X-Files 10×05 analisi e recensione

Lo temevo, speravo non capitasse, ma alla fine è successo: è arrivato l’episodio della mia serie preferita che non mi piace! Certo con qualche distinguo, ma alla fine della proiezione sono rimasto come quei bambini che vanno al Luna Park e trovano la giostra rotta. Ma ne parliamo meglio più avanti. (Seguono spoiler)

Nel prologo dell’episodio due giovani terroristi islamici mettono in atto il loro folle piano, facendosi esplodere all’interno di una galleria d’arte in Texas.

Al quartier generale dell’F.B.I. di Washington due giovani agenti che seguono il caso chiedono una consulenza a Mulder e Scully. Gli agenti si chiamano Miller ed Einstein: Miller è un bel ragazzo che crede a qualunque teoria paranormale giri nell’etere; Einstein è una rossa tutto pepe che di mestiere fa il medico, ed è scettica per definizione. Vi ricordano qualcuno?

I due giovani rivelano allo storico duo che uno degli attentatori non è ancora morto, ma si trova in coma. La loro idea è quella di trovare un modo per comunicare col terrorista moribondo per scoprire e vanificare nuovi attentati. Ma di primo acchito non sembra esserci sintonia di vedute tra le due generazioni di agenti.

In realtà è solo un’apparenza: Scully raggiunge Miller in Texas, per provare un metodo scientifico che permetta loro di mettersi in contatto col paziente in coma; Mulder invece convoca Einstein nel suo ufficio, chiedendole (in qualità di medico) di somministrargli dei funghi allucinogeni che possano consentire al suo Io incosciente di mettersi in relazione col terrorista morente. Einstein prima rifiuta, poi una volta giunta in Texas cambia idea e si fa raggiungere da Mulder.

Nel frattempo Scully e Miller trovano diverse resistenze all’interno dell’ospedale texano. Sia le forze dell’ordine che il personale dell’ospedale mal sopportano il paziente in stato vegetativo. Addirittura un’infermiera tenta di ucciderlo staccandogli i supporti vitali.

Arrivati al capezzale del terrorista, Mulder ingerisce i funghi allucinogeni datigli da Einstein. E parte per un trip  in stile Seventies. Nel suo viaggio immaginario, intravede addirittura i defunti Lone Gunmen e, il non defunto (!), Uomo che fuma. Ma finalmente arriva al cospetto del terrorista, che è sorretto da una donna (la madre) come fosse la Pietà di Michelangelo. L’attentatore sussurra qualcosa all’orecchio di Mulder.

Ripresosi dalle sue allucinazioni, Mulder viene a sapere da Skinner ed Einstein che non ha ingerito alcun fungo allucinogeno, ma che tutto quello che ha fatto e visto era frutto di un effetto placebo. Potere della mente. Ma riportando le parole ascoltate nell’allucinazione, l’F.B.I. riesce a scovare il covo dei terroristi ed a sventare un nuovo attentato.

L’episodio si conclude con Mulder&Scully che si interrogano sul perché di tanta violenza ingiustificata nel mondo, che fa da contraltare all’amore sconfinato che ogni essere umano è capace di offrire.

Il 10×05 Babylon, è certamente ben scritto, ottimamente recitato ed accompagnato da una incisiva colonna sonora. Lancia dei messaggi forti che dovrebbero farci riflettere circa il tempo che stiamo vivendo. Da un lato mette la contrapposizione, spesso ottusa, al fenomeno arabo tout court, dall’altro lo sforzo di comprensione verso un mondo che poco conosciamo. Inoltre tenta di trovare una chiave di lettura dei problemi del mondo odierno nella scarsa comprensione degli uni nei confronti degli altri. Come suggerisce il titolo, viviamo una perenne Babilonia che non permette di capirci tra di noi.  

Ma il vero problema dell’episodio è un altro: questo non è un X-File!

Il caso della settimana è qualcosa di concreto che poco ha a che fare col paranormale, inoltre lo svolgimento del plot ricorda molto un procedurale. I due protagonisti accompagnati da Miller (Robbie Amell, il primo Firestorm di The Flash, nonché cugino di Stephen Amell, l’Oliver Queen di Arrow) ed Einstein (Lauren Ambrose, già nota per Six Feet Under) hanno solo il compito di fornire allo spettatore due punti di vista differenti: Mulder e Miller credono a prescindere, Scully ed Einstein vogliono prove tangibili per credere.

Chris Carter (regista dell’episodio) aveva detto prima della messa in onda della miniserie, che le tematiche affrontate in questo revival sarebbero state contemporanee. E’ chiaro che la minaccia del terrorismo di matrice islamica sia un tema scottante, ma conoscendo i punti cardine di The X-Files mi sarei aspettato di vedere qualcos’altro. Magari una teoria del complotto che facesse emergere sfumature poco visibili sulla “lotta al terrorismo”, o che so, una trovata paranormale che giustificasse i comportamenti inspiegabili di persone che decidono deliberatamente di togliersi la vita, uccidendo altre persone.

In poche parole, se fosse stato un episodio di una qualunque altra serie TV avrei applaudito per i motivi che ho poc’anzi riportato. Ma come episodio di X-Files francamente lo trovo inconsistente.

Non sono andato a nanna completamente indispettito solo per due motivi: Fox Mulder in versione Hank Moody (ho riso davvero) e il breve cammeo dei Lone Gunmen (Dean Haglund, Tom Braidwood, Bruce Harwood). Quando avevo captato che il trio di nerd sarebbe ricomparso nello show temevo l’effetto boiata, visto che sono morti e sepolti da un po’, con questo escamotage invece ce li hanno riproposti senza guastare nulla. Certo ancora mi devono spiegare come fa ad essere vivo l’Uomo che fuma!

Restiamo in attesa del finale di stagione, che sarà legato alla mitologia della serie… incrociamo le dita.

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