Vogliamo iniziare in modo pacato? Beh, UT di Paola Barbato e Corrado Roi è un capolavoro. E mi rendo conto che è un’affermazione pericolosa, specie se consideriamo che ho potuto leggere solo il primo dei sei volumi che compongono questa incredibile storia. Ma il fatto è che era davvero tanto tempo che non mi capitava di avere tra le mani un’idea che potesse considersi davvero, davvero originale.
Se poi consideriamo che questa idea così singolare, così articolata e complessa, viene pubblicata dalla casa editrice italiana specializzata nel fumetto popolare seriale, ecco che la “vera rivoluzione” è finalmente servita. Una rivoluzione che riguarda, sì, il tipo di storia che si propone, ma anche la struttura narrativa dell’opera, la prosa misurata e immediata, la caratterizzazione dei suoi personaggi.
La base di partenza per tentare di comprendere l’universo narrativo nel quale si svolge UT è che “l’uomo non esiste più“. Al suo posto, in una realtà disumana e ostile, si muovono figure ad esso somiglianti, ma prive di qualsiasi barlume di umanità. Un’evoluzione della specie che si traduce in una sorta di involuzione psicologica e sociale per gli esseri bipedi, i quali, pur conservando tratti fisici caratteristici della specie umana, sembrano regrediti ad un livello primordiale nel quale sopravvivenza e istinto hanno sostituito raziocinio e sentimenti. Esseri viventi, simili all’uomo nell’aspetto, ma lontani anni luce a livello etico e comportamentale, si nascondono tra le pieghe e i cunicoli di spettrali città in cui anche i concetti più elementari propri della razza umana (come quello di casa o di bambino) sembrano dimenticati o mai conosciuti.
Protagonista incosapevole di questa storia è UT, un essere ingenuo e primordiale, attraverso le cui vicende possiamo asssitere allo svolgimento di quella che è la vera trama centrale del racconto. UT è il custode di una mastaba, un particolare tipo di monumento funebre, utilizzato nella civiltà egizia per conservare le spoglie dei defunti. Solo che questa, in particolare, non sembra custodire morti, quanto piuttosto una preziosa presenza che affiancherà sin dall’inizio il nostro inquietante protagonista.
Sin dalle prime pagine è chiaro che non è il caso di porsi troppe domande. Il racconto risulta infatti inizialmente ostico nella comprensione proprio a causa dell’assenza di didascalie introduttive o di narrazione esterna; tuttavia, la scrittura fluida e l’immediatezza dei dialoghi inducono il lettore ad addentrarsi nella storia senza troppe spiegazioni, lasciandosi cullare da una prosa efficace e dall’eleganza del tratto di Corrado Roi.
Corrado Roi che è il padre di questo progetto, lasciato lungamente a decantare (come dice lui stesso) e ora maturo per essere proposto in tutta la sua bellezza. Una bellezza, come detto, frutto dell’originalità del soggetto, ma anche e soprattutto dello stile inconfondibile e raffinato del suo ideatore e disegnatore. Il segno di Roi è una componente fondamentale di questo lavoro e contribusce in modo determinante a scandirne i contorni e a definirne toni e sfumature. Il suo lavoro con il bianco e il nero è, come sempre, magnifico, tanto nell’accuratezza che nella ricerca stilistica; mentre, le soluzioni architettoniche proposte risultano fontamentali per caratterizzare luoghi e atmosfere di questa storia così particolare.
UT: Le Vie della Fame, edito da Sergio Bonelli Editore, è il primo dei sei volumi che compongono questa pregevole miniserie. Accanto alla consueta edizione da edicola, verrà pubblicata parallelamente un’altra versione da fumetteria sempre in sei parti. La speranza è che nel corso dei prossimi cinque volumi il livello qualitativo possa mantenersi inalterato, dando modo a Paola Barbato e Corrado Roi di consegnare al proprio pubblico quel capolavoro a fumetti di cui accennavo in premessa.