La storia: in un piccolo villaggio di montagna sul confine franco-tedesco, alla fine della Seconda guerra mondiale, un uomo è stato assassinato in circostanze misteriose. Era uno straniero di passaggio: lo chiamavano semplicemente “L’Altro”. Per capire cos’è successo gli abitanti chiamano Brodeck, un ex deportato scampato ai lager e tornato al paese. Dovrà redigere un rapporto sull’omicidio.
Quella in cui veniamo catapultati (è proprio il caso di dirlo) appena voltiamo la prima pagina del fumetto “Il rapporto di Brodeck” di Manu Larcenet, è una storia di misera umanità, in luoghi in cui la natura fa da inglobante, e in cui gli uomini sono ormai animali depredati e inariditi, spaventati, guardinghi e infimi. La guerra ha lasciato traccia, più che nel paesaggio, che non sembra esserne stato scalfito affatto, nell’animo delle persone.
Diffidenti e disincantati, gli abitanti del paesino in cui si svolge la vicenda, si trovano a dover “affrontare” la presenza di uno straniero, un artista molto loquace e pieno di domande, invaghitosi del luogo e delle bellezze naturali che lo circondano.
C’è un omicidio, l’omicidio in effetti dello straniero (l’Altro) in questione. L’unico non presente all’evento, perchè vive in disparte lontano dagli altri, sarà la persona incaricata, da tutto il paese, di redigere un rapporto in cui raccontare i fatti inerenti a questo delitto. Comincia così un viaggio sia nelle memorie e sia nelle opinioni e nei punti di vista, più che nei fatti veri e propri. Brodeck dovrà scontrarsi con l’esigenza di salvaguardare la propria incolumità fisica e quella di accontentare gli abitanti del paese che lo sorvegliano, ansiosi di capire che cosa scriverà e soprattutto come lo scriverà.
L’atmosfera è quella che ci si aspetta da un romanzo tipo “trilogia della città di K“, anche qui il paese è un non paese e i luoghi sono luoghi più della mente e dell’animo che geografici. Le montagne, i boschi, i fiumi, le vallate (spazi aperti e di ampio respiro) fanno da contrappunto a menti piccole, animi claustrofobici e paure paralizzanti.
Visivamente il romanzo a fumetti (tratto dal romanzo “Il Rapporto“, di Philippe Claudel) ha dei momenti molto alti; intere sequenze senza lettering in cui sembra di sentire rumori del bosco e di animali lontani, sequenze buie e chiuse di dialoghi mozzati e angosciati. Tutto è in bianco e nero, perchè solo il bianco e nero, la lotta fra luce e ombra, può rendere emotiva una storia così.
Il Rapporto di Brodeck, edito in Italia da Coconino, è consigliatissimo. Attendo con ansia il volume due.