Benvenuti a Buckaroo, patria dei serial killer.
Dopo Ghosted ed il recente successo di critica e pubblico di Birthright, Saldapress porta in fumetteria un’altra serie scritta da Joshua Williamson e targata Image Comics: Nailbiter.
Niente paranormale né urban fantasy stavolta, ma un classico thriller che offre una buona dose di suspance.
Il set-off di Nailbiter mixa molti topoi del genere thriller: c’è l’agente sospeso dal servizio, il team-up con lo sceriffo di zona (nello specifico una donna avvenente), il serial killer che, pur essendo un personaggio negativo, aiuta le forze dell’ordine (qualcuno ha detto Hannibal?) e, infine, l’immancabile misteriosa catena di omicidi nella sonnecchiosa provincia americana. Altro aspetto che farà da sfondo alla ricerca dell’agente Finch e dello sceriffo Shannon è il macabro vouyerismo che le storie dei serial killer suscitano al giorno d’oggi (non è un caso il proliferare di programmi TV dedicati al true crime).
Motore del fumetto di Williamson è Edward “Mangiaunghie” Warren, omicida seriale con l’ossessione di sgranocchiare le dita delle sue vittime il quale, incredibilmente assolto da una giuria popolare, torna a vivere nella suo paese natale, Buckaroo, una cittadina dell’Oregon tristemente nota per aver dato i natali a ben 16 serial killer con le più disparate devianze.
Da un setting non propriamente originalissimo ed in cui ritroverete più di un cliché tipico del genere, si sviluppa una storia che, col proseguire della lettura, riesce a destare la giusta dose di curiosità. Ed è, alla fin fine, proprio questo l’obiettivo principale di un giallo: intrattenere e suscitare l’interesse del lettore facendolo appassionare alle indagini. Obiettivo che Nailbiter centra alla perfezione anche grazie alle tavole sempre molto ben leggibili e sufficientemente splatter di Mike Henderson.
Se cercavate un buon giallo da divorare sotto l’ombrellone, potreste averlo trovato. Ma non mangiatevi le unghie leggendolo, mi raccomando…
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