante le ore di lavoro al computer. (…) Una visita oculistica mise finalmente in luce il problema. Avevo la cataratta, problema di per sé risolvibile, ma ero anche affetto da distrofia corneale di Fuchs, una rara patologia che danneggia le cellule dell’endotelio corneale opacizzando la cornea e creando così un’anomala refrazione della luce. Non mi ero accorto di nulla perché questa degenerazione era lenta e progressiva. L’intervento di cataratta avrebbe dunque dovuto essere accompagnato da un trapianto di cornea a tutto spessore, unica soluzione chirurgica all’epoca della mia diagnosi.
La mia seconda opzione era attendere che nuove metodiche chirurgiche potessero risolvere il mio problema. Così attesi per otto anni. E, se prima 12 ore sulla tastiera producevano 12 ore di lavoro, poi 12 ore sulla tastiera producevano 6 ore di lavoro. Poi 4. Se prima potevo gestire 3 o 4 fumetti al mese, adesso mi pesava anche scriverne solo uno. Alcuni pensavano che mi fossi stancato del lavoro o che la mia etica fosse venuta meno ma io non vedevo più bene lo schermo del computer. (…) Mi sono confidato solo con pochi amici, con il mio agente Martin Spencer, con l’editor-in-chef Marvel Joe Quesada e con quello DC Dan DiDio. (…) Sono stato in grado di mantenere le scadenze per il cinema perché gli script dei film hanno deadline a lungo termine, ma con i fumetti non ce l’ho fatta.
Poi è venuta fuori una nuova tecnica per risolvere il mio problema, la DMEK, un trapianto selettivo della membrana di Descemet, lo strato della cornea affetto dalla distrofia di Fuchs. Una procedura, tra l’altro, eseguibile contestualmente all’intervento per cataratta. Così mi sono recato al Devers Eye Institute di Portland, Oregon e sono stato operato ad entrambi gli occhi. (…) Adesso vedo come non avevo mai visto in vita mia. Posso leggere le targhe delle macchine, vedere le foglie degli alberi… ogni giorno sono strabiliato dalla riscoperta della bellezza del mondo.
E, soprattutto, ho ritrovato piena velocità sulla tastiera, scrivendo veloce come mai in questi ultimi 10 anni. Adesso potrei produrre anche più di tre o quattro fumetti al mese. Ed ho deciso che, entro l’anno, vorrei che Midnight Nation e Rising Stars fossero opzionate per degli adattamenti (su Rising Stars sembra esserci già un accordo per un film come vi riportammo qui NdT). Adesso che sono al 110% niente può fermarmi. Eccetto quella voce nella mia testa. Quella voce familiare che mi ha sussurrato storie sin da quando avevo 17 anni. La voce di ogni personaggio che ho scritto, che mi ha fatto lasciare Los Angeles prima e l’animazione dopo.
“Hai scritto fumetti per troppo tempo. Hai fatto il tuo. Vai avanti. Troviamo una nuova sfida in cui ripartire da zero.”
Ma non voglio andare avanti, non è giusto. Io amo i fumetti.
E poi con cosa potrei cimentarmi di nuovo?
Con i romanzi. Magari avrò successo, magari no, ma è tempo di provare.
Così ho capito che il mio lavoro con i fumetti era finito. (…) Potrei insistere ma so che non finirebbe bene e così nei prossimi mesi completerò le ultime scadenze ed il 22 luglio al San Diego Comic Con ho annunciato il mio addio all’industria del fumetto.
Ed ora è finita.
Da ora in avanti scriverò romanzi che gli editori potrebbero non comprare mai e script che potrebbero non esser mai prodotti. Riparto da zero.
É terribile.
É divertente.
É la vita, sapete?
Beh, a noi non resta che salutarti. Ci vediamo in TV ed in libreria, JMS!
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