Un focus libertino sugli eventi che imperversano nelle due major.
Il mondo del fumetto moderno ci ha abituati a non avere mai un momento di pausa. Si susseguono senza sosta cambiamenti e stravolgimenti, scossoni che non lasciano nemmeno un momento di respiro al lettore, quest’ultimo costretto ad una frenetica lotta contro il tempo per restare al passo del parossismo. Due sono gli eventi che ultimamente hanno suscitato clamore: il Rebirth targato DC Comics e Civil War II in casa Marvel.
Il primo si è palesato al pubblico qualche mercoledì fa con un monolite di ottanta pagine scritto da Geoff Johns e disegnato da una pletora di artisti, a partire da Gary Frank per arrivare ad Ethan Van Sciver. Ebbene, dopo circa cinque anni di qualità altalenate nella linea editoriale, questa ripartenza DC Comics sembra auspicare un rinnovato periodo dorato nella major di Burbank. Il monolite sopracitato ha sconvolto i lettori con una rivelazione shockante: è stato il Dr Manhattan, proprio lui, a derubare l’universo di Superman e Batman di una grossa quantità di tempo e, come afferma Wally West in DC Universe: Rebirth, e a privarlo del concetto di legacy. Ora, non è ben chiaro come diavolo faranno a scendere a patti con una bomba del genere, ma ci stanno lavorando.
Ed intanto sono ripartite le prime testate: Batman, Aquaman, Wonder Woman e tante altre ancora, molte con un programma di pubblicazione bisettimanale. E, per quanto la questione rilanci e rinumerazioni sia spinosa, la nuova programmazione DC Comics parrebbe esser partita con il piede giusto. Nessuna delle testate sino ad ora pubblicate sembra esser di qualità scadente, situazione in netto contrasto con quello che era stato il New52 ed il successivo DCYou. Su tutte spicca Wonder Woman, ritornata nelle sacre mani di Greg Rucka, ennesima dimostrazione che basta far approdare un qualsiasi personaggio verso lidi appropriati per farlo risplendere.
E se invece aveste bisogno di una storia in cui tutti i personaggi, dal primo all’ultimo, agiscono come idioti patentati, non dovete far altro che rivolgervi a mamma Marvel e alla sua Seconda Guerra Civile targata B.M Bendis. Nemmeno il superbo artwork di David Marquez riesce a salvare quella che, sino ad ora, si è rivelata essere soltanto una sequela di momenti terribilmente irritanti. Certo, le premesse non erano delle migliori: un evento nato esclusivamente per cavalcare l’onda dell’uscita del film (quasi) omonimo e uno scrittore che, per quanto amato, ultimamente si è rivelato piuttosto scostante.
Sarebbe stato semplice apportare delle lievi modifiche alla sceneggiatura per poter portare il lettore ad essere realmente interessato alla Guerra Civile, per evitare che fosse semplicemente uno show-off inutile. Ridefinire le motivazioni dei personaggi, rendere più coerenti e meno out-of-character le loro azioni, sarebbe bastato cercare ispirazione dalla Civil War originale. La storia di Mark Millar, per quanto avesse comunque anch’essa i suoi difetti, funzionava grazie alla semplice premessa dello scontro tra libertà e sicurezza. Questa Seconda Guerra Civile sorvola con leggerezza questa diatriba filosofica, scegliendo una narrazione superficiale ed insensata in grado di perdere rapidamente la bussola e portare alla deriva una storia che poteva essere decisamente interessante.
A fronte di una buona ripartenza per la DC Comics, la Marvel toppa clamorosamente l’obiettivo crossover nonostante continui a mantenere una linea editoriale di testate ben sopra la media. Non sappiamo come proseguiranno i prossimi mesi di Rebirth e come verranno districati i nodi nella Guerra Civile ma state pur certi che torneremo a parlare di questi argomenti per tirare le somme delle due major.