TWR la (psico)analisi di Game of Thrones 6×03: cavilli legali

Dopo il breve pisolino da accoltellamento, Jon Snow si è svegliato grazie (forse) ad un’interminabile sessione di massaggi accompagnati da una litania in dialetto calabrese cantilenata da Melisandre. I massaggi della donna rossa, però, non prevedevano l’happy ending, almeno nel senso più comune del termine. Il redivivo lord comandante ha qualcosa da ridire…

A proposito del massaggio/rituale di Melisandre scatta un piccolo spazio curiosità: l’interprete della Donna Rossa, Carice van Houten, ha dichiarato “era una scena così importante che abbiamo dovuto girarla circa 50 volte, e per 50 volte ho dovuto lavare il suo corpo”. Dal canto suo il lord comandante Kit Harington ha replicato “è stato come il sogno erotico di un adolescente”. Come dargli torto.

Dopo la resurrezione, Melisandre piomba prontamente nella stanza e pone subito una domanda a Jon, dimenticando che lui non sa niente.
M. “dove sei andato dopo la tua morte?”
J. “da nessuna parte” 
Jon non si smentisce: mai che ne sapesse una. 
La Donna Rossa allora dice qualcosa di molto importante: “Stannis non era il principe che è stato promesso. Sei stato richiamato per una ragione” Il Principe che è stato promesso altri non è che Azor Ahai, il leggendraio Guerriero della Luce. Certo, Melisandre finora ha sbagliato più di un pronostico (e Shireen Baratheon ne sa qualcosa), ma è la prima volta che il nome di Jon viene accostato nel serial a quello di Azor Ahai. Se volete approfondire la questione Guerriero della Luce e la mitologia della serie, vi rinvio qui. Andiamo avanti.

Adesso Jon è vivo – e probabilmente barzotto – ed è arrivato il momento di ripresentarsi ai suoi uomini, un mash-up di bruti e Guardiani della Notte.  

Allontaniamoci per qualche istante dalla Barriera, ci torneremo a fine episodio, per riprendere una delle più avvincenti storyline di cui nessuno sentiva la mancanza: quella di Samwell e Gilly in crociera. Lui si crede il compianto pupazzo Vomitino di Aldo Giovanni e Giacomo (quando facevano ridere)…

…mentre lei fa notare al grande pubblico che, prima di imbarcarsi, si è sottoposta ad un trattamento ortodontico di qualità:

Lasciamo questi due di cui frega cazzi al pubblico tutto, per la già abituale parentesi RiCorvo al Futuro!

Oggi Doc Corvo a Tre Occhi ed All Bran McFly ci portano nientepopodimenoché alla famossisima battaglia della Torre della (mai na) Gioia. Qui il giovane Ned (con il suo casting sbagliatissimo), insieme ad Howland Reed (il padre di Meera e Jojen) ed a un pugno di comparse sbudellabili, si trova ad affrontare il leggendario Ser Arthur Dayne, la spada dell’alba. 

Sir Arthur è lo spadaccino più cazzoduro visto in 6 stagioni di Game of Thrones: brandisce contemporanemanete due spade, manco fosse Darth Maul quando gli spaccano in due il bastone laser, sfilettando i suoi avversari con chirurgica precisione.

 

Ma Ned, che si vanagloriava tronfio di averlo battuto con parenti, conoscenti e persino con gli amici di Facebook, in realtà ha vinto solo grazie ad un vile attacco alle spalle da parte di Howland Reed. Mi stai diludendo Ned…

Ok, Ned è un millantatore ma… sticazzi! Finalmente scopriremo la verità su Lyanna, Rhaegar e tutto ciò che ne consegue… E INVECE NO! Doc corvo a Tre Occhi stabilisce l’alt gioco con un perentorio: “Per oggi è abbastanza. Torneremo qui nella prossima puntata!” Maledetto Doc Corvo, schiavo delle esigenze di sceneggiatura. 

A proposito di All Bran, anche in questa puntata il Corvo (così come aveva fatto la Figlia della Foresta con Meera) dice che presto il giovane Stark abbandonerà la grotta. Una conferma che la sua funzione non sarà solo quella di mostrare flashback ma che, una volta esaurita tutta la storyline prequel, Bran tornerà ad essere un personaggio attivo nel presente dei Sette Regni. Lui è un metamorfo, arriveranno i draghi e chissà…

Intanto ad Approdo del Re, ci sono attimi di tensione al Concilio Ristretto: alla vista della Zombie Montagna, gli sfinteri del maestro Pycelle cedono all’unisono e lui molla una tonante scureggia.

Ma, siccome gli anziani le fanno con disinvoltura, Pycelle riesce a non farsi sgamare dai presenti che restano incerti sull’identità del responsabile…

Svolazziamo al di là del Mare Stretto dove la Khaleesi viene portata al cospetto del Cavallo RAI di viale Mazzini in un ospizio dove le vecchie vedove dei Khal si occupano di redigere l’anacronistico palinsesto di RAI 1.

A proposito della storyline di Daenerys Santanché LaQualunque, non pensate che costumisti e responsabili del casting si sarebbero potuti sforzare un po’ di più per il concept di Khal Moro di Venezia, invece di limitarsi a mettere in scena la brutta copia di Khal Drogo?

Nel frattempo a Braavos, Arya ha imparato a padroneggiare l’antica arte del mannaggialcazzo coi bastoni come Bruce Morgan Lee di The Walking Dead. Jaqen H’gar la premia ridandole la vista con un beverone miracoloso. 

Ma torniamo nel profondo Nord di Westeros dove, con un colpo di scena mica male, ritroviamo un altro dei ripescati dal fiume dimenticaio che sono ricicciati fuori in questa stagione: Rickon Stark!

Dopo aver rivisto Bran e Rickon, come mi suggerisce il mio amico Mimmo, la prima considerazione che salta all’occhio è che gli ex-adorabili bambini di casa Stark, con la pubertà, diventino parecchio brutti (in questo calderone mettiamoci pure Arya che non è che sia venuta sù proprio caruccia…). 
Rickon viene consegnato da uno di quei gran cessi di Casa Umber al Bastardo Pezzo di Merda di Bolton ed il suo metalupo, Cagnaccio, è stato decapitato. Perché la CGI costa. Di sei metalupi ne restano in vita solo tre, che amarezza.

A questo proposito, per dovere di cronaca, vi segnalo la presenza di complottisti in rete che sotengono che quella non sarebbe la vera testa di Cagnaccio e che si tratterebbe di una messa in scena volta a far infiltrare Osha e Rickon a Grande Inverno per uccidere Ramsay, probabilmente utilizzando le scie chimiche.

Da Grande Inverno torniamo alla Barriera dove, in men che non si dica, è arrivato il momento di giustiziare i traditori: Alliser Thorne, il piccolo Olly (senza Benji) ed altri due a caso. Il rilascio di endorfine provocano dall’impiccagione di Olly è catartico per lo spettatore.

Ma, sorpresa delle sorprese, Jon Snow presenta la lettera di dimissioni ai Guardiani della Notte! ‘Come è possibile?’ direte voi, il voto non può essere infranto E INVECE NO c’è un cavillo legale. Il giuramento dei Guardiani della Notte recita:  “Cala la notte e la mia guardia ha inizio. Non si concluderà fino alla mia morte.”


“Il mio orologio è finito” (trad.)

Beh, Jon è morto e con la morte si è liberato del giuramento, ora può diventare il leader maximo dei Bruti ed andare a dichiarare guerra a chi vuole lui. Nello specifico questo è un altro passo che ci avvicina al conflitto con Ramsay Bolton, personaggio a cui gli sceneggiatori stanno cercando di dare una parvenza di competitività facendolo alleare con Karstark, Umber e compagnia bella. Ma tanto lo sappiamo già: contro Jon e i bruti non ci sarà partita.

In conclusione un po’ di considerazioni in libertà. É stata un’altra puntata dal ritmo sostenuto, Game of Thrones non avendo più la necessità/possibilità di star dietro ai romanzi di Giorgione il Pacioso Martin adesso procede con un passo molto più televisivo. Continuando così, probabilmente, entro 3 episodi Jon cavalcherà un drago con in pugno una spada fiammeggiante. 
Ciò premesso, ci sono storyline come quella di Jon e quelle che con lui sono in procinto di intrecciarsi (Sansa e Ramsay) che trovo davvero avvincenti, altre come quella di Arya e della Khaleesi che stentano (per non parlare di Samwell il filler). Ma, a proposito di Daenerys Santanché LaQualunque, quando entrano in scena Tyrion e Varys, o quando ci si ricorda della presenza dei draghi, è decisamente tutta un’altra musica.

Io vi saluto e vi ricordo che se volete evitare che il maestro Pycelle venga a casa vostra a mollarvi una scureggia tonante mentre state cenando, c’è una soluzione: il like alla pagina Facebook più aromatizzata dell’internerd. La mia:

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