Torna la rubrica più irregolare del Bar Del Fumetto: All New, All Different Thank God Is Wednesday vi illustra le più interessanti pubblicazioni statunitensi delle ultime settimane. Buona lettura!
By Brian K. Vaughan & Marcos Martin
(Panel Syndicate)
Il team creativo del pluripremiato The Private Eye torna a pubblicare su Panel Syndicate, sito per la vendita di fumetti ad offerta libera, con una one-shot dedicata all’epopea zombie di Robert Kirkman. Ambientato a Barcelona, The Alien si configura immediatamente come una lettura essenziale per ogni amante di The Walking Dead, capace di dare per la prima volta una prospettiva internazionale all’apocalisse scagliatasi sul pianeta.
Jeff e Claudia, protagonisti dell’opera di Vaughan & Martin, si impongono sin da subito come personaggi incredibilmente carismatici grazie a dialoghi che inquadrano perfettamente le loro personalità e li portano di diritto nel mythos della serie. BKV, tramite un espediente narrativo geniale, riesce persino a legare The Alien alla serie principale, donando alla storia un feeling spaccacuore che sorprende il lettore.
Marcos Martin, alla sua terza collaborazione con Vaughan, mesce con maestria raffinate raffigurazioni di paesaggi mozzafiato e brutalità action durante le scene più concitate. La città spagnola devastata dalla piaga interpretata dall’artista è un gradevole cambiamento dalle atmosfere statunitensi della serie principale. E, nonostante la quasi totalità della issue sia monocromatica, è presente un unico, efficace utilizzo del colore che assume un significato simbolico di alta caratura.
L’unico vero difetto di The Walking Dead: The Alien è la sua intrinseca natura one-shot. Vaughan & Martin confezionano una gemma totalmente inaspettata nel panorama fumettistico odierno e portano il lettore a desiderare nuove storie dei due autori ambientate nell’universo zombie creato da Kirkman.
By Jeff Lemire & Humberto Ramos
(Marvel Comics)
Il Secondo Capitolo di Apocalypse Wars non porta particolari novità nella sceneggiatura, rallentando notevolmente la velocità della trama, per dedicarsi unicamente alla caratterizzazione del cast più giovane degli X-Men di Jeff Lemire.
Anole, Glob ed Ernst risplendono sulle pagine di Extraordinary X-Men #9: l’autore canadese mostra alla perfezione la progressione e l’evoluzione dei personaggi alle prese con un futuro apocalittico e desolante, da imberbi novellini a mutanti rodati ed in grado di badare a loro stessi. Nonostante queste indubbie qualità della issue nella scrittura dei personaggi, è evidente un’eccessiva decompressione nello storytelling, spesso frustrante e poco incline alla concretizzazione degli eventi narrati.
L’artwork di Humberto Ramos eccelle, come suo solito, nelle scene d’azione: dinamiche, fluide e di grande impatto visivo. Altalenante il character-design, buono sui personaggi introdotti in questa issue ma appena sufficiente sui protagonisti, Colosso in particolare. Nonostante queste pecche, la crescita di Ramos pare evidente e il comparto grafico di EXM#9 è un capolavoro se paragonato ai suoi lavori su The Amazing Spider-Man.
Una buona issue che pecca nella sua esecuzione a causa di una diluizione nella narrazione che rende la lettura un po’ troppo pesante. Una piccola caduta di stile in una serie sino ad ora di ottima fattura.
By Warren Ellis & Rolando Boschi
(Marvel Comics)
Lo scrittore britannico colpisce ancora, stavolta narrando le vicende dell’inumano più esistenzialista dell’Universo Marvel. Warren Ellis sfrutta appieno le particolari capacità del personaggio per raccontarci una storia semplice e diretta nel suo essere controversa ed affascinante. La missione di Karnak, direttamente suggeritagli dallo S.H.I.E.L.D., è quella di recuperare un giovane inumano rapito da un culto religioso collegato all’A.I.M.
Ciò che stupisce in questa Terza Issue della serie è la capacità dell’autore nel creare un protagonista che, contemporaneamente, riesce a risultare terrificante ed affascinante. Karnak è tanto brillante nelle sue congetture filosofiche transumanistiche, quanto inquietante nel suo essere spietato e determinato. Le numerose digressioni nella mente dell’Inumano sono perle dialogiche di rara fattura, in grado non solo di coinvolgere nella loro originalità, ma anche di mantenere alta la suspense, creando una narrazione praticamente perfetta.
Rolando Boschi, attuale sostituto di Gerardo Zaffino, aggiunge un tocco quasi horror nel character-design del protagonista, regalando immagini genuinamente terrificanti dell’operato di Karnak. Il comparto grafico risulta energico e preciso nella rappresentazione delle sequenze action e la palette del colorista Dan Brown aggiunge un tocco ruvido all’artwork, perfetta per il mood impostato dall’autore.
Karnak #3 mantiene altissima la qualità dei precedenti numeri e si fregia del titolo di serie Marvel più pregna di filosofia dell’attuale panorama All New, All Different. Consigliatissima per lettori avidi di fumetti ripieni di idee.
By Robert Kirkman & Cory Walker
(Image Comics)
Recentemente nominata agli Eisner Awards come Best Continuing Series, torna dopo mesi d’assenza l’epopea supereroistica di Robert Kirkman, stavolta accompagnato dal disegnatore originale della serie, Cory Walker. Dopo la mini-saga Reboot? Mark Grayson è tornato dalla sua famiglia dopo la lunga assenza durata ben cinque anni.
Una delle migliori qualità di Invincible è sempre stata quella di miscelare momenti dal forte impatto emotivo e sconvolgimenti spaccamascella nella sceneggiatura. Questa issue non è da meno e, mettendo per un attimo da parte la componente action, dona a Mark il giusto “welcome home” dedicando spazio alle interazioni con i comprimari e dando al lettore una precisa idea dell’impatto del suo ritorno sulle vite dei personaggi secondari.
L’artwork di Corey Walker, accompagnato dai colori di Nathan Fairbarin, è una sequela di momenti intensi, resi tali grazie all’enorme espressività donata ai volti dei vari personaggi. La palette piuttosto accesa del nuovo colorista si presta alla perfezione all’atmosfera apparentemente tranquilla di Invincible #127, delineando un mood a tratti quasi romantico.
Kirkman infonde nella sua serie una nuova virata di rotta, ancora una volta piena di potenziale per gli sviluppi delle trame a lungo termine ed in grado di lasciare il lettore pienamente soddisfatto.
By Jeff Lemire & Greg Smallwood
(Marvel Comics)
Jeff Lemire offre una nuova interpretazione del personaggio Marvel più chiacchierato degli ultimi anni, pescando a piene mani nel mythos di Moon Knight e sfruttando con originalità la follia che da sempre ha caratterizzato Marc Spector. In questo debutto l’intera struttura della realtà sembra frammentarsi, offrendo al lettore la possibilità di osservare la trama della issue attraverso un gioco di percezioni che arricchisce la sceneggiatura dell’autore.
Il concept base impostato da Lemire, il suo metter in dubbio l’intera vita del Pugno di Konshu, e l’ambiguità dello storytelling mantengono lo script di Moon Knight #1 solido e decisamente innovativo. Un processo investigativo nella mente distorta e instabile del protagonista al limite dello stream-of-consciousness fumettistico, narrativamente fluido e in grado di portare un alto grado di immedesimazione nel lettore. Esattamente come Marc Spector, ci ritroveremo al termine della issue incapaci di discernere la realtà dalla follia del personaggio.
Dal punto di vista artistico Moon Knight #1 è un perfetto esempio di lavoro impeccabile da parte del team creativo: la dicotomia tra artwork onirico e stile pulito, il primo reminiscente di un antico Bill Sienkewicz, è solo uno dei tanti punti di forza visivi di questo debutto. Il comparto grafico contribuisce, anche grazie agli ottimi colori di Jordie Bellaire, a corroborare quella sensazione claustrofobica di isolamento percepita dall’instabile protagonista.
L’esordio del nuovo corso del Cavaliere Lunare è un must-read assoluto, perfetto sotto ogni aspetto e in grado di donare all’eroe una nuova esegesi atta alla comprensione di ogni singola sfumatura della sua mente.
By Brian Wood & Garry Brown
(Image Comics)
Brian Wood recupera l’appeal tipico di Northlanders esplorando la vita vichinga sotto una nuova prospettiva, confrontandola con il mondo cristiano e concentrando i suoi sforzi nell’ottima caratterizzazione del protagonista, Magnus The Black.
Molto particolare è la descrizione della diffusione cristiana come fosse un contagio pandemico, una malattia in grado di modificare lo stile vita norreno. Tutto ciò ricade su Magnus, personaggio affascinante, non intellegibile sin da subito e capace di rendere curioso il lettore. La narrazione degli eventi si mantiene oscura con un mood dark piuttosto intrigante.
Il comparto grafico di Garry Brown si mesce alla perfezione con lo storytelling di Wood, ruvido e sporco, dalla forte dose di violenza. Le sequenze action sono fluide e i colori di Dave McCaig sporcano le scene di combattimento, delineando alla perfezione la foga che le caratterizza.
Un debutto attento ai dettagli, soddisfacente ed interessante. Per quanto non siano presenti appigli per la Seconda Issue, Black Road #1 lascia comunque voglia al lettore di procedere con la serie.
Termina qui Thank God Is Wednesday, ci rileggiamo alla prossima. Hasta La Vista!
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